Una cittadina delle fiabe, incastonata nel verde di una collina disseminata di costruzioni, spazi pubblici e sculture frutto della follia creativa di Antoni Gaudí. Iniziato nel 1910, il parco avrebbe dovuto trasformarsi in zona residenziale, ma l’insoddisfazione del committente Eusebi Güell portò alla fine dei lavori soli quattro anni più tardi. Non sarà piaciuto al richiedente, ma le migliaia di visitatori che visitano il parco ogni anno sono di tutt’altro avviso. Le costruzioni realizzate dall’architetto di Dio e la rigogliosa vegetazione spontanea entrano in una simbiosi perfetta, dando luogo a uno spazio in cui natura e architettura non solo si fondono, ma si esaltano a vicenda. Già ai due lati del cancello d’ingresso compaiono edifici stravaganti, dai colori, dalle finestre e dai comignoli a forma di fungo che paiono usciti da un cartone animato di gnomi anziché dalla mente di un architetto. Al centro del parco, la Casa-Museu Guell, costruita da Berenguer (1904-1906), dove un bell’allestimento con mobili, arredi, disegni, cimeli e la ricostruzione dello studio e della stanza da letto raccontano una parte della vita del grande maestro. Sorprendente è la maestosa scalinata, tripudio di mosaici, balaustre e fontane animalesche ricoperte di piastrelle colorate che conduce a quello che doveva essere lo spazio destinato al mercato. Può darsi non sarebbe stato funzionale alle trattative, ma questa selva di gigantesche colonne doriche è davvero impressionante. Sopra, un lungo e ondulato parapetto circonda la piazza (splendido belvedere) e fa da panchina, impreziosita da ceramiche, frammenti di piatti e altri materiali dai colori brillanti. Imperdibili le grotte preistoriche, nella parte settentrionale del parco, con le rocce scolpite a forma di radici che danno l’impressione di essersi persi all’interno di un bosco incantato.