La stretta e profonda valle solcata dal fiumiciattolo Cerknica aveva già rilievo in epoca romana, come punto di transito verso la valle dell’Isonzo e quindi verso il Friuli. Durante la seconda guerra mondiale divenne un’importante base partigiana nel territorio liberato dopo la capitolazione italiana nel 1943. A circa 15 km da Cerkno, la principale località della valle, si alza il monte Crni vrh (1290 m) sui cui versanti si trova un centro di sport invernali con impianti di risalita, piste dalle diverse pendenze e un anello per lo sci di fondo.
Il paese è un piccolo ma moderno centro dell’industria elettrotecnica; conserva una parrocchiale del 1717, costruita in stile barocco, con una facciata che riprende quella delle Orsoline di Lubiana, e all’interno notevoli lavori lignei, come il pulpito e gli altari opera di maestri locali e due dipinti di Fortunat Bergant (Sv. Anton, Sv. Volbenk). Il Museo locale (visita a pagamento ore 9-15, sabato-domenica e festivi 9-12 e 14-18; lunedì chiuso), al N. 12 di ulica Bevkova, espone una bella raccolta delle tradizionali maschere dei lauferji, incise nel legno di tiglio e utilizzate il martedì grasso per scacciare, secondo un costume pagano, l’inverno.
Nella stretta valle del torrente Pasica, a nord-est di Cerkno verso il borgo di Novaki, in una gola raggiungibile solo a piedi in 15 minuti circa, si incontra il Partizanska bolnica Franja (ingresso a pagamento ore 9-18, ottobre 9-16; novembre-marzo chiuso), l’ospedale partigiano Franja, che prende il nome dalla dottoressa Franja Bojc-Bidovec che ne fu direttrice. Dal 1943 al 1945 vi vennero curati circa 600 feriti gravi e altri 300 con patologie più leggere. Distrutto da un’alluvione nel 2007, è stato ricostruito nel 2010.