Fondata nel X secolo dalla facoltosa famiglia di origini slave Jubanico, da cui il nome ufficiale di S. Maria Zobenigo, fu ricostruita nella seconda metà del XVII secolo a spese e gloria della famiglia Barbaro, rappresentata, entro nicchie, nelle statue della candida facciata barocca, opera di Giuseppe Sardi (1678-83); in basso sono inserite sei vedute planimetriche di città (Zara, Candia, Padova, Roma, Corfù e Spalato), legate alle imprese del casato al servizio – in mare e in terra – della Serenissima. Nell’interno, il soffitto piano è ornato da grandi tele di Antonio Zanchi (1690-96); intorno corre la Via Crucis, dipinta da vari artisti veneziani (1755-56); nella cappella Molin, cui si accede dal lato destro, la Madonna col Bambino e S. Giovannino è l’unica opera di Rubens a Venezia, mentre dietro l’altare maggiore spiccano i Quattro evangelisti, già portelle dell’organo, vigorosa opera di Jacopo Tintoretto.