La visita delle Stanze istituzionali comincia al secondo piano nobile, dove si trovavano le sale di riunione delle più alte magistrature dello Stato: la Signoria, il Senato, il Consiglio dei Dieci, i Tre Inquisitori. Dalla scala d’Oro si passa nell’atrio quadrato, che ha al soffitto opere del Tintoretto e alle pareti dipinti del Veronese e Girolamo Bassano; quindi si entra nella sala delle Quattro Porte, dal ricchissimo soffitto ideato dal Palladio, con affreschi del Tintoretto e, tra le tele, Il doge Antonio Grimani in ginocchio davanti alla Fede; al cavalletto, Nettuno offre a Venezia le ricchezze del mare di Giambattista Tiepolo (1740). Nell’Anticollegio – sala d’attesa per personaggi illustri, ricostruito su progetto del Palladio e di Vincenzo Scamozzi – al centro della volta, tra stucchi dorati, è un affresco del Veronese (1577); ai lati delle porte d’accesso, quattro pannelli a soggetto mitologico del Tintoretto (1577); alla parete opposta al camino, sulla sinistra, il Ratto d’Europa del Veronese (1580). Nella sala del Collegio, dove sedeva la Signoria, di mano del Veronese sono i dipinti nel soffitto intagliato (1575-78), tra cui Venezia in trono onorata dalla Giustizia e dalla Pace, e alcune tele alle pareti, assieme a opere del Tintoretto. Nel fastoso soffitto della sala del Senato, un dipinto di Jacopo e Domenico Tintoretto celebra la nobiltà della Serenissima; alle pareti, dipinti di Palma il Giovane e Tintoretto. Nella sala del Consiglio dei Dieci, il soffitto, intagliato e dorato, contiene originali e copie di opere del Veronese. Il nome della sala della Bussola, primo degli spazi riservati all’amministrazione della giustizia, in cui si conserva la ‘bocca’ per le denunce segrete, viene dalla bussola lignea che maschera l’entrata alle stanze seguenti, oggi accessibili – fino all’Armeria – solo nell’ambito del circuito Itinerari segreti.<br>Il percorso prosegue attraverso le stanze del potere al primo piano nobile, partendo dal Liagò (la veranda, in dialetto veneziano) con sculture di Antonio Rizzo. Oltre la sala della Quarantia Civil Vecchia si accede a quella del Guariento o dell’Armamento dove è esposto quanto resta del Paradiso, grandioso affresco realizzato dal pittore padovano (1365-67) per la sala del Maggior Consiglio, rovinato dall’incendio del 1577. La sala ricostruita accoglie oggi il Paradiso, maestosa composizione dipinta nel 1588-94 da Jacopo Tintoretto e dal figlio Domenico con l’aiuto di Palma il Giovane e altri; nel mezzo del soffitto, Apoteosi di Venezia del Veronese. L’immensa sala dello Scrutinio custodisce un Giudizio universale di Palma il Giovane (1587-92). Nella sala del Magistrato alle Leggi si conservano trittici di Hieronymus Bosch. Una scala scende al ponte dei Sospiri.<br>Gli Itinerari segreti conducono agli uffici ‘borghesi’, angusti e rivestiti di legno, del Notaio ducale e del Deputato alla Segreteria del Consiglio dei Dieci, quindi all’ufficio del Cancellier grande e alla sala della Cancelleria segreta. Si passa quindi alla stanza della Tortura o del Tormento, con le celle dei prigionieri, e ai Piombi, le segrete nel sottotetto, famose perché vi fu detenuto Giacomo Casanova (che però riuscì a evaderne). Tra gli altri ‘ospiti’ illustri: Giordano Bruno, Silvio Pellico, Daniele Manin, Nicolò Tommaseo. Due rampe di scale scendono alla saletta dei tre Inquisitori di Stato, temuta magistratura preposta a trattare gli affari più delicati della Repubblica, con opere del Tintoretto. Comunicante è la sala dei Tre Capi del Consiglio dei Dieci, dove venivano aperte le denunce (al soffitto, opere del Veronese): di qui si esce nella sala della Bussola.<br>Un nucleo di visita tematica a sé è costituito dall’Armeria, che conta oltre 2000 pezzi – tra corazze e armi bianche e da fuoco di ogni genere – di grande interesse storico.