Antica e monumentale, la basilica di San Paolo Maggiore si erge al centro storico della città di Napoli. Il complesso si imposta nello spazio precedentemente occupato dal tempio dei Dioscuri (I sec. d.C.) del quale ingloba due colonne corinzie superstite e il relativo architrave.

La più antica fase della chiesa è da individuarsi nella costruzione del VIII/IX sec. eretta per celebrare la vittoria dei napoletani sui saraceni. Nel 1538 la basilica venne affidata a Gaetano Thiene per volere di Pedro da Toledo. Con l’avvento dei chierici regolari teatini conobbe un radicale rinnovamento edilizio a firma di Francesco Grimaldi, Giovan Battista Cavagna e Giovan Giacomo di Conforto.
Rispettivamente i lavori interessarono il transetto e l’abside poligonale, quindi la navata centrale affrescata con le Storie dei santi Pietro e Paolo e la Vittoria dei napoletani sui Saraceni (Massimo Stanzione, 1643-44) e infine le navate laterali. Nel XVIII sec. gli interventi di Francesco Solimena, Domenico Antonio Vaccaro e Giuseppe Astarita contribuirono a impreziosire l’antica basilica di San Paolo.

Ferita dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, in occasione dei lavori di restauro del 1962 vennero scoperti i resti del tempio primitivo e l’antico cimitero.

Oltrepassato il portare inquadrato dalle "colonne dei Dioscuri", che l’architetto Arcangelo Guglielmelli riuscì ad armonizzare nella facciata della basilica di San Paolo Maggiore, si accede in uno spazio tripartito.

L’edificio, con pianta a croce latina, presenta una navata centrale e un transetto con copertura ribassata e le navate minori sovrastate cupolette ellittiche; ogni lato è, inoltre, arricchito da quattro ricchissime cappelle maggiori. Altre sei cappelle movimentano lo spazio del transetto.

La Basilica custodisce tra le opere: le tele di Andrea De Lione con le Storie di San Gaetano (bozzetti di Andrea Vaccaro); le Storie della vita di Gesù (otto per lato), il San Gaetano Vittorioso sull’Eresia e il San Gaetano che esorta ad onorare il Sacramento e in controfacciata la Dedicazione del tempio di Salomone di Santolo Cirillo del 1737. Sull’arco del presbiterio fan bella mostra di sè i santi Pietro e Paolo di Andrea Vaccaro del 1660.

L’altare maggiore (opera di Anselmo Cangiano) si armonizza nel ciborio di pietre rare a forma di tempietto realizzato da Raffaele Mytens.

La Basilica, che espone in facciata le statue di San Pietro e San Paolo (Andrea Falcone, 1671), si arricchisce nella pianta grazie al santuario di San Gaetano Thiene, alla chiesa del Santissimo Crocifisso detta la Sciabica e ai due monumentali chiostri.

Tra gli ospiti del complesso, ricordiamo infine, Andrea Avellino. Entrato in basilica come postulante, venne nominato preposto, canonizzato dalla Chiesa è ricordato dai napoletani per l’aiuto offerto ai bisognosi.