Nonostante la spettacolarità del palazzo sia dovuta più all'intervento ricostruttivo di Arthur Evans che agli effettivi ritrovamenti, questo non toglie la magia che si coglie entrando dal cortile ovest, chiuso a sinistra dalle poderose mura della facciata occidentale. Perché il mito del palazzo di Cnosso è noto a tutti e tutti avranno provato a ricostruire mentalmente la colossale residenza di Minosse. Evans l'ha fatto, partendo dalle fondamenta, con calcestruzzo e frammenti di pitture. E qua la grandiosa civiltà minoica riprende vita, critiche dei puristi dell'archeologia a parte. Oltre la porta ovest ha inizio il corridoio delle Processioni, rivestito da grandi affreschi oggi al Museo di Iráklio, che porta al portico sud, ornato da copie di pitture e dove sono stati collocati píthoi (grandi giare). Una monumentale scalinata sale al piano superiore, interamente ricostruito, dove si visita il santuario delle tre colonne. Si scende al cortile centrale, cuore del complesso: a ovest sono le sale di rappresentanza, a est gli appartamenti privati, a sud-est quelli reali; da qui si accede alla celebre sala del trono, ornata di pitture. Da un vestibolo si accede al mégaron della regina, con annessi il bagno (con la copia del celebre dipinto dei “Delfini”) e il tesoro; segue il mégaron del re, da dove si accede al quartiere domestico, formato da laboratori, e al magazzino delle grandi giare, famoso per i colossali píthoi che conteneva. Fuori dalle mura, all'angolo nord-ovest, sono conservate le gradinate del presunto teatro, con il palco reale.