La civiltà egizia, quella che si è studiata a scuola, letta in decine di libri e vista in film di ogni genere è qua esposta, in questo imponente palazzo tardo-ottocentesco che chiude il lato nord di midan et-Tahrir. Dobbiamo al francese Auguste Mariette, funzionario del Louvre che giunse in Egitto nel 1850, la creazione di questo straordinario museo che, in continua espansione, oggi conta 100mila reperti dal Regno Antico all'impero romano, esposti in ordine cronologico in oltre 100 sale. È il più importante al mondo per la conoscenza della civiltà dei faraoni e, il fatto che gran parte dell'Egitto antico sia ancora da “scavare”, coperto dalla sabbia, lascia supporre che il Museo continuerà a esporre sempre nuovi e preziosissimi reperti. Le collezioni sono organizzate in due sezioni. Nelle sale e nelle gallerie del pianterreno sono esposte le sculture più imponenti, come quella di Zoser proveniente da una piramide di Saqqara, la straordinaria statua di Chefren rinvenuta nei pressi della Sfinge a Giza, il gruppo scultoreo di Rahotep e Nefret dai colori ancora freschissimi. Sterminate file di sarcofagi dall'Antico Regno, stele “a falsa porta” considerate il punto di contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti e, con un biglietto a parte, la sala delle mummie di faraoni e regine dalla XVIII alla XXI dinastia. Al primo piano sono in mostra reperti di minori dimensioni, sarcofagi dipinti appartenenti a re e sacerdoti, oggetti di uso domestico, gioielli, scarabei e sigilli funerari, modelli in scala di tombe del Medio Regno, papiri, maschere funerarie e mummie degli animali considerati sacri agli egizi. Fiore all'occhiello del Museo è l'esposizione del corredo funebre del faraone più conosciuto, Tutankhamon, morto diciottenne attorno al 1349 a.C. Un tesoro di inestimabile valore, miracolosamente scampato alle profanazioni: 2099 preziosissimi oggetti, esposti in 12 sale, tra cui spicca la celebre maschera funeraria in oro massiccio, incastonata di lapislazzuli, quarzi e pasta di vetro blu.