IL PROGRAMMA DEL VIAGGIO
Il viaggio inizia a Taskhent, capitale dell’Uzbekistan e città più grande di tutta l’Asia Centrale. Si tratta di una città moderna, ricostruita dopo il terremoto del 1966 costituisce un ricco assaggio dell’architettura brutalista sovietica, con una sua esattezza geometrica sorprendente: strade larghe, giardini sontuosi, palazzi dalle fogge fantasiose che spesso sembrano fuori contesto, una grandiosa metropolitana con elaborate fermate su cui si farà un lungo giro. Come ci si aspetta in Asia Centrale anche a Taskhent c’è un bazar, il Bazar Chorsu, una strana costruzione a forma di tenda che tutt’ora rappresenta il cuore vitale della capitale uzbeka, e anche l’unica parte della città sopravvissuta al terremoto.
Il secondo giorno, dopo un volo aereo di circa un’ora, si fa tappa a Nukus, la sovieticissima capitale della repubblica autonoma del Karakalpakistan dispersa nella zona occidentale dell'Uzbekistan, tra deserti pietrosi e laghi scomparsi. A Nakus si va per un motivo e uno soltanto: visitare il Museo d'arte che raccoglie la collezione di avanguardisti russi messa insieme da Igor Savitsky negli anni dell’Unione sovietica. Una storia di amore per l’arte, che racconta di opere di artisti non conformisti salvate dall’oblio e dalla distruzione grazie all’opera di un testardo visionario come Savitsky.

Da Nukus si parte alla volta di Khiva e da qui inizia la parte più “storica” e meno sovietica del viaggio, cinque giorni in cui si visitano una dopo l’altra le tre città Patrimonio Unesco dell’Uzbekistan. Si inizia con la piccola Khiva, che sembra disegnata da Corto Maltese per quanto è armonica e ben tenuta, con le sue madras e i minareti maiolicati che svettano contro il cielo azzurro. Il giorno seguente si parte alla volta di Bukhara, viaggiando in treno, retaggio dell’epoca sovietica che però è il mezzo di trasporto preferito dagli uzbeki di ogni età. A Bukhara si visitano la grande Moschea il l’immenso minareto Kalon, per secoli la costruzione più alta di tutta l’Asia Centrale, ma si passa il tempo anche ad osservare la vita intorno a piazza Labi Hauz, centro pulsante di quest’antica città.

Il quarto e il quinto giorno sono invece dedicate alla scoperta della mitica Samarcanda, attraversando in autobus il deserto del Kyzylkum e facendo tappa lungo la via a Sachri Sabz, la città natale di Tamerlano. A Samarcanda si visitano alcuni dei monumenti più significativi della storia dell’Asia Centrale, come la grandiosa piazza del Registan su cui si affacciano le tre madrase maiolicate, o l’osservatorio di Ulugh Begh e la moschea Bibi-Khanym con i suoi ricchi decori.
Il giorno successivo, in nono giorno di viaggio, si sconfinerà in un altro dei cinque Stan ex sovietici dell’Asia Centrale, il Tagikistan. Qui si visiterà il sito archeologico di Penjikent, piccola ma fiorente città della Sogdiana, sviluppatasi tra il VI secolo e il primo quarto delI’VIII, quando divenne il centro di un principato indipendente retto da governanti locali. Si rientra a Samarcanda per l’ultima notte nella città più iconica dell’Asia Centrale.
INFORMAZIONI
- Il “flyer pieghevole” di otto pagine della programmazione 2020 è
scaricabile a questo link; tutte le informazioni sugli itinerari, compresi i costi e vari altri dettagli sono sul sito dei
Viaggi del Club.
GLI ALTRI VIAGGI DEL CLUB CON I GIORNALISTI