Il recente restauro dell’edificio e il relativo riallestimento delle raccolte hanno accresciuto l’importanza del museo, che espone anche opere di inizio Novecento appartenenti a quella che i nazisti avevano definito Entartete Kunst (arte degenerata), bandendola dai musei. Per la visita conviene partire dal terzo piano, dalle sale dedicate a Friedrich e Schinkel. Fra la ventina di tele di Caspar David Friedrich dominano quelle in grande formato (come Monaco sulla riva del mare del 1808-1810, Abbazia nel bosco di querce, del 1809-1810), ma molto suggestivi sono anche Donna alla finestra (1822), L’albero solitario (1822). Di Karl Friedrich Schinkel sono esposti alcuni oli immaginifici di architetture immerse in idillici paesaggi: Chiesa gotica su uno scoglio sul mare (1815), Castello sul fiume (1820), fino a rappresentazioni mitologiche come Veduta della fioritura artistica greca (1825). Intorno a queste sale centrali, il percorso principale di visita inizia con l’arte al tempo di Goethe, prosegue con l’arte del romanticismo e dell’epoca Biedermeier per terminare con i Nazareni, ovvero Peter Cornelius, Friedrich Overbeck, Wilhelm Schadow e Philipp Veit, attivi a Roma. Una sala intera è dedicata a Karl Blechen, che ritrae tipici luoghi berlinesi e italiani. Eduard Gaertner rimane fedele a Berlino con straordinari scorci della città come la Veduta intorno al castello (1855). Di Carl Spitzweg, romantico, ma anche ironico, sono esposti tra gli altri Inglesi in campagna (1835) e Strada di Venezia (1850). Si trovano al secondo piano le opere dei massimi impressionisti francesi: lavori di Edouard Manet, Monet, Cézanne, Pierre-Auguste Renoir, Eugène Delacroix (Il pensatore, 1881-83), bronzi di Auguste Rodin e di Edgar Degas. In una saletta semicircolare, in posizione defilata, sono esposti lavori di Gauguin, Bonnard, Denis e un piccolo quadro di Van Gogh. Nella prima sala sono esposti i cosiddetti ‘Tedeschi romani’, cioè Böcklin, Feuerbach e Hans von Marées, e ai lati gli artisti tedeschi di ispirazione francese come Leibl e la sua cerchia, Max Liebermann, Uhde. Sono esposti anche alcuni importanti lavori di Lovis Corinth. Nell’atrio marmoreo al primo piano sono sistemate sculture del neoclassicismo europeo, tra cui la copia dei busti delle principesse Luisa e Federica di Prussia (1795) e Figura femminile in peplo (1811-17) di Johann Gottfried Schadow; il monumento sepolcrale per il conte Alexander von der Mark, opera dello stesso artista, si trova invece sul pianerottolo superiore. La sezione di pittura realista, che ha inizio con Courbet, vanta una scelta straordinariamente ricca di opere di Adolf Menzel, tra le quali: La stanza con balcone, 1845; Camera da letto dell’artista nella Ritterstrasse, 1847; La linea ferroviaria Berlino-Potsdam, 1847. Seguono lavori di Thorwaldsen, Canova, Begas, von Hildebrand e Meunier. Chiude l’esposizione La camera della morte (1906), precoce dipinto simbolista di Max Beckmann.