Era il 19 marzo 1995, festa di san Giuseppe Lavoratore: un giorno destinato a fissarsi per sempre nella storia di Agnone, e in particolare di chi allora era presente in paese. Quel giorno nel piccolo borgo molisano arrivò niente meno che il Papa: durante la sua visita pastorale in Molise, Giovanni Paolo II aveva voluto incontrare i rappresentanti dei lavoratori proprio qui, e non a caso. Ad Agnone ha sede infatti da ben mille anni quella che oggi può a pieno titolo definirsi la “fonderia del Papa”: la Pontificia fonderia di campane Marinelli ha infatti il diritto e l'onore, conferitole nel 1924 da Pio XI, di avvalersi dello stemma papale per la fabbrica e per le sue eccezionali creazioni. Fra le quali portano ovviamente la firma di Marinelli le grandi campane celebrative per i Giubilei: quella che, Giovanni Paolo II pontefice, il 1° gennaio del 2000 aprì l’Anno Santo in Piazza San Pietro ora è conservata nei Giardini vaticani, con il battaglio bloccato, mentre l'ultima è stata invece per il Giubileo straordinario della misericordia voluto da papa Francesco nel 2016.

Karol Wojtyla ad Agnone fu ovviamente accolto dal suono festoso delle famose campane, un suono che sembrava mettere tutti di buonumore, compreso il Santo Padre; “Sono felice”, disse, “di essere in mezzo a voi in questo antico centro del Molise, che ha diffuso nel mondo messaggi di cultura e di fede, veicolati dal lavoro dei suoi figli e, in qualche modo, anche dal suono delle sue famose campane. Avrò tra poco la gioia di assistere alla “colata” di una nuova campana della Fonderia Marinelli: una campana che recherà in bassorilievo la profezia di pace di Isaia (Is 2, 4) e che sarò lieto di donare, quale simbolo di preghiera e di pace, all’Organizzazione delle Nazioni Unite, in occasione della mia visita in autunno a tale alto consesso internazionale. La fusione del bronzo e di altri metalli per la realizzazione della campana mi sembra una bella metafora augurale per un mondo che ha più che mai bisogno di armonizzare, e quasi di “fondere” le sue diversità in un solido progetto di pace. Trovo inoltre molto significativo che la colata delle campane di Agnone sia accompagnata dalla preghiera, specialmente dall’invocazione della Madre di Dio. Questo antico rito, mentre esalta il senso profondo del lavoro umano santificato dalla fede e dall’orazione, esprime la profonda religiosità che alimenta la vita e la storia di questa città. E questo introduce molto bene il nostro incontro dedicato al lavoro”.

Era questa infatti soltanto l'introduzione a una profonda meditazione che il Papa poi pronunciò sulla bellezza e l'importanza del lavoro artigianale. Parole di valore universale, ma che in questo luogo assumevano un tono particolarmente vero. Perché se c'è un luogo dove ha storia antica l'amore per l'opera delle proprie mani, la passione per il lavoro artigianale, questo è proprio Agnone. Lo attesta la eccezionale e millenaria storia della fonderia Marinelli, probabilmente il più antico stabilimento oggi ancora esistente al mondo per la fabbricazione delle campane. Certo, campane e campanelle si realizzavano già anticamente, in Cina e in India, fra i Greci e fra gli Etruschi. La leggenda vuole che le campane di grandi dimensioni in bronzo siano però nate in seguito in Campania (proprio da “vasa campana”, così detti per la loro forma a vaso o a tazza rovesciata, deriva il nome della regione) e che la prima campana vera e propria abbia risuonato a Nola grazie al suo geniale vescovo, san Paolino da Nola.

Fu proprio la Chiesa cattolica a rendere le campane oggetti sacri, che richiamavano alla preghiera e su cui si imprimevano iscrizioni votive. Un'arte difficile, quella di fondere rame e stagno ottenendo una lega capace di risuonare armoniosamente. Un'arte che ha trovato i suoi massimi interpreti proprio ad Agnone, dove un certo Nicodemo Marinelli “campanarus” nel 1339 fuse una campana di circa due quintali per una chiesa del Frusinate. Ma è solo la testimonianza più antica di una storia iniziata anche prima, e che ancora continua, con una tecnica di fusione più o meno rimasta immutata, anche se la definizione del suono di una campana non ha mai smesso di progredire, raggiungendo eccelsi livelli quanto a purezza del suono e a ricchezza timbrica. Per la riuscita di una buona campana bisogna determinare spessore, peso, circonferenza e altezza, in base al timbro sonoro che si vuole ottenere, rapporti che sono definiti nella “Scala Campanaria”. Competenze che la Fonderia Marinelli ha maturato in secoli di ininterrotta esperienza, sopravvivendo anche alla seconda guerra mondiale, quando la Fonderia dovette sospendere l’attività dato che il bronzo veniva requisito per l'industria bellica. A conflitto finito, nel 1949 la Fonderia Marinelli ottenne l'incarico di fondere le campane dell'abbazia di Montecassino, distrutta dai bombardamenti. Purtroppo nel 1950 un devastante incendio costrinse ad abbandonare la vecchia sede e a realizzare una nuova officina alla periferia di Agnone. Poi nel 1954 arrivò la medaglia d'oro del presidente della Repubblica, consegnata alla famiglia Marinelli in quanto “ditta più anziana per attività e fedeltà al lavoro in campo nazionale”.

Quella dei Marinelli è un'esperienza a tutto campo, che dalle campane si allarga anche a tutto ciò che può avere a che fare con esse. Altissima è per esempio la loro competenza sull’architettura del campanile in cui collocare una campana, legandola alla struttura portante tramite sistemi detti “ceppi”, strutture in metallo che oggi permettono il movimento meccanico delle campane anche senza l’uso delle corde, di fatto ormai relegato al folclore o alle manifestazioni concertistiche. Una sfida particolare e sempre nuova è quella con le leggi dell’acustica, che deve tenere conto della configurazione dell’edificio in cui collocare la campana e dei materiali in cui è realizzato. E se l'elettronica ha rivoluzionato quest'arte antichissima, la Fonderia Marinelli è all'avanguardia anche in questo, nella realizzazione di impianti tecnologici che consentono di gestire da 1 a 88 uscite, memorizzare 1000 suonate.

Il passato e il presente della Fonderia Marinelli rivivono nel bel Museo storico della Campana “Giovanni Paolo II”, nato nel 1999 accanto all'officina. Oltre a documentarvi origine e tradizioni delle campane, vi è esposta la più vasta collezione al mondo di bronzi sacri, tra cui una preziosissima “campana dell’anno Mille”, e poi manoscritti, antichi documenti, testi rari come l’edizione olandese del “De tintinnabulis” (1664), opera definita la bibbia dell’arte campanaria. Il museo dispone inoltre di ampia sala convegni, biblioteca, archivio, videoteca, spazio proiezioni. Presso il negozio del Museo è sempre possibile visionare e acquistare piccoli e raffinati esemplari di campane da parete e da appoggio, in bronzo o argento, tra gli 8 e i 20 cm, che possono anche essere commissionate per avere esemplare personalizzati, con fregi o iscrizioni particolari.

Testo di Roberto Copello; per le foto, si ringraziano la fonderia Marinelli (fonderiamarinelli.it).

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