A differenza di altre cittadine inglesi, visitare Blaenavon significa compiere un tuffo in un passato conclusosi non molti decenni or sono, le cui tracce appaiono sempre più difficili da trovare, cancellate da processi di riconversione e di restyling urbano che si propongono di ripulire l’immagine degli ex centri industriali. Ma il passato industriale non sempre è da demonizzare, soprattutto quando, come nel caso di questo borgo del Galles meridionale, può valere una menzione da parte dell’Unesco. Il Blaenavon Industrial Landscape ha infatti reso il villaggio una destinazione di straordinario interesse per gli appassionati di archeologia industriale.
L’abitato, sviluppato a cavallo del XVIII e del XIX secolo, si adattò presto alle esigenze della nascente industria dell’acciaio, con una rete ferroviaria e stradale rivolta alle sue fabbriche piuttosto che alla popolazione. In servizio dal 1789 al 1902, la Blaenavon Ironworks fu una delle acciaierie pioniere nell’utilizzo della forza vapore per alimentare i suoi impianti e le sue impressionanti fornaci.
Allestito nelle miniere di carbone di Big Pit (chiuse nel 1980), il National Coal Museum permette una emozionante e claustrofobica conquista delle viscere della terra, con una discesa oltre i 90 metri di profondità, opportunamente attrezzati di caschetto, torcia, scarponcini e accompagnati da ex minatori.