In questo piccolo museo, ristrutturato e completamente riallestito per le Olimpiadi del 2004, sono esposti molti reperti rinvenuti nel Keramicós, il quartiere abitato da vasai e artigiani della terracotta che, sebbene sia tra le aree archeologiche meno note di Atene, non manca di fascino. Arrivano anche dal cimitero del Ceramico, che accoglieva tombe delle famiglie più illustri, ornate di stele, statue e moltissimi vasi oggi in mostra. La scultura di un toro, proveniente dal complesso di Dioniso Kollytos, segna l'inizio della collezione di ceramiche. Dalle prime forme e decorazioni preistoriche si passa al nucleo più celebre della raccolta, quello delle ceramiche geometriche (IX-VIII secolo a.C.), con losanghe, reticoli e figure di animali stilizzati. Curioso il tavolo da gioco in miniatura, con un dado dall'aspetto funerario per via di 4 donne piangenti sui suoi lati. Spiccano i reperti provenienti da una sepoltura dove, in un intrico di 1200 tombe, riposavano gli ateniesi morti durante la pestilenza del 430 a.C., tra cui, per alcuni, ci sarebbe anche Pericle. Certo non ci si aspettava di trovare, durante i lavori per una delle nuove linee metropolitane, una delle sfingi della Porta sacra (550 a.C.), una statua raffigurante un giovane (koúros) e un leone in pietra (in una sala sulla sinistra dell'ingresso al museo). A testimoniare che l'Atene contemporanea si deve ancora inchinare davanti alle vestigia dell'antica città.