Bel palazzo a fianco del Binnenhof, fu costruito nel 1636-46 in forme che segnano l'introduzione del classicismo in Olanda. Dal 1816 ospita il gabinetto reale di pittura, le cui opere d'arte provengono in massima parte dalle collezioni degli “stathouder” (governatori di nomina regia), soprattutto da quelle di Guglielmo V che riuscì a ricostituire raccolte disperse tra Russia e Francia. Rispetto al migliaio di opere di proprietà del museo, c'è spazio per ammirarne circa la metà, ma compensa un ambizioso progetto di mostre temporanee che espone i capolavori a rotazione. Indicativi, di seguito, le indicazioni dei pezzi imperdibili, anche se questi normalmente hanno un posto d'onore e raramente abbandonano le sale. Vibrante è la “Deposizione” di van der Weyden, celebri i ritratti di Hans Holbein il Giovane e numerosi i lavori di artisti fiamminghi, tra cui Rubens, Brouwer, van Dyck e Jordaens. Si sale al secondo piano per gli olandesi del Seicento: si ammirano “la fanciulla dal turbante azzurro” e la “Veduta di Delft” di Vermeer, uno dei geni indiscussi della pittura olandese, seguono opere di Jan Steen, tre bei ritratti di Hals e ben due sale nelle quali campeggiano le tele di Rembrandt.