Immortalato nel 1494 in un celebre acquerello di Dürer, il castello fu fondato come presidio imperiale nella prima metà del XIII secolo, lungo le mura urbane, in posizione dominante rispetto alla città. Fin dal 1255 divenne la sede dei principi vescovi di Trento, che lo trasformarono nel corso dei secoli in una magnifica residenza. Si tratta di un insieme di corpi di fabbrica di diversa epoca racchiusi entro un'imponente cinta muraria munita di bastioni, che cela un magnifico giardino all’italiana. Su tutto domina l’alta torre circolare detta d’Augusto, cui si accede attraverso la corte del medievale Castelvecchio, ingentilito da un’ariosa loggia in stile gotico veneziano. Di nobili proporzioni rinascimentali è l’adiacente Magno palazzo, eretto dal cardinale umanista Bernardo Clesio e decorato da grandi maestri del rinascimento come G. Romanino, D. Dossi, M. Fogolino e Z. Zacchi. Risale infine al 1686 la cosiddetta Giunta Albertiana, dove si conservano preziosi stucchi e affreschi barocchi. All’estremità meridionale del complesso si eleva torre Aquila, decorata al suo interno da uno fra i più importanti affreschi del gotico internazionale: il Ciclo dei Mesi. Dopo la fine del principato vescovile (1803), il castello venne adibito a caserma austriaca e fu teatro dell’esecuzione degli irredentisti italiani Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi. Nel 1924 divenne museo nazionale e dal 1973 appartiene alla Provincia Autonoma di Trento. Il museo ospita una notevole collezione di dipinti, sculture, opere grafiche, codici miniati, stufe in maiolica, nonché importanti raccolte archeologiche e numismatiche