Il Museo delle Arti decorative venne fondato nel 1867 a Berlino come luogo di formazione per gli ‘addetti ai lavori’ in una società in rapido sviluppo industriale. Dai pochi esemplari riuniti a scopo didattico si passò a una più ampia raccolta, capace di testimoniare lo sviluppo delle arti artigianali europee dal medioevo, che nel 1921 si arricchì dei pezzi provenienti dalla casa reale. L’attuale sede, un edificio progettato da Rolf Gutbrod nel 1967 e inaugurato nel 1985, si articola su tre piani. In una galleria separata è allestito un percorso didattico sulle tecniche delle diverse lavorazioni artigianali dal medioevo al design italiano degli anni ’70-’80 del XX secolo. Tra i pezzi medievali spiccano il Welfenschatz dal Dom di Braunschweig, la croce di Heinrich dal Münsterschatz di Basilea e il tesoro di Dionisus von Henger-Herford dell’VIII secolo. Tra quelli rinascimentali si segnalano il gabinetto degli smalti di Limoges e le straordinarie maioliche di Faenza e di Mantova. Ricchissimo di oggetti, come di genialità e inventiva, il periodo tra rinascimento e barocco: attrezzi e suppellettili per la casa, la toeletta e la farmacia da Amburgo (1610-16), libri e breviari in pergamena decorati in oro, innumerevoli giochi in ebano intarsiati in argento, cornici in ambra lavorata. Ampio spazio è concesso alle porcellane delle manifatture tedesche (Meissen, Frankenthal, Fürstenberg, Berlino e Nymphenburg) della seconda metà del ’700; il liberty è documentato nella ricchezza dei vasi di pasta di vetro boemi (1915-20) e negli smalti di Limoges, Nancy e Parigi, nei decori delle porcellane di Stoccolma e Copenaghen, nei vetri di Emile Gallé e nei raffinati oggetti di René Lalique e di Tiffany. Gli albori del moderno design si esemplificano attraverso la ricerca della forma pura di Bruno Paul, Peter Behrens, dei viennesi Adolf Loos e Josef Hoffmann, fino a Walter Gropius e all’avvento del Bauhaus. L’architettura del ’900 è suddivisa per temi. Nella sezione ‘Architetto d’Interni’ sono esposte opere di Otto Wagner, Hermann Muthesius, Henry Van de Velde, Charles Rennie Mackintosch, fino alla sedia superleggera di Giò Ponti (1955). Si passa quindi all’‘Architetto Designer’: Alvar Aalto, Marcel Breuer e la casa economica di Adolf Schnack del 1925. Il tema l’‘Architetto come Tecnico’ include la stagione dei progetti per i computer Olivetti (1982) e quelli di Marco Zanuso per il telefono Grillo (1966), la radio a transistor e il televisore Brionvega, i progetti di Peter Behrens per la AEG e il Werkbund. Dal 2004 il museo ha una seconda sede presso lo Schloss Köpenick, a sud-est della città (raggiungibile con la linea S47).