“Casa del Popolo”, così era chiamato l'immenso palazzo Parlamentare di Bucarest, secondo per grandezza solo a quello del Pentagono. Un nome mai così poco azzeccato, dato che quest'edificio era simbolo di un regime che si è macchiato dei più orribili crimini proprio contro il popolo rumeno. Il ricordo dei sacrifici inferti al Paese è ancora vivissimo, tanto che ancora oggi molti romeni non riescono ad apprezzare la maestosità del palatul Parlamentului, arrivando a odiarlo e a desiderare addirittura la sua demolizione. Voluto da Ceausescu per tenere sotto controllo i suoi più stretti collaboratori, è la trasposizione in pietra del suo faraonico sogno, ossessionato dalla volontà di dare una prova tangibile al mondo del suo potere e dell'importanza internazionale della Romania. Il dittatore morì prima di vedere finito il suo colossale palazzo, eretto in circa cinque anni mobilitando una quantità spropositata di forza lavoro e di risorse economiche. Impressionanti i numeri della ex-Casa del Popolo, dal 2005 sede delle due assemblee legislative: si tratta di un rettangolo di 270 metri x 240, alto 4 metri, posto su una superficie di 64800 m2, che all'interno accoglie 440 uffici, saloni di ricevimento e sconfinate hall. Sterminati i sotterranei, che accolgono un bunker nucleare e chissà che altro, testimoni di interrogatori e torture che i mezzi di comunicazione, a differenza dell'esecuzione del dittatore e della moglie Elena il 25 dicembre 1989, non hanno potuto raccontare.