Già il nome lascia immaginare la monumentalità di questo luogo di culto, intitolato a Zeus Olimpio, la divinità più importante della mitologia greca. Si tratta di uno dei più vasti e colossali templi dell'antichità, lungo quasi 108 metri, largo oltre 41, circondato da 104 gigantesche colonne alte 17.25 metri. Eretto nel VI secolo a.C. presso la riva destra del fiume Ilisso, fu abbandonato dopo la caduta dei tiranni. Le opere di ricostruzione si alternarono con momenti di decadenza fino al 129 d.C., quando i lavori vennero ripresi sotto Adriano che consacrò l'edificio. Di quest'intervento è testimone l'effige dell'imperatore, nella cella accanto alla statua crisoelefantina di Zeus e la vicina Porta di Adriano, costruita nel 132 d.C. a segnare il limite tra la città greca e quella romana. Le distruzioni operate dai barbari, la sottrazione di alcune colonne ad opera di Silla, che si dice ne fece trasportare alcune a Roma, i cambi d'uso che subì nel corso della storia non hanno impedito a che arrivassero sino a noi i maestosi resti dell'Olimpiéion. Il tempio doveva essere in origine una vera e propria selva di colonne ciclopiche: due ordini di 20 colonne sui lati, tre ordini di 8 sulle fronti; ne rimangono 13 architravate, altre isolate, qualcuna a terra con rocchi scomposti.