La storia di questo museo è la storia della potente dinastia dei Wittelsbach, del suo gusto per l’arte e della passione per il collezionismo. Il primo nucleo della Pinacoteca Antica fu creato dal duca Massimiliano I e poi arricchito dei dipinti fiamminghi, tedeschi e olandesi, dai paesaggi, dai ritratti e dalle nature morte accumulate dai suoi discendenti. Tiziano, Murillo e Rubens presto furono affiancati a capolavori provenienti da acquisizioni di raccolte private, dalla secolarizzazione di beni ecclesiastici, da giochi di eredità e cessioni tra famiglie potenti. A Luigi I si deve la costruzione dell’attuale sede museale, eretta tra il 1826 e il 1836 in stile rinascimentale veneto, nella quale si contano oltre 14mila dipinti. Si comincia con l’arte fiamminga e si passa nelle sale degli olandesi Rembrandt, Rubens e Van Dyck. Di eccezionale valore, e non poteva essere altrimenti, la raccolta di lavori tedeschi: spiccano Holbein il Vecchio, Cranach il Vecchio, Grünewald e Dürer, con la sua abilità nel mescolare il rigore nel tratto, l’espressività nordica e i colori del rinascimento italiano. Ricchissima la sezione dedicata alla pittura italiana dal ‘300 al ‘700, con artisti del calibro di Giotto, Beato Angelico, Leonardo, Botticelli, Tiziano, Tintoretto, Raffaello e Canaletto. Non mancano i maestri francesi e spagnoli, tra cui Boucher, El Greco, Murillo, Goya e Zurbarán.