Cos’è la sostenibilità? Stiamo vivendo un tempo in cui le declinazioni di questo concetto si sono moltiplicate, associate ai campi e agli obiettivi più disparati, spesso facendo perdere di vista il significato di una pratica davvero sostenibile. A venire in soccorso e riportarci ai fondamentali, ci affidiamo a una storia, dai confini geografici ridotti, ma dalle prospettive assai estese. Siamo nel mezzo delle Dolomiti Altoatesine. Tra il Caticaccio, il Latemar e il lago di Carezza si stende una valle di tre Comuni (Nova Levante, Nova Ponente e Cornedo all'Isarco) e nemmeno diecimila abitanti. Si chiama Val d'Ega (Eggental) e a frequentarla sono soprattutto i turisti che la scelgono per i suoi comprensori invernali e per trascorrere le vacanze estive tra le meraviglie dolomitiche.
Turismo quindi, tanto turismo che nelle ultime decadi ha mosso in positivo l’economia della valle. Ma In Val d'Ega non ci si è accontentati di una rendita stagionale. Il rischio era perdere lo spirito comunitario, sfilacciare il tessuto sociale e lasciare nel dimenticatoio le proprie origini: agricoltura e allevamento.
Eggental / foto © Alexandra Näckler
L’ambizione di riannodare il futuro della valle alle attività tradizionali ha preso forma nel progetto "Cicli regionali - La Val d’Ega coltiva per la Val d’Ega", lanciato per promuovere e rafforzare la cooperazione tra agricoltori, ristoratori e albergatori. L’iniziativa è risultata così virtuosa da essere promossa dalla prestigiosa fondazione no-profit olandese Green Destinations, che dal 2014 si occupa di sviluppo e certificazione di destinazioni sostenibili.
La Val d’Ega, insieme al comune Bandiera Arancione di Castelvetro di Modena, è diventata nel 2022 una delle due destinazioni italiane riconosciute tra le "Top 100 Stories" di Green Destinations, una selezione ormai nota come una delle più importanti a livello globale per la valorizzazione dello sviluppo sostenibile.
“Le fattorie e il turismo hanno una lunga tradizione in Val d'Ega. L'obiettivo è quello di dare più importanza alla collaborazione tra il turismo e l'agricoltura locale": Stephanie Völser, Sustainability & Product Managerha seguito il progetto per il quale la comunità e le istituzioni della Val d’Ega si sono impegnate, ritrovandosi a lavorare per sviluppare un modello di cooperazione che restituisce valore alle produzioni locali.
Eggental / foto © Eggental
Nella Val d’Ega operano circa 160 agricoltori e circa 100 alberghi e ristoranti. Di questi stanno partecipando al progetto 16 produttori agricoli e 24 tra albergatori e ristoratori. “Nella nostra valle il numero di agricoltori stava diminuendo e i metodi di coltivazione tradizionali e le tipologie di ortaggi e piante antiche rischiavano di andare perduti. È così che è nato il progetto “Cicli regionali - La Val d’Ega coltiva per la Val d’Ega" - spiega Völser -. I contadini della Eggental vendono i loro ortaggi, bacche e uova direttamente ad alberghi e ristoranti. Tra chi vende e chi compra non c’è una posizione dominante. Non esiste contrattazione, solo equità”.
La comunicazione tra agricoltori e aziende gastronomiche avviene tramite chat. Ci sono varie chat di gruppo divise per agricoltori e albergatori-ristoratori. Nei gruppi degli agricoltori, i contadini condividono i loro prodotti disponibili. I rappresentanti degli agricoltori raccolgono le quantità di prodotti e condividono i dati nel gruppo dei ristoratori e albergatori. Questa comunicazione di domanda e offerta avviene una volta alla settimana. Se ci sono dei prodotti in eccesso in una community di un Comune, gli eccessi vengono redistribuiti ai ristoranti degli altri Comuni che ne hanno necessità. Obiettivo: "zero sprechi".
Eggental / foto © Knödelwerkstatt
“Abbiamo scelto di far dialogare ristoratori e agricoltori attraverso delle chat - spiega Völser -, pensando che una piattaforma sarebbe risultata inutilmente costosa e oltretutto poco fruibile per molti degli attori in campo. I gruppi di vendita e di acquisto sono invece coordinati, un ristoratore fa un elenco di quanto e cosa gli serve e l’agricoltore prepara la materia prima. Ogni agricoltore è responsabile della qualità dei prodotti, della consegna e della fatturazione. Le aziende gastronomiche dichiarano di acquistare tutti i prodotti che i contadini producono, si impegnano a pagare un prezzo equo e ad agire in modo trasparente. I risultati sono molteplici. Il primo è che non si spreca cibo. Il secondo è che con le materie prime a chilometro zero le preparazioni dei ristoranti sono eccellenti e i costi inferiori. Il terzo è che ci si danno feedback continui, si tessono relazioni, si mettono in rete le idee e i bisogni fortificando un senso di comunità. E i turisti beneficiano di un miglior rapporto qualità-prezzo”.
Per ora le materie prime scambiate sono solo ortaggi e uova “ma non vogliamo fermarci qui – dice Völser -, vorremmo allargare l’iniziativa anche ai produttori di latte e carne, ma per trattare quelle materie prime dobbiamo confrontarci con una legislazione sanitaria molto più vincolante. L’obiettivo è consolidare questo modello di cooperazione che spinge uno sviluppo sostenibile della nostra economica locale. Vorremmo essere di esempio e condividere il più possibile la nostra esperienza”.
Luis e Henne / foto © Eggental
INFORMAZIONI UTILI
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