C’era una volta, intorno al 500 a.C., un principe caduto in disgrazia perché ammalato di lebbra. Immerso nei fanghi intorno alle fonti di Bath, il nobiluomo guarì e, tornato a corte, fu incoronato re. Il racconto della fortuna di questa cittadina è una favola, ma le sue sorgenti calde, uniche in Inghilterra, hanno realmente segnato le sorti di Bath sin dall’epoca romana, quando era nota come Aquae Sulis.
Continua a sgorgare acqua alla temperatura di 46.5°, al ritmo di 1250mila litri al giorno, la sorgente sacra del complesso termale, ed è ancora colma di acqua calda la grande vasca dei Roman Baths intorno alla quale si riconoscono i resti del “frigidarium”, del “calidarium” e del “tepidarium”.
Terme a parte, Bath ha un volto in prevalenza settecentesco, grazie all’opera degli architetti John Wood, Thomas Baldwin e John Adam che hanno regalato alla cittadina l’elegante aspetto georgiano che ammiriamo oggi e che leggiamo in alcuni romanzi di Jane Austen. Un abitato che si gira piacevolmente a piedi, tra edifici neoclassici, piazze palladiane abbracciate da colonnati, musei, verdissimi giardini ed eleganti ponti sull’Avon.
Dal 1987 la località è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.