«Ti danno fastidio gli uccelli?» chiede Duilio.
«Gli uccelli, no… anzi».
«Bene, perché è l’unico rumore che si sente al mattino, allora potrai dormire».
In effetti al mattino quel che si sente è un concerto di upupe, colombacci e fringuelli, accompagnato da qualche gatto prepotente che ricorda di essere stato un tempo un animale selvatico. Altro nulla, neanche il vento. Silenzio.
Incorniciato come un quadro del Louvre, il paesaggio che si gode dalla finestra della stanza 1 dell’Ostello Bello di Torre del Colle – frazione medievale dell’altrettanto medievale (e Bandiera Arancione Tci) borgo di Bevagna (Pg) – è un riassunto dei panorami dell’Italia centrale. Campi di grano, girasoli e orzo, fin dove arriva lo sguardo, filari di alberi a segnati i rivi e i dividere i poderi, filari di Sagrantino a ricordare che siamo in Umbria, e in fondo, a chiudere la quinta il profilo massiccio del monte Subasio e da un lato, sulla sinistra l’ombra di Assisi che in linea d’aria disterà una dozzina di chilometri. Tutto sembra lo sfondo di un qualunque quadro rinascimentale, manca solo la Madonna con il Bambino in primo piano. E se la mattinata fosse appena appena più tersa uno potrebbe distinguere con facilità da guida turistica sulla sinistra il profilo imponente della basilica di San Francesco, poi Santa Chiara, la torre del palazzo del Popolo. Ma c’è un poco di foschia, e dunque si va a memoria.
Posto strano questo, almeno per aprirci un ostello. Inaspettato, verrebbe da dire, perché non siamo in una grande città d'arte da migliaia di turisti, né in un piccolo borgo assai alla moda, di quelli invasi dai giovani backpacker perché magari citato sulla "guida degli australiani". Non siamo neanche a Bevagna – perfetto borgo medievale sulla direttrice ciclistica che da Assisi porta a Spoleto – ma a Torre del Colle, a un tre chilometri dal centro. Per cui o hai la macchina/bicicletta, oppure devi chiedere e comunque ti vengono a prendere. Siamo in un borghetto di pietra e mattoni che domina la pianura guardando appunto verso Assisi. Un posto di quelli che ti viene da pensare sia ideale per ritirarsi in cerca di tranquillità, pensiero che a ben vedere potrebbe essere l'opposto di una certa idea d'ostello, ma invece non lo è. Piuttosto rappresenta l'evoluzione dell'idea canonica d'ostello: ambiente giovane e rilassato, poche formalità, molta voglia di star assieme, ma in modo assai rilassato.
NOVE ABITANTI E UNA TORRE MEDIEVALE
Ma andiamo con ordine: Torre del Colle è uno dei quattro accastellanti difensivi intorno a Bevagna, l’unico – pare – a essersi conservato intatto, senza aggiunte di brutture in cemento da assi Sessanta. Così bello e rarefatto, quasi in via di abbandono, che nel 2013 qualcuno ci ha visto lungo e ha pensato di ristrutturarlo per realizzare il proprio sogno di ospitalità. Oggi è diventato un ostello diffuso, unica sede umbra della catena “Ostello Bello”, una struttura che occupa la vecchia scuola (ogni aula una stanza), una tonda torre medievale trasformata in appartamento con vista, e due altre abitazioni rimesse a nuovo, per un totale di 30 posti tra camerate da quattro letti, appartamenti e stanze doppie.

«Qui abitiamo stabilmente in nove», racconta Duilio, il cui accento tradisce l’origine: viene da Buenos Aires e gestisce l’ostello, mestiere che già faceva in patria. Certo, dai 15 milioni di abitanti della grande Buenos Aires ai nove (di numero) di Torre del Colle la differenza è netta, ma l’ospitalità è un arte che si impara una volta e ci si porta appresso per sempre. E Duilio in quell’arte è bravo. Racconta le storie del paese come se fosse qui da sempre, invece è arrivato come le rondini, a primavera. Da sempre invece vivono qui le tre anziane signore che prendono il fresco sedute sulle loro sedie sotto la torre d’ingresso al borgo. Come in ogni borgo italiano che si rispetti parlano della loro vita, del tempo e di chi passa, che qui è un bel parlare, perché di gente ne passa. E allora l'esperienza dell'ostello diventa qualcosa di diverso, gioiosamente comunitaria, con la stradina centrale che non per nulla si chiama "via di mezzo", che diventa punto di smistamento dei racconti di viaggio, delle storie del paese, delle risate piacevoli e, appunto, delle sempiterne chiacchiere paesane da sedia davanti alla porta.

UN PUNTO DI PARTENZA
Oggi l’ostello è pieno, ché in paese a Bevagna c’è l’annuale mercato della Gaite, una rievocazione medievale che riempie ogni angolo. Gli ospiti sono un misto: c’è il ragazzo cileno che fa il giro del mondo da un paio d’anni, e la famiglia calabrese con coppia di bambine che si ferma qui per spezzare il viaggio. C’è Mariana, anche lei argentina che ha trovato a Bevagna un buon posto dove tirar il fiato dall’andar in giro per il mondo, lavorando un poco all’ostello. Ed altra gente da mezza Europa, che ha capito che questo è davvero un ottimo punto di partenza per girare l’Umbria, perché tutto è oggettivamente vicino, e poi è un bel posto per godere di una certa idea d’Italia. Specie quando alla sera, nei weekend, organizzano l’aperitivo nel giardinetto dell’ostello, ricavato a fianco delle mura del borgo. In paese manca un bar, è vero, ma l’ostello supplisce, e c’è un ristorante – Serpillo – con dei tavoli all’aperto nelle stradine strette e un filo di lampadine che fa tanto festa di paese.
Ma l’Ostello Bello di Bevagna si presta anche come base per un’esplorazione ciclistica della zona: appena sotto la collina passa la ciclabile che unisce Assisi con Spoleto, una pedalata di una cinquantina di chilometri che si fa agilmente in una giornata. E se non avete pensato a portare la bicicletta, nessun problema: dei nove abitanti del borgo, oltre a un postino, fanno parte anche i due giovani titolari di GreenWays Italy specializzati, neanche a dirlo, in cicloturismo.
Se poi l’idea di star in un borgo medievale vi ispira solo quiete e tranquillità altro che pedalate sudate allora nella grande sala comune che doveva esser la sala della ricreazione della scuola elementare, a giudicare dalle dimensioni e ora è un gran salotto con tanto di libreria dove piluccare qualche libro seduti in poltrona. Ovviamente sugli scaffali c’è posto anche Borges, Finzioni, in una edizione Einaudi rilagate, ma forse è solo un caso. In un futuro non troppo lontano, volendo, ci sarà anche la possibilità di prendersi cura dell’orto che Duilio vorrebbe fare appena fuori le mura: perché altrimenti che senso avrebbe stare in campagna senza goderne tutti i frutti?
INFORMAZIONI
- Sito web Ostello Bello Bevagna
- Info su Bevagna sulla scheda borgo del sito Bandiere arancioni, il progamma di certificazione Touring per i piccoli borghi dell'entroterra
- GreenWays Italy, operatori umbri specializzati in cicloturismo
- Il nostro itinerario con la bicicletta elettrica tra Spello, Bevagna e Montefalco