Il Giro d'Italia 2020, la cui partenza era programmata sabato 9 maggio a Budapest, è stato rinviato a data da destinarsi. Per non perdere la tradizione, una squadra di scrittori e illustratori appassionati di ciclismo - i "SenzaGiro" - ha deciso di far lavorare la fantasia e raccontare ogni giorno lo svolgimento delle tappe come se la corsa avvenisse davvero, destinando le donazioni di sponsor e privati a una cooperativa sociale della Bergamasca. Il Touring è con loro: giorno per giorno, fornisce i contenuti geoturistici a corredo del racconto della tappa. Trovate:
- sul sito di SenzaGiro il racconto del progetto e le tappe;
- sul nostro sito i contenuti geoturistici - qui la pagina che li raccoglie.
Buon Giro 2020!

 

Contenuti geoturistici TAPPA 17 GIRO D'ITALIA 2020 
PINZOLO - LAGHI DI CANCANO - 209 km
di Stefano Brambilla
È la giornata dello Stelvio, forse il luogo che nell'immaginario collettivo più viene identificato con il Giro d'Italia. Ma la tappa 18 riserva anche molto altro, in uno straordinario spaccato delle Alpi a cavallo di tre province e due regioni: meleti profumati, valli ancora silenziose, chiesette e castelli, boschi di larici, altissime vette dominate da nevi perenni. In totale, solo quattro salite ma che salite, visto che i metri di dislivello raggiungono i 5400, per quello che a tutti gli effetti è un vero “tappone” degno della storia del Giro. Già la partenza, peraltro, è in salita, da Pinzolo nuovamente a Madonna di Campiglio e poi verso il Passo Campo Carlo Magno; di qui il paesaggio si apre nella florida Val di Sole, patria della mountain bike, ma è un'impressione fugace, visto che si comincia subito a salire nuovamente verso il Passo Castrin/Hofmandjoch, su una strada di apertura recentissima. È questa una zona poco frequentata dal turismo: la val d'Ultimo, nella quale si scende, è un mondo appartato di fitti boschi, prati, masi di legno dai balconi fioriti. Tutt'altro universo si apre arrivando in fondo alla trafficata valle dell'Adige: si passano la raffinata Merano, i meleti della Val Venosta, la chiesetta con il prete acrobata a Naturno. Poi di nuovo tempo di cambiare rapporto e via verso lo Stelvio, scalato dal versante più impegnativo. Tornanti in salita, tornanti in discesa, la quintessenza della strada alpina tra i ricordi dei campionissimi. Ma non è finita: perché a Bormio non c'è tempo per rilassarsi alle Terme, non ancora almeno. A chiudere il tappone ecco la salita finale ai laghi di Cancano, con le "scale di Fraele" e i loro 21 tornanti perfettamente ritmati sul fianco della montagna: anche il più incallito ciclista non potrà non rimanere affascinato dalle due torri medievali, edificate a difesa del percorso che collegava la Valtellina a Engadina e Germania, e dal fantastico panorama verso le cime, in particolare sui nevai di Cima Piazzi.

1. Pinzolo
A Pinzolo, poco distante da Madonna di Campiglio, si trova un capolavoro davanti al quale si rimane a bocca aperta: gli affreschi della chiesa di S. Vigilio, di origine altomedievale e ricostruita nel Quattrocento. Fu Simone Baschenis a realizzarli nel 1539: una celebre Danza macabra sulla parete esterna, suggellata dal detto «Io sont la morte che porto corona», e una scena raffigurante i Sette peccati capitali e i Santi. Nei pressi, la magnifica val Genova, plasmata dal ghiacciaio e da allora rimasta intatta, tanto che non vi sono insediamenti umani stabili: il silenzio è interrotto solo dal fragore delle cascate, come quelle, alte ben 100 m, di Nardis o di Lares (meta per gli escursionisti d'estate e per gli scalatori di ghiaccio in inverno). 


 
2. Malè e Caldes
Capoluogo della Val di Sole, Malè è situata in posizione soleggiata su un pianoro alla confluenza dei torrenti Noce e Rabbies. Il melo che intreccia i suoi rami nel suo stemma civico la dice lunga sulla coltura più diffusa nella zona, così come la segheria Veneziana e la fucina Marinelli del Pondasio (raro esempio di fucina idraulica ancora funzionante nell’arco alpino) raccontano di attività di un recente passato. Poco lontano, a Caldes, spicca invece Castel Caldes, casa-torre duecentesca trasformata dalla casata dei Thun in residenza da metà Quattrocento. Acquisito dalla Provincia autonoma di Trento, è stato restaurato e oggi ospita mostre temporanee ed eventi culturali, occasione anche per ammirare i soffitti a volte, le sale affrescate e i rivestimenti lignei. 

3. Merano
Perché Merano è così celebre, così esclusiva? Per capirlo, è necessario considerare una serie di fattori: innanzitutto la posizione geografica, in un’ampia conca al riparo delle montagne del gruppo del Tessa; poi l’aperta esposizione a sud, che la rende soleggiata molto più di tante altre località alpine; e ancora la bassa piovosità. Ma il punto forte, per i turisti di ieri come per quelli di oggi, è la presenza di sorgenti termali, da sempre ben sfruttate e arricchite da un lussureggiante parco e da strutture all'avanguardia. Non dimentichiamo i portici dello shopping, le passeggiate tra le palme o lungo il Passirio, gli alberghi confortevoli e vagamente rétro, i caffè in cui si gustano prelibatezze di pasticceria viennese, le meraviglie botaniche di castel Trauttmansdorff: tutto contribuisce a rendere la città un'oasi di benessere e di delizia.
4. Passo dello Stelvio
Prima il paese di Stelvio e quello di Trafoi. Poi i 48 ripidissimi tornanti, tra scorci mozzafiato di creste e ghiacciai. Fino a giungere – dopo un dislivello di 1870 metri - al passo dello Stelvio, che è a quota 2758 e che da sempre mette in comunicazione la val Venosta con la Valtellina lombarda. La strada del Passo dello Stelvio, costruita dagli austriaci per scopi militari nel 1820-25, è una delle più suggestive delle Alpi; e ancor di più lo è per i ciclisti, da quando Fausto Coppi per primo raggiunse il passo nel 1953 dopo un'epica salita. L'impresa del Campionissimo viene ricordata ogni anno anche dalla manifestazione cicloturistica non competitiva Stelviobike, con migliaia di appassionati che si cimentano sui due versanti partendo da Prato allo Stelvio o da Bormio.

5. Parco nazionale dello Stelvio
Esteso per 134 620 ettari, il Parco nazionale dello Stelvio è una delle aree protette più grandi d’Europa, istituito nel 1935 intorno al massiccio dell’Ortles-Cevedale a cavallo tra Lombardia, Trentino e Alto Adige. La flora, dati anche i dislivelli (tra Laces e l’Ortles, oltre 3000 m), va dagli ontani alle betulle, ai pini mughi, ai ranuncoli dei ghiacciai; abbondante pure la fauna di montagna: cervi, camosci, stambecchi, marmotte, rapaci volteggianti nei cieli. Tra le attrazioni del parco, anche i due laghi di Cancano, in territorio lombardo, creati nel secolo scorso (i lavori per la diga di Cancano furono ultimati nel 1956) per la produzione di energia elettrica; il periplo del primo bacino è una classica e facile escursione della durata di tre ore, adatta alle famiglie.
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