Monumento di eccezionale importanza sia per la sua curiosa compenetrazione con le mura, che ne fa uno dei più notevoli esempi di tempio-fortezza, sia per il suo carattere sostanzialmente già gotico, nonostante l’epoca di costruzione (ultimo terzo del XII secolo), molto precoce rispetto alla diffusione di questo stile in Spagna. La facciata è stretta tra due torri, di cui quella di destra incompiuta, con un portale plateresco del 1779. Sul lato sinistro si apre il trecentesco portale degli Apostoli, arricchito con statue e rilievi risalenti al secolo successivo. All’interno, la pianta a croce latina a tre navate con doppio deambulatorio è resa difficilmente identificabile dall’immenso coro che si para di fronte all’ingresso precludendo la visuale dell’insieme. Dalla prima cappella della navata destra si fa ingresso nel chiostro, del XIV secolo, da dove si può accedere alla parte più interessante della navata centrale, con il grande coro (1536-40) dai preziosi stalli. Di fronte, nella capilla Mayor, si ammira il retablo iniziato da Pedro Berruguete e terminato da Juan de Borgoña (1500-1510) con Vita e risurrezione di Cristo, mentre nel deambulatorio si segnala la tomba del vescovo Alonso de Madrigal, soprannominato el Tostado per la carnagione scura. Il suo ritratto mentre scrive è un piccolo capolavoro di Vasco de la Zarza (1518), improntato al rinascimento toscano. La sagrestia (accesso dal chiostro) venne eretta nel ’200 come sala capitolare e ha una bella volta a costoloni; vi si ammirano quattro gruppi lignei smaltati di bianco con Scene della Passione (XVI secolo) e un altare (1533) in alabastro della Flagellazione. Negli ambienti attigui è allestito il Museo de la Catedral, dove sono esposti notevoli dipinti (uno di El Greco) e oreficerie sacre.