Cortili ombrosi, ampi balconi, un dedalo di stanze con alti soffitti, fontane e pavimenti in marmo: bayt es-Suhaymi è uno dei più alti esempi di ricca abitazione del Cairo. In realtà riunisce in sé due edifici di epoche e stili diversi: il primo, costruito nel 1648 dallo sceicco Abd el-Wahhab et-Tablawi, è una struttura piuttosto chiusa, con pavimenti a mosaici policromi, un elegante complesso con notevoli finestre in legno chiuse da grate, che permettevano, alle donne più che altro, di vedere senza essere visti; il secondo, aggiunto alla fine del '700, è aperto sul cortile da grandi archi. Oltre alla tradizionale divisione tra gli appartamenti maschili e quelli femminili, gli ambienti di questa residenza sono organizzati in base al clima, per regalare agli inquilini e ai loro ospiti tepore o frescura. E così l'ala settecentesca presenta due grandi qaa, una chiusa per l'inverno e l'altra aperta sul giardino per ricevere aria fresca durante le torride estati egiziane.