La strada finisce qui. E anche la valle. Davanti a noi si staglia la parete est del Monte Rosa, con i suoi 4634 metri la seconda cima delle Alpi dopo il Monte Bianco. Siamo in Piemonte, anche se Torino dista 190 km e invece Milano solo 140 km. Ma soprattutto, siamo in montagna. Una montagna vera, autentica, dura ma ospitale.

Il tiglio millenario piantato dai fondatori del borgo di Macugnaga nel Cinquecento

La Valle Anzasca si sviluppa per 30 km a ovest della val d’Ossola, con un dislivello di più di mille metri e culmina con il massiccio del Monte Rosa. Secondo una leggenda romantica, la montagna sarebbe così chiamata per il colore delle sue cime all’alba e al tramonto, anche se il toponimo viene da un antico termine celtico che indicava il ghiaccio. Il versante est del monte Rosa si affaccia su Macugnaga, piccolo borgo (circa 500 abitanti) di origine antica: i primi insediamenti nella zona risalgono infatti al XIII secolo, quando i Walser giunsero in questa valle dall'Alto Vallese germanico e vi si stabilirono. 

Macugnaga, frazione Staffa: le case tradizionali e sullo sfondo il Monte Rosa - Foto Shutterstock

Le tracce dell'insediamento walser sono ancora oggi evidenti a Macugnaga, nelle architetture tradizionali perfettamente conservate e nell'Antica Casa Walser, piccolo ma caratteristico spazio museale in frazione Borca. È visitabile anche in inverno grazie alla gentilezza e alla disponibilità della signora Lia (basta prendere appuntamento al telefono), mentre d'estate e nei periodi di festa è aperto con orari definiti.

Nella bella stagione (apre il 1° giugno) merita una visita anche la Miniera d’oro della Guia, in frazione Fornarelli. A metà fra la visita speleologica e il museo etnografico, la prima miniera-museo italiana racconta “sul posto” la dura vita dei minatori che nei secoli passati qui lavoravano per estrarre l’oro dalla montagna.

Statuetta e utensili tradizionali Walser nell'antica casa museo di Macugnaga

Macugnaga vive questa doppia realtà, solo in apparenza contrastante, di borgo di montagna millenario e di giovane e apprezzata località turistica invernale, grazie a un attento equilibrio e a una cura del suo territorio e delle sue frazioni che ha contribuito a far ottenere al borgo la Bandiera Arancione TCI, il riconoscimento di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano ai piccoli Comuni dell'entroterra che si distinguono per un'offerta di eccellenza e un'accoglienza di qualità.

La frazione Pecetto di Macugnaga, ai piedi del Monte Rosa

Macugnaga vanta due comprensori sciistici di tutto rispetto con i loro 20 km di piste in un incredibile scenario. Al Belvedere di Macugnaga, con partenza dalla località Pecetto, le piste sono 6: 3 blu e 3 rosse. Si parte dai 1.390 metri di Pecetto per raggiungere i 2.000 metri del Belvedere. 

La vetta del Monte Rosa vista da Macugnaga - Foto Shutterstock

Dalla località Staffa è invece possibile arrivare appena sotto la vetta del Monte Moro che, con i suoi 2.985 metri d’altitudine, permette di sciare sulla neve d’alta quota e di scendere fino in paese lungo due piste rosse altamente panoramiche, la Meccia di 4 km e la Moro-Bill di 6.5 km. Seggiovie e funivie sono funzionanti anche in estate e permettono bellissimi itinerari di trekking quasi tutti facili soprattutto sul versante Pecetto-Belvedere. 

L'arrivo della funivia di Monte Moro, con la mappa dei due comprensori sciistici di Macugnaga

Per scoprire la cucina del territorio, vi rimandiamo a questo approfondimento dedicato. Qui ci limitiamo a suggerire, anche se non sciate, di fermarvi a pranzo al Rifugio Paradiso, al termine della seggiovia che sale da Pecetto. A dispetto della posizione, ha una cucina di alto livello e offre anche piatti vegetariani e vegani, oltre ai classici di montagna come la polenta con il cervo e lo strudel di mele con la panna.

Cervo con la polenta al ristoro Paradiso, fra le piste di Macugnaga

Per gli amanti dello sci di fondo, Macugnaga ha anche un anello di 5 km presso la frazione Pecetto, quella da cui partono gli impianti di risalita ai piedi del monte Rosa. E per chi ama il silenzio e la tranquillità dei boschi, da Macugnaga parte anche un bellissimo itinerario in ciaspole.

Da Pecetto si costeggia il torrente Anza verso Staffa e poi Borca, seguendo la segnaletica “Lago delle Fate/Val Quarazza” per un tracciato di 4 km percorribile in un’ora e mezza, senza dislivelli e quindi adatto a tutta la famiglia, fino ad arrivare all’imbocco della val Quarazza e al laghetto ghiacciato. Lo stesso itinerario è fattibile d’estate in mountain bike.

Il Lago delle Fate in inverno - Foto Marco B. Cerini / archivio Distretto turistico dei laghi

Alcuni hotel hanno una spa interna (fra gli altri segnaliamo quella dell’hotel Dream, piccola ma con grandi vetrate panoramiche sulla valle); per rilassarsi dopo una giornata sugli sci c’è anche il Centro benessere Walser in località Staffa.

INFORMAZIONI