Sono qui esposti reperti provenienti dalle Cicladi, quelle isole che, secondo il mito, erano nate in cerchio (kyklos) attorno all'isola sacra di Delo. La brillante civiltà fiorita su questo arcipelago ha certamente prodotto oggetti di rilievo, ma sono le figure, soprattutto femminili, ad avere affascinato archeologi, storici e artisti. E questi enigmatici idoli, dalle forme stilizzate, quasi fuori dal tempo, sono i protagonisti della collezione di questo museo, ospitato nel palazzo di Neofytou Douka dal 1986. Dei, o mortali. Non si è ancora capito cosa raffigurassero queste figure, ed è proprio il loro mistero a farle risultare ancora più intriganti. Accoglie i visitatori all'ingresso una “figura di donna” (2800-2300 a.C.) in marmo bianco perfettamente levigato e quasi trasparente, di provenienza, datazione e mano sconosciute. Pare quasi fare da anfitrione alle altre numerose immagini femminili e a introdurre al segreto che ancora nascondono, come la “grande statua”, alta circa 1.40 metri, proveniente forse da Kéros. Poche le rappresentazioni maschili, tra le quali spicca “uomo che brinda” (2400-2300 a.C.), seduto su una sedia con il braccio destro alzato. In origine colorate, il trascorrere dei millenni ha reso le figure diafane, di una modernità impressionante che ha sedotto addirittura Picasso. Al secondo e al terzo piano, vasi in stile geometrico, gioielli in oro e bronzo da Skíros, una bambola d'argilla (VI-V secolo a.C.), idoli votivi, oggetti con marcate influenze orientali e reperti dal periodo romano e bizantino.