Il più antico edificio sacro della città, avviato nel 1160, rimanda alle contemporanee fabbriche di area lombardo-emiliana. Riferibili a maestranze piacentine (la scuola di Nicolaus) sono in particolare le sculture del portale maggiore, terminate nel ’200; notevoli, nella lunetta, il Redentore tra la Vergine e S. Bassiano e Adamo ed Eva sugli stipiti, in curiosa posizione a gambe accavallate, grottesche figure a mo’ di telamoni. La torre campanaria (rifatta nel ’500 dopo un incendio) integrata nella facciata deriva forse da un modello normanno, mentre più tardo è il protiro gotico sorretto da leoni stilofori (1284); rinascimentali sono il rosone (1506) e le bifore con timpano (1509). L’interno, basilicale a tre navate, è stato riportato da un restauro novecentesco all’aspetto originario. Nella 1ª cappella destra si trovano i polittici della Strage degli innocenti (1529) di Callisto Piazza e dell’Assunta (1517) di Alberto Piazza; alla parete sinistra, il monumento sepolcrale di Bassiano da Ponte (1510) di Andrea Fusina. Nella 3ª cappella, il Miracolo della Madonna della Neve, grande tela di Giulio Cesare Procaccini. Nella 4ª, da cui si apre un passaggio al contiguo cortile dei Canonici e da qui al Palazzo vescovile, un vasto affresco tardogotico raffigurante un dantesco Giudizio universale, con grotteschi diavoli torturatori dei dannati, e grandi tele del Malosso, pittore manierista cremonese. Sul pilastro alla sinistra della scala per la quale si accede al presbiterio, un altorilievo gotico raffigura S. Bassiano fra due devoti. A destra è l’accesso al Museo diocesano di Arte sacra, che conserva opere di scuola lodigiana (Lupi, Piazza) e oggetti appartenuti al tesoro di S. Bassiano, tra cui l’ostensorio e il baldacchino donati dal vescovo Carlo Pallavicino nel 1495. Nella cappella di destra del presbiterio si trova una quattrocentesca Madonna della Scala: sulla destra, una figurina lignea col pugnale levato ricorda l’oltraggio vandalico inferto all’icona nel 1448 da un nobile lodigiano (ne sgorgò miracolosamente sangue). Dietro l’altare maggiore, 11 tarsie rinascimentali di frate Giovanni da Verona, provenienti dalla chiesa di S. Cristoforo, sono inserite nel coro ligneo moderno. Il mosaico del catino dell’abside centrale (Assunta e santi, 1964) è di Aligi Sassu. Su un pilastro del presbiterio, prima di scendere le scale verso la navata di sinistra, un bassorilievo raffigurante un calzolaio (XII secolo) testimonia il contributo dato dalla corporazione all’edificazione della chiesa. Sul fronte della cripta è murato un bellissimo bassorilievo romanico, Ultima cena, forse proveniente da Laus Pompeia, che sovrasta una sequenza di affreschi votivi tre-quattrocenteschi. Nella cripta si conservano le reliquie del patrono san Bassiano e un gruppo ligneo della Pietà (XV secolo). Lungo la navata di sinistra sono visibili vari frammenti di affreschi votivi, alcuni dei quali coevi all’epoca della costruzione del duomo. Sul 3° pilastro sinistro della navata centrale si trova la statua di S. Bassiano in rame dorato (1284), fino al 1959 posta nell’edicola della facciata sovrastante il rosone (poi sostituita da una copia).