Si riconoscono perfettamente la mano e la mente che hanno disegnato questo palazzo, pure affiancato dagli altri edifici che fanno di Passeig de Gràcia la strada modernista per eccellenza, punteggiata com’è di tetti, finestre e balconi stravaganti e illuminata dagli eccentrici lampioni di Pere Falqués. Lascia letteralmente incantati Casa Batlló (1905-1907) e altrettanto lo sarà stato il suo proprietario, l’industriale Josep Batlló, dopo aver lasciato carta bianca ad Antoni Gaudí per il rifacimento della sua residenza. Le sfumature di giallo, azzurro e verde movimentano una facciata già mossa da forme sinuose e rendono il palazzo una sorta di casa delle fiabe, suggestione che continua all’interno. Si entra in un delizioso cortiletto piastrellato con colori che vanno dal blu al bianco e, da qui, dominano prepotentemente le linee curve ed è curato ogni più piccolo dettaglio, dai camini, alle finestre, alle maniglie delle porte. Non poteva che esserci una scala a chiocciola in una casa dove la linea retta non si sa cosa sia e si sale alla terrazza. Qui gli immancabili camini surreali e una torretta che culmina con una croce sono decorati con mosaici in ceramica e vetro, colori e forme con cui Gaudí modella la leggenda di San Giorgio: un particolare gioco prospettico dà infatti l’impressione che la casa sia sormontata da un grosso drago. Dichiarata nel 2005 Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.