Il nome di questa stretta e profonda insenatura è legato a una storica ‘beffa’, giocata alla Marina militare austriaca nella notte tra il 10 e l’11 febbraio del 1918. Con un’impresa reputata impossibile, Gabriele D’Annunzio, Costanzo Ciano, Luigi Rizzo e una trentina di loro uomini, a bordo di tre leggeri ‘Mas’, superarono gli sbarramenti difensivi e penetrarono nel munitissimo porto, considerato sicuro rifugio della flotta da guerra austriaca. Celebri erano un tempo i suoi vigneti, faticosamente piantati sui ripidi versanti che sovrastano la strada litoranea grazie a un complesso sistema di muretti a secco. La zona subì una pesante industrializzazione nel secondo dopoguerra, ma oggi il famoso vino spumante Bakarska Vodica si produce di nuovo e molte delle oltre 80 ‘terrazze di Bùccari’, alcune delle quali lunghe più di 2 km, realizzate tra la fine del XVIII secolo e i primi anni del XIX, sono tornate a essere coltivate. In suggestiva posizione in fondo alla baia è Bakar (Bùccari), antico porto già conosciuto nel XIII secolo. Il borgo, dei Frankopani dal XV secolo al 1778, conserva l’aspetto medievale, con ripide stradine che salgono al Castello, più volte rimaneggiato. In riva al mare sgorgano sorgenti di acqua dolce: sono queste che permettono al mare di rimanere limpido anche nel fondo di questa chiusa insenatura dove non giungono mai le correnti. Contornando la baia si raggiunge Bakarac (Buccarizza), piccolo villaggio all’altra estremità dell’insenatura.