Al N. 22 di Leofóros Vassilíssis Sofías una dimora, costruita in stile rinascimentale nel 1848 per la duchessa di Piacenza, ospita dal 1930 questa collezione di arte paleocristiana, bizantina e postbizantina. Il percorso di visita si snoda nei sotterranei del palazzo e nelle ex stalle, e si apre con una sezione che racconta la transizione dal mondo classico a quello cristiano. Diversi i pezzi degni d'interesse, tra cui sculture cristiane con elementi mitologici, un rilievo di Orfeo da Égina e la statua di Isvardia da Smirne. Provengono da Atene e da Naxos le decorazioni e i frammenti di mosaico dai luoghi di culto della prima cristianità. L'esposizione poi si concentra sulle icone, molte dipinte su entrambi i lati: spiccano una “Vergine della tenerezza” da Rodi e una rara icona mosaicata dall'Asia minore. Bellissime le pitture salvate dalla chiesa della Vergine di Episkopi, sommersa dal lago artificiale di Kremasta. Ai monasteri dell'Attica è dedicata la sala successiva, nella quale le pitture dimostrano un'influenza occidentale sull'arte bizantina. Si giunge alla sala dedicata alla caduta di Bisanzio passando per la notevole collezione di vasellame recuperata da una nave naufragata al largo di Alónissos.