articolo di Stefano Brambilla

Clementine, cedri, aranci, limoni. In questi giorni deve essere inebriante il profumo nell’aria a Cannero Riviera. Perché in questo piccolo borgo sulla sponda piemontese del lago Maggiore sta per prendere il via l’evento dell’anno: la grande Festa degli agrumi, un’occasione di celebrazione, di racconti, di assaggi in onore di una tradizione che ha dell’incredibile. “Siamo il luogo più a nord d’Italia dove gli agrumi vengono coltivati in piena terra” ci spiega Susanna Donini, responsabile del settore cultura e turismo del Comune. Eh già, un piccolo record: la Calabria è lontana, la Sicilia ancor di più, eppure in questo fazzoletto di terra in piena area alpina - siamo a pochi chilometri dal confine svizzero - fioriscono da secoli gli aranci. E quali aranci!

Facciamo un passo indietro. Tutto inizia grazie alla famiglia Borromeo, che fin dal Cinquecento abbellisce i suoi possedimenti - primo fra tutti l’Isola Bella - con alberi ornamentali portati da ogni dove, tra cui, appunto, alcuni agrumi. Che grazie a un particolare microclima da queste parti si trovano bene e iniziano a essere piantati anche nei giardini privati in riva al lago. “L'acqua mitiga le temperature, certo, ma noi siamo favoriti anche da una particolare conformazione geografica: il paese è ai piedi del monte Morissolo, che ferma l’aria fredda dal nord” spiega Susanna. Limoni e mandarini hanno continuato a crescere rigogliosi nei secoli. Poi, negli ultimi anni, un’amministrazione intelligente - Cannero Riviera è dal 2008 certificata con la Bandiera arancione del Touring Club Italiano - decide di investire su questa tradizione. E il paese si entusiasma intorno ai “suoi” agrumi.

“Nel 2012, dopo tre anni di studi, è stato inaugurato un parco pubblico, chiamato appunto Parco degli agrumi” spiega Susanna. “Qui, su alcuni terrazzamenti tipici del territorio, l’Università di Torino ha piantato 25 varietà presenti nel borgo: passeggiarci specialmente nel tardo inverno è un’esperienza da provare”. Poi, la creazione dell’evento, la Festa degli agrumi, giunta quest’anno alla 12a edizione: ogni anno, a marzo, mostre, conferenze, musica, installazioni, arte contemporanea, fotografie, degustazioni, tutto a tema agrumi. Un calendario fittissimo di appuntamenti, in cui il paese intero è coinvolto: per esempio tutti aprono le porte dei loro cortili - costellati di agrumi, naturalmente. “Ognuno nel suo piccolo fa qualcosa e lo fa con grande orgoglio” sorride Matilde Zanni, 21 anni, che nel profumo delle zagare è cresciuta tanto da diventare una guida, una volontaria e una entusiasta sostenitrice di questa tradizione. “Sapessi quanti occhi sbalorditi anche dall’estero, a trovare nella nostra zona tutti questi frutti meravigliosi…”.

A Cannero Riviera vivono poco più di 900 abitanti. Una comunità piccola, dove tutti si conoscono, dove la scuola è sulla spiaggia e i bambini all’intervallo tirano ciottoli nel lago. “Proprio i bambini sono tra i protagonisti della festa” spiega Matilde “anch’io mi sono innamorata così dei nostri agrumi, quando ero più giovane. Da anni, gli studenti delle scuole medie durante la festa diventano i camerieri di una sala da tè, dove servono il bercencione e i murisciulitt. E non ti dico che bello vederli così calati nel ruolo, pronti a spiegare cosa sono questi due prodotti e perché solo Cannero può vantarli”. Scopriamo che il bercencione è un tè creato dai ragazzi con tè verde equosolidale, cui i ragazzi aggiungono un mix di scorze di bergamotto, cedro, arancio e limone locali. Mentre i murisciulitt sono biscotti a base di farina di mais - e ovviamente scorze di agrumi. Riprendono la forma e il nome del Morissolo, il monte che protegge dal freddo.

Un bell’investimento sul futuro del borgo, se almeno qualche ragazzo, nonostante l’Università porti inevitabilmente altrove, poi ha voglia di tornare a casa e magari rimanere per rendere vivo e attrattivo il suo paese. L’entusiasmo di Matilde è coinvolgente, per esempio. Le chiediamo qualche curiosità sugli agrumi di Cannero e ci racconta della mano di Buddha, una varietà di cedro ornamentale straordinaria che sembra avere tante dita; del canarone, un limone cedrato probabilmente nato a Cannero, vero e proprio orgoglio del borgo; del microcitrus, detto anche limone caviale (“mia madre me l’ha regalato, l’abbiamo piantato in cortile, i frutti contengono tante piccole gocce croccanti: un sapore unico!). E poi, l’arancia rossa pigmentata. “Un frutto rarissimo, la cui polpa diventa rossa grazie alla forte escursione termica” spiega “l’abbiamo solo noi e una zona sull’Etna”. Giorni tiepidi e notti fredde: le piante si sono adattate al clima e sono state fortificate, nel tempo, grazie a innesti ad hoc. Il che ha permesso la creazione di varietà uniche. “Quest’anno arriveranno dalla Sicilia alcuni ragazzi con cui abbiamo fatto uno scambio culturale, da zona di agrumi a zona di agrumi. Loro, vicino a Lentini, si prendono cura di un frutteto cresciuto su terre confiscate alla mafia. Ci daranno anche loro una mano. Perché, più che una coltura, quella degli agrumi di Cannero è davvero una cultura”. 

INFORMAZIONI
- La festa degli Agrumi di Cannero Riviera si svolge nel 2019 dal 9 al 17 marzo, con appuntamenti tutti i giorni. Il programma completo lo si trova sul sito www.agrumidicannero.altervista.org
- Per scoprire perché Cannero Riviera è un borgo Bandiera arancione, ecco la nostra scheda dedicata