Giorno dopo giorno è il progetto per raccontare Peccioli, il borgo Bandiera Arancione del Pisano che in questi anni ha visto portare avanti, anche con il sostegno e la collaborazione del Touring Club Italiano, molte iniziative riguardanti lo sviluppo turistico sostenibile. Nell'estate 2025 i 4600 abitanti di Peccioli sono stati chiamati a dare il loro punto di vista sul borgo, raccontando la loro esperienza, aneddoti sulle tradizioni e sulla quotidianità, momenti memorabili, stranezze, episodi che li legano al territorio e alle sue peculiarità. In questa pagina la presentazione del progetto e l'indice delle storie raccolte; a seguire il racconto di Giulia G.
Tutto inizia da Piacenza, dove nasce DiverCity come associazione culturale con un obiettivo semplice ma ambizioso: migliorare le città dove abitavano i soci. Giulia, ventisettenne di Peccioli, entra in contatto con il ragazzo fondatore e intuisce subito le potenzialità di portare quella energia nel suo territorio. Non si tratta solo di replicare un modello, ma di adattarlo, di farlo crescere tra le colline della Valdera. Con poche persone ma tanta determinazione - appena sei o sette ragazzi inizialmente - Giulia riesce a creare una costola locale di DiverCity. È il 2020, l'anno che tutti ricorderemo, e mentre il mondo si ferma, loro decidono di raccontare. Nasce così "Cartoline senza tempo", un podcast che diventa il primo grande progetto del gruppo.
Durante il Covid, quando tutto sembrava sospeso, Giulia e i suoi compagni di avventura hanno un'intuizione: andare a cercare le storie delle persone più anziane del territorio. "Cartoline senza tempo" non è solo un podcast, è un ponte generazionale, un modo per non perdere la memoria di un posto che cambia velocemente. La prima stagione raccoglie ricordi in generale, frammenti di vita vissuta che rischiano di perdersi. Ma è con la seconda stagione che il progetto trova la sua dimensione più profonda: tutte le interviste ruotano attorno al Palazzo senza tempo, il cuore simbolico di Peccioli. Giulia e il suo team riescono a rintracciare e intervistare chiunque abbia abitato o vissuto parte della propria vita in quel palazzo - insegnanti, studenti, abitanti.
È un lavoro contro il tempo, letteralmente. Alcune delle persone intervistate nel frattempo sono mancate, rendendo quelle registrazioni ancora più preziose. Sono voci che ora esistono solo in quelle "cartoline", testimonianze di un passaggio del tempo che altrimenti sarebbe scivolato via nel silenzio. L'entusiasmo per quel primo successo spinge il gruppo verso nuove sfide. Nel 2022, sempre grazie ai bandi del Comune di Peccioli, nasce "Sapori senza tempo": corsi di cucina tra nonni e nipoti che diventano molto più di semplici lezioni culinarie. L'idea è geniale nella sua semplicità: creare un ponte tra generazioni attraverso il cibo, ma con uno sguardo moderno e inclusivo. Si parla di intolleranze, di piatti vegani, di sostenibilità, riuscendo a far avvicinare anche le persone più scettiche a nuovi modi di cucinare. Allo stesso tempo, i più giovani imparano le ricette tradizionali direttamente da chi le ha sempre preparate.
Giulia racconta con affetto di Carla Casati, la sua vicina di casa, che viene a insegnare le polpette col sugo - "una cosa molto tipica" - creando quel momento magico in cui la tradizione si trasmette non attraverso i libri, ma attraverso le mani, i gesti, i piccoli segreti che si passano solo da persona a persona.
Una notte sotto le stelle
Il 2023 porta con sé il progetto più ambizioso: il picnic sotto le stelle all'Anfiteatro Fonte Mazzola. Questa volta l'obiettivo è doppio - rivolgersi al turismo ma coinvolgere anche i cittadini, e soprattutto far collaborare più realtà del territorio. L'organizzazione è complessa, ma il risultato supera ogni aspettativa. Più di 200 persone si ritrovano nel grande prato, ognuna con la propria tovaglia per il picnic. Ci sono i food truck, la musica dal vivo della Filarmonica, e quando cala il buio arriva la magia: gli Astrofili di Alta Valdera con telescopi e puntatori laser. Giulia descrive con emozione quel momento di trasformazione: "Era bellissimo vedere come la tovaglia del picnic poi era diventata un lettino condiviso dove le persone si stendevano, guardavano verso il cielo e gli astrofili davano tutte queste chicche, curiosità e indicazioni sulle stelle." C'è anche un aspetto sociale importante: uno dei food truck è gestito da Casa Ilaria, un'associazione che si occupa di integrare e dare lavoro a persone dello spettro autistico. Non è sempre facile, ci sono difficoltà da gestire, ma proprio questo rende l'esperienza ancora più significativa.
A settembre dello stesso anno arriva l'ultimo grande progetto: le Escape City, una caccia al tesoro diffusa per tutto il centro storico di Peccioli che è ancora attiva oggi. I visitatori possono ritirare la mappa all'ufficio turistico e partire per un'avventura gratuita che li porta a scoprire le chicche nascoste del paese. L'intuizione più bella è quella di coinvolgere i Giganti di Peccioli come narratori della storia. Questi colossi dell'arte contemporanea diventano i protagonisti di una narrazione in cui il turista deve aiutarli a superare delle prove per salvare Peccioli. È un modo innovativo di far vivere l'arte pubblica, di renderla interattiva e accessibile.
Il tempo che cambia
Dopo anni di intensa attività, il gruppo di DiverCity a Peccioli si è un po' fermato. Non per mancanza di voglia, ma perché la vita va avanti: carriere che decollano, famiglie che nascono, trasferimenti. "Ci siamo un attimino fermate", racconta Giulia con una punta di malinconia, "perché sono cambiate un po' le priorità, le esigenze."È il naturale ciclo della vita associativa, soprattutto quando si è in pochi e si è dato tutto. Il Comune continua a cercare di tenerli attivi, ma loro sanno che per fare progetti strutturati e di qualità serve tempo e energie che al momento non riescono a mettere insieme come una volta.
I ritrovi del presente
Giulia si definisce "un po' atipica come giovane pecciolese" perché non frequenta molto i bar locali del paese. Il suo gruppo di amici è sparso per la Valdera e spesso si ritrova in zone più trafficate come Pontedera. Ma osserva con interesse come i suoi coetanei vivano diversamente il territorio. "Tanti miei compagni di classe delle medie o delle elementari sono molto radicati, molto di più di me. Tutte le sere escono a proprio a Peccioli, alla terrazza, a quello che era l'ex Galluzzi." L'inverno i punti di riferimento sono i bar, mentre d'estate l'Anfiteatro con tutto il suo indotto diventa il grande attrattore. L'offerta culturale è cresciuta molto, soprattutto grazie alla collaborazione con il Post. Giulia nota che dalla nascita della piscina comunale molte persone della sua età hanno iniziato a frequentare corsi - "cosa non banale" in un centro piccolo come Peccioli.
Soprannomi in via di estinzione
Quando si parla di soprannomi, Giulia si trova in difficoltà. È un territorio che sente appartenere più alla generazione dei suoi genitori e dei nonni. "I soprannomi secondo me sono molto conosciuti, usati nella generazione sopra, cioè secondo me quelli più vecchi di noi, con la nostra generazione si sono un po' interrotti." Qualche esempio le viene in mente: Polpaccino, un ragazzo che fa parte del gruppo camerieri della pizzeria Via Nova, soprannominato così per i suoi polpacci carnosi. O Fagianaia, un signore sempre gentile ma un po' assente, anche se del suo soprannome non conosce l'origine.
La rinascita di un borgo
"Peccioli secondo me negli ultimi anni si è rivitalizzata molto", dice Giulia con convinzione. La sua generazione ha vissuto un momento di grande trasformazione: più locali, più attività, più servizi ed esercizi commerciali. Il 2020 sembra essere stato uno spartiacque, un momento a partire dal quale tutto ha preso una direzione diversa. Anche lei stessa, grazie alle attività dell'associazione ma non solo, ha vissuto molto di più il paese. È un paradosso interessante: nonostante viaggi molto per studio e lavoro, definendosi "abbastanza una trottola", quando torna apprezza sempre di più quello che Peccioli ha da offrire. "A volte questa dinamica rimane un po' stretta", ammette con onestà, "quindi secondo me bilanciare magari mettendo un po' il naso fuori e poi rientrare è la giusta occasione per apprezzare veramente quello che ha da offrire un territorio così." La nuova palestra, il cinema Passerotti, gli eventi mensili della Fondazione: "veramente c'è qualcosa e non è banale e a volte tutta questa offerta non si riesce a trovare nelle città, nelle città più grandi, quindi è sorprendente e molto positivo che si riesca a fare in un paesino come il nostro."
New York, andata e ritorno
L'episodio che forse meglio rappresenta la nuova dimensione di Peccioli è il viaggio organizzato a marzo dell'anno scorso a New York. Non è solo una gita turistica, ma un progetto dell'amministrazione per "ampliare proprio lo sguardo e non rimanere nella mentalità del paesino."
A New York c'era una mostra dedicata a Peccioli all'Istituto Italiano di Cultura, e il Comune ha deciso di portare quanti più cittadini possibile a vederla, contribuendo economicamente alle spese. Giulia ha partecipato come accompagnatrice, sfruttando la sua conoscenza dell'inglese, e ha potuto osservare da vicino questa esperienza straordinaria.
L'avventura inizia già sull'aereo, dove la tecnologia diventa pretesto per il gioco e la meraviglia. "Ci erano i telefoni per comunicare con passeggeri magari seduti un po' più lontani", racconta Giulia con un sorriso, "era veramente ganzissimo vedere come tutti a un certo punto abbiamo cominciato a chiamarci per poi non dirci niente." È un dettaglio che racconta tutto: persone che magari non avevano mai volato prima, che scoprono con la gioia dei bambini ogni piccola novità tecnologica di quel viaggio di nove, dieci ore verso l'altra parte del mondo.
Una volta arrivati, New York fa quello che sa fare meglio: stupire. "Ci ha tenuto con lo sguardo verso l'alto in continuazione e la sorpresa era continua." Ma c'è un momento che supera ogni aspettativa, un momento che Giulia conosce in anticipo perché deve filmarlo, ma che per gli altri diventa pura magia: a Times Square, nel cuore pulsante di Manhattan, su uno dei giganteschi schermi che dominano la piazza più famosa del mondo, appaiono per pochi secondi le immagini di Peccioli.
È una sorpresa organizzata dal Comune, parte della strategia per il Borgo dei Borghi, ma l'effetto emotivo va oltre ogni calcolo. "Son bastati per sentirci importanti", dice Giulia, e in quelle parole c'è tutta la potenza di un momento irripetibile. Vedere il proprio piccolo paese proiettato nel centro del mondo, davanti agli occhi di migliaia di persone, è un'emozione che trasforma per sempre il modo di guardare a casa propria.
La mostra all'Istituto Italiano di Cultura riserva a Giulia una sorpresa personale ancora più grande. Tra le foto esposte riconosce una delle immagini del picnic sotto le stelle, l'evento che lei stessa aveva organizzato con DiverCity all'Anfiteatro Fontemazzola. "Per me personalmente è stato veramente motivo di grandissimo orgoglio vedere proprio uno dei miei eventi esposti in questa saletta, ma a New York, quindi siamo andati anche oltreoceano con le attività di DiverCity."
È il momento in cui si chiude un cerchio perfetto: l'idea nata tra le colline toscane, cresciuta grazie ai bandi comunali e all'entusiasmo di pochi giovani, ora è esposta nella Grande Mela come simbolo di innovazione culturale. Il locale che diventa globale, passando per l'universale dell'esperienza umana.
Le sorprese continuano anche a tavola, al ristorante Bubba Gump Shrimp vicino a Times Square, tutto ispirato a Forrest Gump. "È stato molto divertente vedere questo gruppo che apprezzava i riferimenti", racconta Giulia. "È un film che abbiamo visto tutti giovani e meno giovani", e anche qui c'è quella capacità tipicamente americana di trasformare la cultura pop in esperienza condivisa, in momento di comunità.
Ma è forse salendo sui grattacieli che l'esperienza tocca le corde più profonde. Non si tratta solo di ammirare un panorama, ma di vivere un vero e proprio viaggio nel tempo e nell'emozione. "Tutti a commentare oddio, mi fanno male le orecchie per la pressione" durante la salita negli ascensori velocissimi, poi il video che mostra l'evoluzione di New York "super velocizzato", così emozionale che "c'è gente che si è commossa proprio nel vedere" quella trasformazione urbana mozzafiato.
E poi il momento culminante: "È un pannello, si solleva il pannello e si vede il panorama di New York, quindi lì veramente ci sono persone che si sono commosse." Non è solo turismo, è un'esperienza che tocca qualcosa di più profondo, che parla di sogni, di possibilità, di quanto sia grande il mondo e di quanto piccoli ma importanti ci si possa sentire al suo interno. "È stato veramente bello", racconta Giulia, "anche per persone, magari molto più anziane, che non avevano mai messo piede fuori dall'Italia, figuriamoci dall'Europa." È l'immagine perfetta di una Peccioli che non ha paura del mondo, che anzi lo cerca, lo abbraccia, per poi tornare a casa più ricca e consapevole, portando con sé non solo ricordi e foto, ma una nuova consapevolezza del proprio posto nel mondo.
Il viaggio diventa così la metafora perfetta di quello che Giulia stessa ha sempre fatto: uscire, esplorare, crescere, ma sempre con la certezza di avere un posto dove tornare. Un posto che nel frattempo è cresciuto insieme a lei, che ha imparato a guardare lontano senza perdere le proprie radici, che ha saputo trasformarsi senza tradire la propria identità.