Allestito in un edificio a tre piani progettato dall’architetto statunitense Richard Meier, inaugurato nel 1995 come vetrina di respiro internazionale per le ultime tendenze dell’arte, ha avuto l’importante effetto di fungere da motore per il risanamento del lacero quartiere circostante. Passeggiando nelle vie attorno al MACBA si osserva una zona in rapida trasformazione, con un numero sempre maggiore di gallerie, librerie e caffè alla moda. Di particolare interesse, sul lato opposto della plaça dels Ángels, nella restaurata chiesa dell’ex convento de l’Ángel, il centro culturale con caffetteria e ristorante Foment de les Artes Décoratives, dove antico e moderno si fondono grazie all’uso discreto di ferro e acciaio; la cornice ideale per mostre che vanno dalla moda al design industriale. Giocato sul candore delle pareti e sulla trasparenza della grande vetrata, dall’allungata (120 x 35 m) e semplice volumetria, il palazzo progettato da Richard Meier si innesta su una tradizione di razionalismo che ha radici nella lezione di Le Corbusier. Meier ha lavorato in modo da dare continuità al rapporto tra l’edificio e il contesto circostante: la lunga rampa, leggermente inclinata, che è uno degli elementi di arredo della piazza, prosegue all’interno – e ben visibile dalla piazza attraverso le grandi vetrate – collegando il grande atrio (uno degli elementi forti del progetto) con i due piani superiori dell’edificio, dai cui corridoi si accede poi alle più raccolte sale espositive. La grande vetrata, esposta a sud, accoglie e filtra la violenta luce pomeridiana. Le sale del museo mostrano con generosità (una ampia selezione di un patrimonio che supera le 3500 opere, datate tra gli anni ’50 del XX secolo e oggi) la grande vitalità dell’arte contemporanea sia catalana che spagnola, raccontate in continuo rimando con protagonisti di altre scuole europee e nordamericane. La collezione permanente del Museu d’Art Contemporani de Barcelona copre l’arco cronologico che va dall’immediato dopoguerra a oggi (unica eccezione per alcune precedenti opere di artisti spagnoli delle avanguardie storiche) con largo spazio – nella prima delle quattro scansioni temporali in cui è divisa la collezione – per l’arte informale, che ha radici nel surrealismo spagnolo e in Antoni Tàpies un fertile caposcuola. Il successivo passaggio verso le opere concettuali e la riflessione sul significato della produzione artistica accosta le creazioni dei catalani Francesc Abad e Francesc Torres a figure come l’italiano Mario Merz e il tedesco Dieter Roth. Via via che ci si avvicina alla contemporaneità sfuma la linea di confine tra pittura, fotografia, multimedialità, pur tra esempi di fedeltà alla tela dipinta di artisti quali Miguel Barceló e Jean-Michel Basquiat. Spazialismo, pop art, land art, arte povera, neoespressionismo, transavanguardia, graffitismo sono solo alcune delle correnti documentate in questo affascinante percorso tra la creatività contemporanea. All’ingresso del museo viene consegnata un’audioguida: la spiegazione (però solo in catalano, in spagnolo e in inglese) può aiutare a penetrare i segreti delle ultime tendenze artistiche, operazione che si può rendere necessaria soprattutto nella visita delle opere più recenti, che spiazzano con installazioni, filmati, ambientazioni e altri manufatti di cui può risultare difficile comprendere il valore artistico. Alcune sale ospitano la collezione permanente, in continuo ampliamento, altri spazi sono destinati invece a mostre temporanee di levatura internazionale. Il museo si occupa inoltre di un fitto programma di attività che vanno da quelle di carattere didattico-pedagogico, a conferenze, proiezioni, manifestazioni dall’approccio multimediale.