Tra mete romantiche e caratteristici carnevali, vi portiamo alla scoperta di 10 borghi Bandiera Arancione da non perdere a febbraio. Sono luoghi accoglienti, certificati dal Touring per le loro qualità turistiche e ambientali, dove troviamo comunità ospitali che, con impegno ed entusiasmo, mantengono vive antiche tradizioni: per esempio quelle legate a carnevali davvero tipici e spesso molto antichi. Ma anche mete romantiche, destinazioni ideali per una gita fuori porta o un piacevole weekend: uno scenario naturalistico suggestivo, un centro storico tipico e raccolto, una leggenda d’amore... sono tanti gli elementi che possono rendere romantica una località, magari per un weekend in occasione di San Valentino!
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1. ORTA SAN GIULIO (NO)
Situato in splendida posizione sulla sponda orientale del lago d’Orta, da molti considerato il lago più romantico d’Italia, Orta San Giulio è un pittoresco borgo attraversato da strade strette e tortuose, su cui si affacciano antiche case e palazzi barocchi con cortili porticati e balconi in ferro battuto, ma anche negozi e locali: qui il visitatore può andare alla ricerca di oggetti in ferro battuto e assaporare la cucina tipica. Piazza Motta è il salotto della località, cuore pulsante della vita cittadina, nel lato settentrionale della piazza si trova uno dei simboli della località, il palazzo della Comunità, dall’ampio porticato. Guardando verso il lago si può ammirare la piccola isola di San Giulio, un’oasi di pace con la “via del silenzio e della meditazione” (a seconda del senso in cui la si percorre), gli edifici settecenteschi e l’abbazia benedettina (i battelli per l’isola partono da piazza Motta ogni 15 minuti circa).
Da non perdere, a circa 400 mt. di altitudine e in posizione dominante sul paese, il Sacro Monte di Orta, inserito dall’UNESCO nella lista dei siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità. Da visitare anche la frazione di Legro, noto anche come il borgo dipinto: ad accogliervi vie colorate e case con numerosi affreschi, che hanno come tema principale il mondo del cinema, si tratta infatti di film che hanno scelto come ambientazione luoghi del lago d’Orta.
Isola di San Giulio / foto Raffaela Quaglia
2. CASTIONE DELLA PRESOLANA (BG)
Nota località turistica ubicata ai piedi della Presolana, massiccio montuoso delle Prealpi Orobie Bergamasche, nota anche come “La Regina” per la sua bellezza ed imponenza. È un paradiso naturalistico per gli amanti della montagna, della natura e dello sport. Meta ideale in ogni stagione, in inverno offre piste da sci adatte a tutti, piste di fondo, percorsi per sci alpinismo e per ciaspolate, pista di pattinaggio ed escursioni in motoslitta. Numerose le ville storiche di fine ‘800 e inizi ‘900, testimonianza del turismo d’époque in Alta Valseriana, progettate da prestigiosi architetti. Da segnalare il borgo di Rusio, piccola frazione che dista solo 2 km dal capoluogo, è uno dei pochi esempi di architettura contadina.
Per i più romantici, il Salto degli Sposi, splendido belvedere, raggiungibile con una piacevole passeggiata (anche in inverno), che ricorda la tragica leggenda legata al musicista polacco Maximilian Prihoda e alla nota pittrice Anna Stareat che qui decisero di buttarsi abbracciati per sancire il loro eterno amore. Una vicenda di fine Ottocento ancora avvolta nel mistero. Oggi è presente una rete sul precipizio, oltre la quale è collocata una statua raffigurante i due sposi. Numerosi gli innamorati (e non) che visitano questo luogo per ammirare il paesaggio e celebrare l’amore eterno.
Castione della Presolana, frazione Rusio / foto Federico Tomasoni
3. SAPPADA (UD)
Formata da 15 borgate, Sappada è una piccola località montana che conserva ancora numerose case in legno, costruite con la tradizionale tecnica "a blocco", testimonianza dell'architettura rurale storica. Notevole il contesto ambientale e naturalistico: le montagne dolomitiche, i boschi di conifere e i grandi prati che d’inverno si trasformano in piste da sci. L’offerta sportiva e di divertimento spazia dal classico sci fino ai tour guidati in motoslitta e alle arrampicate sulle cascate di ghiaccio. Simbolo della località sono le maschere di legno, create da esperti artigiani, utilizzate per il caratteristico Carnevale. Le sue origini risalgono a quelle della piccola comunità germanofona che quassù si insediò nel medioevo; il Carnevale Sappadino (Plodar Vosenòcht) è allegoricamente dedicato ai poveri, ai contadini, ai signori, ognuno dei quali ha dedicata una delle tre domeniche di festeggiamenti che solitamente precedono il Mercoledì delle Ceneri, quest’anno il 5, 12 e 19 febbraio.
Il personaggio più tipico, tanto da essere eletto a simbolo di Sappada, è il Ròllate: il pellicciotto (pelz) di caprone e il cappuccio gli conferiscono un aspetto bestiale, quasi a farlo sembrare un orso dal volto umano che brandisce minacciosamente una scopa, ma la sua origine zoomorfa non gli impedisce di rivestire funzioni tanto divine, quanto demoniache. Il suo nome, Ròllate, deriva dalle rumorose sonagliere di bronzo che porta alla cintura, le “rolln” nel dialetto locale. Il Carnevale di Sappada è una delle tradizioni più caratteristiche nella vita del paese.
Sappada, il Carnevale / foto Consorzio Sappada Comelico Dolomiti
4. PIEVE DI CENTO (BO)
Con il suo impianto medievale ancora intatto, Pieve di Cento si trova a circa 20 km da Bologna. Quasi 2 km di portici incorniciano il centro storico ricco di arte e storia, gioiello di urbanistica medievale con la trama regolare delle vie simmetriche. Da non perdere la poderosa Rocca, di origine trecentesca. In occasione del carnevale, quest’anno in programma il 5, 12 e 19 febbraio, Pieve si colora con grandi sfilate di carri mascherati, bande e sbandieratori nel centro storico.
Il carnevale di Pieve di Cento ha origini molto antiche, fin dalla metà dell’Ottocento si ricordano le feste organizzate in piazza dalla Sozietè dal Zass, della quale faceva parte anche Barbaspèn, oggi la maschera rappresentativa pievese: un mendicante che durante le feste di Carnevale di Pieve di Cento veniva fatto sfilare per le strade, trasportato su una portantina. Ancora oggi Barbaspen viene ricordato come una persona divertente e simpatica, gran mangiatore e bevitore. A partire dal 1984, l’artista Pirro Cuniberti reinterpretò il suo personaggio, facendolo diventare una maschera, nonché il simbolo del Carnevale pievese.
Le società carnevalesche sono 12, composte da giovani volontari che lavorano alla costruzione dei carri allegorici, a tema ogni anno differente, mettendo a frutto le loro capacità creative nella lavorazione della cartapesta.
Il Carnevale di Pieve di Cento
5. DOZZA (BO)
Dozza è un suggestivo e romantico borgo incorniciato da vigneti che si estendono lungo il confine occidentale tra Romagna ed Emilia. Il centro storico conserva intatto l’originale tessuto edilizio medievale e la maestosa Rocca Sforzesca, trasformata da Caterina Sforza in castello fortificato, che si armonizza perfettamente con il resto dell’abitato e segue il tracciato delle antiche mura. Dozza è una vera galleria d'arte a cielo aperto: il borgo è infatti costellato da più di 200 murales, testimonianza permanente della Biennale del Muro Dipinto che dagli anni ’60 lascia in eredità al territorio capolavori sempre nuovi. Davvero incantevole passeggiare tra i vicoli per ammirare le originali opere d’arte dipinte sui muri delle case: sembra proprio di essere in una fiaba!
All’ interno della Rocca troviamo la sede dell’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, dove sono esposte centinaia di etichette prestigiose, provenienti da tutta la regione. Tipici della zona sono i vini Albana DOCG e Sangiovese DOC. Da non perdere anche il Sentiero del Vino: piccola escursione fruibile tutto l’anno che conduce, attraverso vigneti e cantine, ad angoli panoramici e piacevoli scorci naturalistici e permette di visitare alcune tra le più interessanti aziende vitivinicole del territorio. Per gli amanti del genere fantasy, a Dozza troviamo “La Tana del Drago”, il primo centro studi al mondo dedicato a J.R.R. Tolkien, l’autore de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli.
Dozza, la Rocca / foto Archivio Tci
6. MANCIANO (GR) -
In piena Maremma toscana, Manciano è la destinazione perfetta per gli amanti della natura e della storia, luogo di benessere dove trascorrere romantici e rilassanti weekend. Località dalla storia millenaria, a raccontarla troviamo il Cassero (oggi sede del Comune), una costruzione imponente costruita su un masso di pietra arenaria grigia, di origine aldobrandesca domina l’abitato in posizione panoramica. Dalla torre panoramica, elevata nel 1935, si gode di un panorama mozzafiato sulla Maremma tosco-laziale e sulle isole dell'Arcipelago Toscano, con una vista che, nelle giornate particolarmente nitide, arriva fino alla Corsica.
A pochi chilometri dal capoluogo c’è la frazione Montemerano, gioiello medievale tra gli uliveti, un borgo ben conservato e tipico dove passeggiare in tranquillità e in un’atmosfera suggestiva. Poco distante, la frazione Saturnia, definita “una delle città più antiche d’Italia”, famosa anche grazie alle sue preziose acque, che sgorgano ad una temperatura di 37,5° e che sono state riconosciute tra le acque termali più benefiche al mondo. Da non perdere, le rinomate Cascate del mulino, spettacolari vasche naturali libere, formate dallo scorrere continuo delle acque sulla roccia calcarea e alimentate dalle acque termali del torrente Gorello (circa 37 °C).
Manciano, frazione di Montemarano / Foto Giulia Rinaldi
7. SANTA FIORA (GR) -
Il centro storico di Santa Fiora è diviso in tre terzieri, da scoprire passeggiando tra i vicoli caratteristici. La visita inizia dal terziere Castello, la parte più antica con i resti di edifici e fortificazioni aldobrandesche, e prosegue attraverso la Porticciola nel terziere Borgo, dove fu collocato il ghetto degli Ebrei, fino al terziere di Montecatino caratterizzato dalla Peschiera, parco-giardino sforzesco.
Nella piccola frazione di Marroneto si svolge un’antica e particolare tradizione, si tratta del “Carnevale morto”, quest’anno in programma sabato 18 febbraio. Un evento giocoso, satirico e molto curioso, qui infatti il carnevale non è sinonimo di maschere e sfilate di carri allegorici ma è l’occasione per proporre uno spettacolo messo in scena dalla gente del posto. Una particolare rappresentazione che si tramanda da generazioni, dove si dà il saluto al "Carnevale" che viene ucciso dalla "Quaresima".
Santa Fiora, peschiera e rupe lavica / foto Ido Vetuli
8. CASTELMEZZANO (PZ)
Un borgo romantico incastonato tra le montagne, il piccolo Comune di Castelmezzano è inserito all’interno del Parco Naturale Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, con queste ultime che gli fanno da sfondo, rendendolo davvero affascinante. L’arrivo nel piccolo borgo è molto suggestivo perché vi si entra da una galleria scavata nella roc7cia dopo aver superato una spettacolare gola, all’uscita dalla galleria Castelmezzano appare come un piccolo presepe arroccato.
Il centro storico è tipicamente medievale, un agglomerato concentrico di case con tetti a lastre di pietra arenaria incastrate in una conca rocciosa. Passeggiare per il centro storico è davvero magico per la presenza delle costruzioni inserite nella roccia, per le numerose scale ripide che si aprono tra i vicoli e che invitano a salire alle vette sovrastanti e godere dei meravigliosi panorami delle Dolomiti Lucane. Una meta assolutamente da non perdere per un piacevole weekend ricco di emozioni.
Castelmezzano / foto Antonio Bocca, concorso fotografico Tci
9. ALIANO (MT)
Aliano si trova in un paesaggio di pregio, quasi lunare, quello dei calanchi lucani. La località è stata immortalata dalla penna di Carlo Levi, che con il nome di Gagliano lo descrisse in Cristo si è fermato a Eboli. Profondo è il rapporto tra lo scrittore e il borgo, in cui visse in confino e amò a tal punto da voler essere seppellito nel piccolo cimitero del paese. All’interno del borgo è possibile visitare la Pinacoteca Carlo Levi, il Parco letterario Carlo Levi e la casa restaurata dove abitò. Da vedere anche il Museo della civiltà contadina e la curiosa Casa del malocchio che ha le sembianze di un volto umano per tenere lontani gli spiriti e gli influssi negativi.
Di antica tradizione ad Aliano sono i festeggiamenti per il Carnevale, con le tipiche “maschere “cornute” che solitamente si aggirano per il paese in occasione del Martedì Grasso, accompagnate dalla musica delle fisarmoniche e della “cupa cupa”. Si tratta di opere uniche costruite dagli abili artigiani locali, i coloratissimi cappelli cercano di smorzare le maschere minacciose. Le iniziative di carnevale sono in programma tutte le domeniche di febbraio e martedì 21.
Carnevale di Aliano / foto Basilicata Turistica
10. TEMPIO PAUSANIA
Storica cittadina di fondazione romana, sorge nel cuore della Gallura su un altopiano granitico fitto di sughere e vigneti, cui fanno da sfondo le cime del monte Limbara. Immersa nel verde, Tempio Pausania è poco lontana da alcune rinomate località della costa. Il centro storico, tipico e vivace, affascina con la splendida pietra granitica grigia tipica del luogo. Qui si tiene il Carrasciali Timpiesu, un carnevale storico, unico nel suo genere in Sardegna, un evento molto sentito dalla popolazione locale, la cui tradizione affonda le sue radici in un passato che ha lasciato traccia in vari documenti, il più antico dei quali risale alla prima metà dell’800. Un rito che però non è rimasto uguale nel tempo.
Negli Anni Sessanta comincia una vera e propria rivoluzione organizzativa, di comunicazione e di immagine, che in pochi anni trasforma una festa di antica tradizione, da semplice festa popolare in un vero e proprio fenomeno di costume. Lo spirito surreale e fantastico di questa manifestazione viene incarnato dai mastodontici e colorati carri allegorici di cartapesta, magistralmente realizzati. Del passato resta la figura del personaggio incontrastato del Carnevale Tempiese: “Sua Maestà Re Giorgio”, enorme figura portata in trionfo su un trono lungo il corso mascherato, che rappresenta il potere in tutte le sue forme grandi e piccole. Per sei giorni Re Giorgio viene festeggiato con grandi e gioiose sfilate ma il Martedì Grasso lo aspetta il rogo. Il Carnevale è in programma dal 16 al 21 febbraio.
Maschere tradizionali del Carrasciali Timpiesu
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