Ci sono giorni in cui salendo al Teide, prendendo la TF24 da nord-est o la TF21 che taglia perpendicolarmente il parco raggiungendo la funivia, non sembra di essere in montagna. Al di là del guardrail lo scenario pare essere uscito dai quadri dalle tinte fosche e nebbiose del pittore romantico Caspar David Friedrich: un mare di nebbia che nasconde i paesini arroccati sulle pendici del vulcano, una distesa azzurrina increspata da cui spunta la vetta del Teide come fosse un'isola. Qua si assiste ad un tramonto tutto particolare, con il sole che scende dietro l'orizzonte soffice creato dalle nebbie che avvolgono la montagna più alta di Spagna, il vulcano Teide che con i suoi 3718 metri fa da divisorio fra il Nord dell'isola di Tenerife, verde e fittamente popolato, e un Sud più selvaggio e deserto. Già avvicinandosi in macchina sono incredibili gli scorci panoramici che si aprono attraverso le fitte foreste di pini canari e, una volta giunti all'interno dell'area protetta, sono innumerevoli i percorsi, anche assai semplici, per trascorrere una giornata in solitudine tra insoliti scenari. Una comoda funivia porta alle rocce più spettacolari, dette roques de García, in prossimità della base del cratere (“parador”). L'escursione più impegnativa in 7 ore di sola andata giunge fino alla bocca del cratere, tra ambienti selvaggi che cambiano incredibilmente nel giro di pochi metri. Sulle rocce multicolori si leggono i diversi depositi lavici e un paesaggio formatosi attraverso successive eruzioni vulcaniche. Tra le rocce più chiare delle colate più antiche, arbusti e una rada vegetazione si sono conquistati un loro spazio, mentre le distese nere delle eruzioni più recenti assomigliano più a un deserto lunare, spoglio, ancora più suggestivo, percorso dai “tubi vulcanici” formati dal raffreddamento della lava. Parco nazionale già dal 1954, l'area protetta del Teide è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 2007.