Ad Agliè, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano nel Canavese a una 40ina di chilometri da Torino, mangiare e bere bene vuol dire provare i due prodotti tipici da non perdere.

Gli artigiani del gusto producono i torcetti, dolci tipici alladiesi mentre i vignaioli producono vini come l’Erbaluce di Caluso DOCG, ricavato dalle uve del vitigno autoctono, e rossi DOC come il Canavese Rosso, il Canavese Barbera o il Canavese Nebbiolo.

I TORCETTI
Specialità artigianale della pasticceria secca piemontese, sono chiamati cosi per la loro particolare forma attorcigliata. Secondo alcune fonti, le origini dei torcetti sono molto antiche. Nel Settecento, nelle Valli di Lanzo, erano noti come “torchietti”, biscotti di pasta di pane. Sono stati poi citati nel libro della Confetturiere Piemontesi del 1790 e, nel 1854, sono comparsi anche nel Trattato di Cucina e Pasticceria Moderna con le tre varianti di Giovanni Vialardi, aiutante cuoco di re Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II. Secondo la tradizione nasce ad Agliè nei primi del ‘900 dalle abili mani del pasticcere Pana che un giorno, invece di reimpastare i ritagli di pasta rimasti dalla lavorazione di un dolce li piegò a ovale e li fece cuocere: il  risultato fu talmente apprezzato che da allora iniziò la produzione del torcetto. La specialità fu quindi presentata alla tavola dei duchi di Genova: anche a quella nobile mensa il Torcetto piacque molto, tanto che nel luglio 1939 la Principessa Bona di Baviera di Savoia Genova rilasciò a “PANA FRANCESCO, PANETTIERE IN AGLIE’” uno speciale attestato di benevolenza nominandolo suo personale fornitore. 

Ancora oggi il Torcetto viene prodotto artigianalmente: la pasta, i cui ingredienti costituiscono un segreto dei pasticceri alladiesi, viene tagliata a listelli passati nello zucchero, piegati a mano uno ad uno per dare loro la caratteristica forma a cuore, posti nelle teglie e infornati; dopo la cottura vengono scaldati sotto una lampada per caramellare lo zucchero in superficie. Solo a questo punto i veri Torcetti di Agliè sono pronti per deliziare i golosi.

SAGRA DEL TORCETTO
La terza domenica di aprile, ad Agliè, prende vita la “Sagra del Torcetto e del dolce tipico piemontese”. La festa dedicata ai dolci e all’enogastronomia canavesana e piemontese è organizzata dall’Associazione turistica Pro Loco di Agliè. I protagonisti della sagra sono i “torcetti”, ma sotto gli antichi portici del Borgo Storico e in piazza Castello espositori e produttori canavesani e piemontesi propongono i loro prodotti: dolci tipici piemontesi, salumi, formaggi e vini…e molto altro ancora.

Leggi il nostro approfondimento sulla pasticceria Alfonsi, storica produttrice di torcetti.

ERBALUCE DI CALUSO
Quando si è davanti ad un calice di vino siamo attenti ad apprezzarne il sapore, l’aroma, la trasparenza ma  bisogna ricordare che quel calice inoltre racconta una storia, una storia iniziata molto tempo prima.

L’Erbaluce è uno tra i più antichi vini Piemontesi, già noto al tempo dei Romani col la denominazione 'Alba Lux' e menzionata successivamente, nel XVII secolo, da vari studiosi che la descrivono come "bianca, risplendente quanto l'alba". Ne è testimonianza l'opera del 1606 di Giovan Battista Croce nel libro “Della eccellenza e diversità de i vini che nella Montagna di Torino si fanno, e del modo di farli” da lui scritto. Presente nell’elenco dei vini D.O.C. (forse primo tra i vini Piemontesi) nel 2011 ottiene la Denominazione D.O.C.G. con il Decreto dell'8 ottobre 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 248 del 22.10.2010. Denominazione che mantiene tutt’ora come Erbaluce di Caluso D.O.C.G insieme a Erbaluce di Caluso Spumante D.O.C.G e Erbaluce di Caluso Passito D.O.C.G. Questo vino viene prodotto in soli 36 comuni, di cui 32 in provincia di Torino e gli atri nelle province di Biella e Vercelli, come dettato dal rispettivo disciplinare.

LA LEGGENDA DELL'ERBALUCE

Una leggenda antica narra che Albaluce fosse la figlia del Sole e dell’Alba, una bellissima fanciulla adorata da tutti gli abitanti che facevano a gara per ingraziarsela con i loro doni. Un periodo di carestia costrinse gli abitanti a prosciugare il lago per cercare altre terre da coltivare, costruendo un canale per far defluire le acque. Il fiume straripò e distrusse tutte le popolazioni che abitavano attorno all’antico lago; Albaluce ne fu così addolorata che pianse per giorni e notti intere. Le sue lacrime si trasformarono in tralci di vite che produssero uva bianca, che fu chiamata Erbaluce. Naturalmente questa è solo una leggenda; le colline su cui viene coltivato l’Erbaluce di Caluso sono di origine morenica, ossia formate dallo spostamento dei ghiacciai. Il terreno è particolarmente adatto per la coltivazione della vite, poiché presenta in superficie uno strato ciottoloso che, grazie anche alla forte pendenza delle colline, favorisce il deflusso delle acque, mentre nello strato inferiore si ha la presenza di argilla che trattiene l’acqua per i periodi di siccità.

L’Erbaluce di Caluso ha un colore giallo paglierino con riflessi dorati provenienti proprio dal sistema di pressatura degli acini. Aroma caratteristico di frutta gialla, banana e ananas in particolare, ed un leggero accenno agrumato. Floreale di ginepro, ad un esame più attento si possono sentire anche delle note balsamiche, molto leggere. Al gusto è vinoso e di buona acidità, caratteristica di questo vino, che lo rende fresco e riporta di ritorno i profumi sentiti al naso. L’acidità di questo vino è compensata dalla buona morbidezza, segno della pienezza zuccherina degli acini al momento della vendemmia; la buona persistenza gusto-olfattiva completa il quadro d’insieme, proponendosi come un vino da gustare giovane, entro un paio di anni dalla vendemmia. Ha una gradazione alcoolica che non deve essere inferiore agli 11°. Queste caratteristiche lo rendono adatto come accompagnamento a piatti a base di pesce di lago o di fiume poichè riesce a ripulire bene la bocca dalla loro grassezza. Può anche essere adatto insieme a risotti o minestre, sempre a base di pesce.

Per gustare e acquistare i vini locali, si può far riferimento alla Cantina Massoglia o all'azienda agricola Daniele Druetto.

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