Con lo scoppio dell’ultima guerra le opere del museo vennero trasferite in luoghi più sicuri; per le monumentali ricostruzioni fu solo possibile approntare rivestimenti protettivi, che non impedirono tuttavia i danneggiamenti e il sequestro da parte dell’Armata Rossa nel 1945, cui seguì il trasporto in Unione Sovietica. Nel 1958 furono almeno in parte restituite alla DDR e l’esposizione fu dunque riaperta. Il museo è organizzato intorno a una vasta sala centrale che contiene l’altare di Pergamo con la sua grande scala e il fregio. Altre sale occupano le ali dell’edificio. Quella a sinistra è dedicata all’arte e all’architettura della Grecia classica e ad esposizioni temporanee; quella a destra è occupata dalla porta del mercato di Mileto, seguita dalla sezione del Vorderasiatisches Museum in cui sono raccolte antichità dell’Asia Minore, dalla porta di Ishtar ai fregi della strada delle Processioni di Babilonia. Al piano superiore è ordinato il Museum für Islamische Kunst, ossia la sezione di arte islamica. All’epoca in cui Atene fioriva, Babilonia era da tempo in decadenza: eppure era stato il punto d’incrocio dei commerci internazionali e centro di un ricco artigianato, patria del dio Marduk e del governo di un regno potente, paragonabile all’impero romano. Nel Vorderasiatisches Museum, dedicato alle antichità dell’Asia Minore (tale il significato del suo nome), sono stati rimontati la porta di Ishtar e i fregi in piastrelle smaltate della strada delle Processioni (regno di Nabucodonosor II, 604-562 a.C.): lungo i 30 metri della via qui ricostruiti, sui 250 originari, due file di leoni, simboli della dea Ishtar, accompagnavano il cammino di chi entrava a Babilonia fino alla porta di Ishtar, con i draghi polimorfi e i tori simboleggianti gli dei Marduk e Adad che spiccano sui tasselli di ceramica blu. Sono inoltre conservati bassorilievi che raccontano le imprese di sei re assiri, secondo l’uso di scolpire su lastre di pietra calcarea scene di conquiste e di vita pubblica e di apporle alle mura dei palazzi: il più antico riguarda le gesta di Assurnasirpal II (883 a.C.), il più recente quelle di Assurbanipal (669-627 a.C.). Il Museum für Islamische Kunst è la sezione di arte islamica, fondata nel 1904 da Wilhelm von Bode e subito arricchita da donazioni del sultano; raccoglie oggetti fra l’VIII e il XIX secolo, ordinati per cronologia: ceramica, vetri, metalli, intagli in avorio e legno, tappeti, libri provenienti da un vasto territorio esteso dalla Penisola iberica fino all’Oriente. Particolarmente notevoli i resti del palazzo di Samarra e la facciata del palazzo di Mschatta (VIII secolo), proveniente dall’odierna Giordania e così chiamata dai pastori che vi si rifugiavano per l’inverno (mschatta = rifugio invernale). La deliziosa stanza di Aleppo (XVII secolo) è una camera rivestita in legno e finemente decorata in stile persiano ottomano, locale di rappresentanza di un ricco commerciante cristiano.