Nell'area dove un tempo si apriva la porta Nuova, demolita durante il periodo napoleonico, si costruì tra il 1860 e il 1868 la nuova stazione, in sostituzione del vecchio terminale per Genova, prima linea ferroviaria del Regno sabaudo. È uno dei luoghi più trafficati della città, ma nel giro di pochi anni Porta Nuova, con il potenziamento della stazione di Porta Susa, perderà la sua centralità all'interno del sistema di mobilità urbana. Per questo motivo si prospettano ipotesi di futura riconversione parziale dei suoi ampi e suggestivi spazi, già sottoposti a una significativa riqualificazione, con inaugurazione nel febbraio 2009. Esempio della sua esibita monumentalità è la facciata (Carlo Ceppi e Alessandro Mazzucchetti), larga quasi 130 m, con altissime arcate e ampie vetrate. Sulla sinistra della facciata della stazione, oltre alla lunghissima via Nizza che si dirige verso sud, è il quartiere San Salvario, borgo commerciale ottocentesco, negli ultimi decenni divenuto simbolo della Torino multietnica. La tendenza alla convivenza di diversità etniche assume forma concreta e trova radice storica nell'architettura religiosa, visto che nel quartiere sorgono a poca distanza la sinagoga (piazzetta Primo Levi N. 12) in stile moresco inaugurata nel 1884, e la chiesa evangelica valdese (corso Vittorio Emanuele II N. 23) in stile neo­gotico, firmata da Giuseppe Formento su indicazioni di Charles Beckwith ed edificata nel 1853.