Le vestigia della grande fortezza costituiscono ancora l'elemento di maggior richiamo della città. All'ingresso, un grande rilievo bronzeo commemora l'episodio più celebre della difesa ungherese: oltre 150mila i Turchi che per oltre un mese, nel 1552, tentarono l'assedio del castello, fallito grazie al prode castellano Dobó e al leggendario aiuto delle "donne di Eger". Nella cappella si rende omaggio al monumento funerario dedicato all'eroico personaggio. Superate le due cinte murarie, si incontrano le rovine della cattedrale medievale, romanica; sulla base di un pilastro è la statua del re-santo Stefano I. Curioso e ingegnosissimo il labirinto di casematte (Kazematák), disposto su tre livelli, vera e propria cittadella sotterranea che collega le varie parti della fortezza. Sul cortile principale si affaccia un palazzo gotico, sede vescovile nel medioevo, con porticato, archi a sesto acuto e belle volte. Sul lato sinistro della corte si visita la Pinacoteca; al piano superiore del palazzo vescovile il Vármúzeum, sulla storia del fortilizio.