A chi si trovasse lontano dai centri abitati romeni, nei pressi di qualche sperduto villaggio rurale, potrebbe capitare di imbattersi in usanze, celebrazioni e rituali che rimandano a un tempo passato e che con la Romania attuale hanno poco a che fare. Poco male. Basterà una visita al Museo del Contadino romeno per non avere più segreti a proposito di croci in legno dipinte e intagliate che pendono dagli alberi, coloratissime uova in legno e pani con una candela nel mezzo. L'esposizione racconta la vita tradizionale nelle campagne di tutto il territorio romeno e occupa un monumentale edificio in mattoni che dal 1966 al 1990 ha ospitato il Museo del partito comunista. Una parte ingente del materiale esposto è stato raccolto negli anni dal grande etnografo Alexandru Tzigara Samurcas (1872-1952), la cui missione è stata quella di testimoniare la vita rurale del suo Paese. Oltre alle celebrazioni funebri e alla ritualità ortodossa, il museo espone costumi, tappeti, terrecotte, maioliche, strumenti musicali e ricostruzioni di ambienti civili e religiosi.