La cucina e la gastronomia tipica delle Dolomiti sono elementi chiave per l’identità ladina del territorio di Rocca Pietore, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

L’origine antica delle ricette ladine è il motivo della loro deliziosa semplicità: ingredienti autentici, sapori freschi e genuini fanno di ogni piatto un’esperienza unica e indimenticabile.

Le colture rese possibili dal clima dolomitico sono quelle che non necessitano di grande calore e che sopportano gli sbalzi termici presenti in quota.

La cucina ladina è un viaggio attraverso la cultura e i sapori, un’esperienza che vi prenderà per la gola e vi regalerà sensazioni uniche: dal sapore particolare della carne di selvaggina con la polenta al retrogusto dolciastro della ricotta affumicata, dallo speziato dei dolci tipici al profumo e delle grappe aromatizzate al cumino, al pino mugo, al ginepro, ai mirtilli e fragoline di bosco.

Cereali come orzo, frumento, segale, avena e legumi, ortaggi come piselli, fagioli, rape e patate ed ancora mele, prugne, albicocche, frutti di bosco, fragole e funghi del sottobosco: questi i prodotti della terra, lavorati con cura e dedizione dai cuochi e dagli chef locali.

Con particolare riferimento ai prodotti autunnali, meritano certamente di essere citati le patate, i funghi, lo zafferano.

Ed ancora i formaggi ed i prodotti caseari. Grande attenzione viene data alla loro preparazione dalle malghe del territorio. Speziati, stagionati o freschi, a pasta molle o più decisi: la degustazione dei formaggi locali regala un tripudio di sapori a cui non si può rinunciare.

Dal pranzo in rifugio come meritata ricompensa dopo un meraviglioso trekking fra le valli più belle delle Dolomiti, alla serata conviviale in uno dei ristoranti della valle ed ancora alla cena ricercata: ogni occasione è buona per rigenerarsi a tavola e per assaporare i gusti tipici del territorio.

Qualche spunto per un piatto tipico che potrete assaporare nei ristoranti del nostro territorio?

Ecco un assaggio: i canederli, conosciuti come balòte o bale, proposti in brodo o con burro fuso, con lo speck o con gli spinaci e la ricotta, oppure con il formaggio; i casonzièi  o casunziei, mezzelune di pasta all’uovo ripiene di spinaci e ricotta, zucca, rape rosse oppure patate; gli gnocchi di patate locali con il burro fuso e la ricotta affumicata o alla zucca;  la “menèstra da orz” con stinco di maiale affumicato.

RICETTA DEI CANEDERLI (balòte o bale)
INGREDIENTI
Pane raffermo 250 g
Speck 150 g
Cipolle bianche 50 g
Uova (medie) 2
Latte intero 250 g
Burro 10 g
Pepe nero q.b.
Prezzemolo q.b.
Erba cipollina q.b.

PREPARAZIONE
Per preparare i canederli, conosciuti come balòte o bale, per prima cosa  preparate il brodo di carne da tenere in caldo. Mondate e tritate finemente la cipolla e  tagliate a pezzi di circa 2-3 mm lo speck.

In una padella fate sciogliere il burro a fuoco dolce e versate la cipolla e lo speck, facendoli rosolare per 5 minuti e mescolando spesso. Spegnete il fuoco e tenete da parte.

Tritate l’erba cipollina e il ciuffo di prezzemolo e tagliate il pane raffermo a dadini di circa 0,5 cm.

Versate in una ciotola il pane e aggiungete il latte (iniziate mettendone 200 g e in caso aggiungetene se l’impasto risultasse asciutto e poco malleabile), unite anche le uova, l’erba cipollina e il prezzemolo tritati.

Proseguite unendo speck e cipolla ormai intiepiditi e iniziate a mescolare per amalgamare il tutto. Se l’impasto è asciutto, aggiungete ancora del latte. Se invece dovesse risultare troppo appiccicoso o molle, unite un pizzico di farina. Una volta pronto, inumidite leggermente le mani con acqua fredda e formate i canederli di un diametro di circa 5 cm roteando l’impasto tra le mani.

Posizionateli man mano su un vassoio: con le dosi indicate dovrebbero essere circa 10. Una volta pronti potete cuocerli nel brodo di carne bollente per circa 15 minuti a fuoco  moderato.

Potete sostituire lo speck con la pancetta o la lucanica.

La ricetta originale prevede il brodo, ma se li preferite asciutti, potete condire semplicemente con burro e formaggio grattugiato oppure adagiati nel sugo con il goulash di manzo.

Foto di Baita Dovich

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