Il Giro d'Italia 2020, la cui partenza era programmata sabato 9 maggio a Budapest, è stato rinviato a data da destinarsi. Per non perdere la tradizione, una squadra di scrittori e illustratori appassionati di ciclismo - i "SenzaGiro" - ha deciso di far lavorare la fantasia e raccontare ogni giorno lo svolgimento delle tappe come se la corsa avvenisse davvero, destinando le donazioni di sponsor e privati a una cooperativa sociale della Bergamasca. Il Touring è con loro: giorno per giorno, fornisce i contenuti geoturistici a corredo del racconto della tappa. Trovate:
- sul sito di SenzaGiro il racconto del progetto e le tappe;
- sul nostro sito i contenuti geoturistici - qui la pagina che li raccoglie.
Buon Giro 2020!

 

Contenuti geoturistici TAPPA 4 GIRO D'ITALIA 2020 
MONREALE - AGRIGENTO, 136 km
di Michele Lauro
 
Dalla piazza del Duomo di Monreale alla valle dei Templi di Agrigento il percorso della quarta tappa taglia la Sicilia longitudinalmente da nord a sud, attraversando una moltitudine di paesaggi dentro uno spettro di suggestioni storiche, ambientali, architettoniche, letterarie e d'atmosfera: siamo nelle terre di Pirandello e Tomasi di Lampedusa, Sciascia e Camilleri. La Conca d’Oro, l'arco collinare che cinge Palermo, densamente urbanizzato e coltivato, sfuma lungo la Statale 121 in radure più aspre, interrotte qua e là da nuclei urbani isolati fra le coltivazioni a seminativo. Lasciate alle spalle le memorie arabo-normanne di Misilmeri e quelle albanesi di Mezzojuso – popolata nel Quattrocento da profughi fuggiti dal loro paese in seguito all’avanzata dei turchi – tre colli segnano il vertice altimetrico della tappa nei pressi di Lercara Friddi, un tempo strategico avamposto dell'estrazione di zolfo sulla via che collegava Palermo e Agrigento. La metà del percorso è segnata dalla rupe di S. Vitale che fa ombra a Castronuovo di Sicilia, piccolo centro di origine medievale. Si entra quindi nell'agrigentino all'altezza di Casteltermini, un entroterra ben diverso dall'immagine mediterranea della Sicilia: collinare e montuoso, mosso e verde. Sempre zigzagando fra i colli, la strada lambisce il paesaggio lunare dei vulcanelli di Aragona per poi immettersi nella Statale 122 all'altezza di Favara, borgo sorvegliato dalla chiara mole del castello dei Chiaramonte. La vista dello sperone di Agrigento, con le balze verdi che guardano il mare affacciate sulla Valle dei Templi, dev'essere anche dal sellino un'emozione da far battere il cuore.
1. Duomo di Monreale
Capolavoro architettonico dell’età normanna, sorge in posizione panoramica al centro del paese di Monreale, secolare centro del potere ecclesiastico nell'area palermitana. La cultura islamica, bizantina e romanica si mescolano in una delle più alte creazioni del medioevo italiano. La facciata serrata fra due torri dialoga con le tre absidi, rivestite di archi intrecciati e tarsie policrome in calcare e pietra. All'interno le tre navate sono completamente rivestite da elaborati mosaici a fondo d’oro, eseguiti a cavallo tra il XII e il XIII secolo da maestranze locali formatesi al seguito di mosaicisti bizantini, fra cui spicca nel catino del’abside mediana il colossale mezzo busto del Cristo benedicente con la scritta in greco ‘Pantocrator’. Il chiostro quadrato dell’antico convento dei Benedettini è un altro gioiello architettonico di fine XII secolo.
2. Bagni di Cefalà 
Nella campagna di Cefalà Diana, è un ben conservato edificio termale a pianta rettangolare e l'unico edificio del territorio a mostrare i segni della dominazione araba, anche se l’impianto originario potrebbe risalire ai romani. Fra i muri esterni in pietra irregolare corre una fascia di tufo con tracce di scrittura in caratteri cufici (i caratteri usati nella fase arcaica della scrittura araba). Cinque porte davano accesso all’unica sala. L’acqua affluiva dalla vicina sorgente calda (38 °C) in vasche interrate a due livelli nel pavimento. Il piccolo complesso è tutelato dalla Riserva Naturale Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella, ricca di sorgenti che sgorgano da rocce carbonatiche. 
3. Casteltermini
Fondato nel 1629, il borgo è disteso su un colle aperto a sud-est verso la valle del Plàtani. L’impianto urbano si dirama a maglia regolare dalla vasta piazza del Duomo su cui prospettano la maestosa Chiesa Madre, di origine secentesca, e la chiesa di S. Antonio di Padova (1645), dal campanile cuspidato. Casteltermini è nota per la festa della S. Croce o del Taratatà che l'ultima domenica di maggio rievoca il ritrovamento di una croce lignea del tempo delle persecuzioni dell’imperatore Decio (III secolo), custodita nell’eremo di S. Croce a 3 km dal paese. Un corteo a cavallo con i rappresentanti dei ‘ceti’ in ricchi costumi introduce i danzatori in tunica bianca, i Taratatà, che eseguono una danza armata al suono dei tamburi saraceni. 
4. Riserva naturale Macalube di Aragona
A circa 4 km dal piccolo centro agricolo di Aragona, è una grigia distesa argillosa percorsa da crepe e punteggiata da vulcanelli alti pochi centimetri (macalube in arabo), che periodicamente eruttano con gran boati fango e sbuffi di gas metano. A provocare le esplosioni è la pressione di gas naturale accumulato nel tempo sotto strati di acqua e argille sabbiose. All’interno di questo paesaggio lunare erano allestiti un itinerario geologico e uno naturalistico, tra praterie e piccoli stagni temporanei, chiusi al pubblico dopo un incidente accaduto nel 2015. 
5. Agrigento 
La greca Akragas a due passi dal mare, con le meraviglie della Valle dei Templi e del Museo archeologico regionale, e l’araba Girgenti alta sul colle: nel dialogo ininterrotto di questa città doppia – una popolata dai turisti, l'altra dagli odierni abitanti fin nelle sue disordinate espansioni – sta la magia di Agrigento, lodata da Pindaro come «città più bella tra i mortali». Patrimonio dell’Umanità Unesco e tutelata da un Parco Archeologico e Paesaggistico, la Valle dei Templi propriamente detta comprende anche acropoli e santuari fuori dalle antiche mura. Tutti in stile dorico e riconducibili al v secolo a.C., i templi hanno la calda consistenza del tufo arenario conchiglifero, giallo, poroso e ricettivo alla luce. L'icona del complesso è il tempio della Concordia, del tipo periptero esastilo con 34 colonne, tra le architetture meglio conservate dell’architettura dorica. All’incanto della scena archeologica contribuisce l’intensità mediterranea della vegetazione di olivi secolari, mandorli, carrubi, cipressi. 
MONDO TOURING
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LA LIBRERIA
Il giro arriva in Italia e a Palermo incontra la Libreria Modus Vivendi, in via Quintino Sella 79 a pochi passi dal Viale della Libertà e di Piazza Castelnuovo. Considerata da tempo un punto di riferimento non solo per Palermo ma per tutta la comunità letteraria italiana, Modus Vivendi accoglie il visitatore con la gentilezza dei suoi librai che si muovono tra richiami liberty, tende di seta e un assortimento di libri che ha pochi eguali in Italia. Le sue porte sono da qualche giorno di nuovo aperte al mondo ma il servizio di consegna a domicilio #ModusExpress è sempre attivo. Info: sito e pagina Facebook

La segnalazione delle librerie presenti lungo il percorso del Giro d'Italia è parte di un progetto di Touring Club Italiano e della rete di promozione editoriale EmmePromozione per sostenere le librerie italiane.