Un monastero in cambio della vittoria in una battaglia cruciale per il Paese. Questo era il voto pronunciato da Dom João I d'Avis, successore al trono portoghese, prima della battaglia combattuta nel 1385 contro il re castigliano che voleva impossessarsi del Portogallo. Oggi il complesso è circondato da una piccola cittadina, immerso in un paesaggio di colline nel nord dell'Estremadura. È il capolavoro del gotico portoghese: portale, absidi e volte delle navate laterali conservano accenti locali (architetto era il portoghese Afonso Domingues), mentre le parti alte dell'edificio, la facciata e la volta della navata centrale risentono di influenze europee (come doveva essere, dato che il progettista era l'inglese Huguet). È dal fianco meridionale che si coglie la complessità della chiesa: a sinistra la cappella del fondatore; al centro le forme goticheggianti della navata, gli archi rampanti e il notevolissimo portale del transetto; a destra le cappelle incompiute. Manifesto dello stile gotico è la facciata, dove si apre un profondo portale intarsiato con scene e personaggi biblici. Dalla navata sinistra si passa al chiostro reale, da dove si accede alla casa do Capítulo, dall'architettura arditissima, coperta da una volta ogivale senza sostegno, che ospita le tombe dei militi ignoti della prima guerra mondiale e della guerra d'Africa. Si attraversa l'austero chiostro di Alfonso V per raggiungere le “capelas imperfeitas”, mai ultimate, nelle quali sono più volte ripetute le iscrizioni “Leauté faray” e “tã yaseray”, il motto di Dom Duarte I, re di Portogallo nel '400, “sarò leale finché vivrò”. Il monastero di Batalha è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco.