Che non se la prendano i nemici giurati degli anglismi ma la parola overtourism è accettata con tutti i crismi anche dall’Accademia della Crusca. E dunque che overtourism sia. Al tema dà ampio spazio in questo numero la sezione Idee di Touring di febbraio: cresce infatti in maniera esponenziale il numero dei turisti, questo genera ricadute negative sui territori, esplodono proteste da parte dei cittadini, si svuotano dei residenti i centri storici e le città d’arte in favore degli affitti brevi e così via. Insomma è un problema. Al quale cerca di suggerire qualche risposta il Centro Studi del TCI.

Altro tema che va in conflitto anche con il turismo è quello del cambiamento climatico e dell’inquinamento. Ne parla alla sua maniera, diretta e schietta, Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, nell’intervista a Touring dove riassume in anteprima i contenuti del suo libro, edito da Touring Club Italiano, che già dal titolo rischia di essere d’attualità: Prove tecniche di estinzione. Il sottotitolo, Istruzioni per salvare il salvabile, lascia però qualche filo di speranza sulle sorti dei sapiens del XXI secolo. Ma per ottenere dei risultati bisogna arginare il negazionismo climatico antiscientifico e rifiutare il diffuso approccio fatalistico e rassegnato che si avverte di fronte a fenomeni come il moltiplicarsi delle alluvioni, la siccità di intere regioni, l’inquinamento dell’aria, la desertificazione…  Si parla tanto, si organizzano convegni, conferenze, meeting internazionali, ma alla fine – sostiene Tozzi – nella pratica si fa ben poco. Forse le iniziative dei singoli e i richiami e gli appelli della stragrande maggioranza degli scienziati non servono a molto, eppure (o forse proprio per questo) bisogna continuare a farli. «I venti sono contrari, apparentemente, ma la ragione della scienza deve trovare spazio» conclude il nostro scienziato collaboratore.

Tra i reportage di viaggio del mese segnalo quello sulla città siciliana di Sciacca alla quale abbiamo dedicato la copertina. Lo spunto, un’originale iniziativa messa in piedi dai cittadini. Per una volta il grande potenziale turistico, spesso trascurato, della Sicilia si è trasformato in un progetto “Sciacca a cinque sensi”, che vede i saccensi, come tanti ciceroni, far conoscere ai visitatori il loro ricco patrimonio storico, artistico (soprattutto ceramiche e corallo), gastronomico e artigianale. Oltre che per il paesaggio, le storie e le leggende (come quella, vera, dell’isola Ferdinandea, spuntata dal mare nell’800 e dopo pochi mesi di nuovo sparita sott’acqua) intorno a questa antica cittadina dalle radici greche, poi araba, in provincia di Agrigento, per le sue case tipiche di paese “siculo“ che è stata il set di film iconici del cinema italiano diretti da Pietro Germi (ricordate Sedotta e abbandonata? o In nome della legge?) al quale è stato dedicato un itinerario dedicato per appassionati di cineturismo

Su questo numero di Touring c’è poi il racconto di una curiosa congiunzione di destini. Quelli di due noti personaggi vissuti a mezzo secolo di distanza l’uno dall’altro, Lord George Byron e Giuseppe Garibaldi. Entrambi si erano idealmente ritrovati nelle stesse valli del Ravennate e nella grande capitale bizantina. Entrambi transfughi: il romantico poeta inglese in fuga da Venezia dove aveva lasciato cuori infranti e scandali vari, l’Eroe dei Due Mondi scappato da Roma con la moglie Anita dopo il crollo della Repubblica mazziniana. Quest’area ai confini dello Stato Pontificio e della Serenissima Repubblica veneziana li accolse entrambi: il primo sostenitore e finanziatore dei primi Carbonari, il secondo protagonista assoluto del nostro Risorgimento. A loro due nei mesi scorsi è stato dedicato un museo, uno per piano, nello stesso palazzo Guiccioli nel centro di Ravenna, a un passo dalla tomba di Dante (dove visse in un curioso ménage à trois lo stesso Byron). Infatti non è un palazzo qualsiasi. Anzi, con Byron fu teatro di altre imprese, meno eroiche ma altrettanto focose... Lo scoprirete leggendo il reportage. Una curiosità: nel museo dedicato al Risorgimento sono in esposizione i numerosi oggetti e arredi della collezione di Giovanni Spadolini e Bettino Craxi, entrambi appassionati raccoglitori di memorabilia garibaldine.

La Lombardia, si sa, è una delle zone più abitate, urbanizzate e industrializzate d’Italia. Ma anche qui esistono ancora ampie sacche di resistenza della natura. Un’oasi verde tutelata dove, tra ponti di ogni sorta, centrali idroelettriche d’epoca e persino un traghetto senza motore mosso da funi e ideato da Leonardo da Vinci e ancora in funzione, una pista ciclabile che segue l’alzaia dell’Adda, si può scoprire la ricchezza di questo territorio (e della sua ricca fauna) sorprendentemente intatto che si raccoglie intorno al fiume, ma anche la possibilità di incontri con curiosi personaggi che lo abitano e lo proteggono. Il nostro inviato Tino Mantarro l’ha percorsa e ce l’ha raccontata. 

Altre due segnalazioni di due servizi da non perdere.  

Il primo, perfetto da leggere nel periodo di Carnevale, è un ritratto di una Venezia segreta, misteriosa, libertina  discreta dove tutto è messa in scena, finzione, trasgressione e divertimento. 

La seconda racconta una nostra passeggiata in Germania tra Weimar, Dessau e Berlino, le tre sedi della rivoluzionaria scuola di architettura, design e arte: insomma il celeberrimo Bauhaus. Dove Barbara Gallucci ha messo in risalto il particolare e decisivo ruolo che ebbero le donne di quel mitico gruppo di artisti e intellettuali, senza averne il giusto riconoscimento.  

Buona lettura!
Silvestro Serra