Il Giro d'Italia 2020, la cui partenza era programmata sabato 9 maggio a Budapest, è stato rinviato a data da destinarsi. Per non perdere la tradizione, una squadra di scrittori e illustratori appassionati di ciclismo - i "SenzaGiro" - ha deciso di far lavorare la fantasia e raccontare ogni giorno lo svolgimento delle tappe come se la corsa avvenisse davvero, destinando le donazioni di sponsor e privati a una cooperativa sociale della Bergamasca. Il Touring è con loro: giorno per giorno, fornisce i contenuti geoturistici a corredo del racconto della tappa. Trovate:
- sul sito di SenzaGiro il racconto del progetto e le tappe;
- sul nostro sito i contenuti geoturistici - qui la pagina che li raccoglie.
Buon Giro 2020!

 

Contenuti geoturistici TAPPA 15 GIRO D'ITALIA 2020 
BASE AEREA RIVOLTO - PIANCAVALLO - 183 km
di Fabrizio Milanesi
La pianura solcata dal greto del Tagliamento è il nocciolo duro del Friûl ed è anche la rampa di partenza per una tappa che decolla e atterra senza interruzioni, emulando le evoluzioni delle Frecce Tricolori che salutano la partenza del gruppo da Codroipo. Nella campagna arriva una sorpresa. Oltrepassati Bertiolo e Lonca, appare il complesso di Villa Manin, dimora voluta dalla potente famiglia che diede a Venezia l’ultimo dei Dogi, Ludovico. Si lasciano le armonie settecentesche per infilare “la tete dans le guidon” e si allunga per l’approdo in una delle terre del ciclismo italiano, la Carnia, complice l’epico Zoncolan e la vita a pedali del muratore del Friuli, Ottavio Bottecchia. A lui è dedicato Monumento di Bottecchia a Peonis di Trasaghis, nei pressi del fiume Tagliamento. Il primo Gpm è la Sella Chianzutan. Dopo aver guadagnato il passo a 955 m. slm si scolina scivolando verso il Tagliamento a Tolmezzo, capoluogo storico della Carnia, dove si incrociano lingue antiche e le strade per il Cadore, l’Austria e la pianura. Nemmeno si tira il fiato e si prosegue verso la Forcella di Monte Rest. Dai 1060 metri del passo si scende verso un paesaggio in tinte verdi e blu. Siamo in Val Tramontina, terra di “stagnini”, segnata dal corso del Meduna. Qui nel 1951 una diga ha formato il lago di Redona, o di Tramonti, primo dei tre grandi laghi artificiali che la occupano; gli altri due, riempiti nel 1964, sono quelli di Cà Selva e di Cà Zul. Ancora 40 chilometri per salire sulla Forcella di Pala Balzana, sfiorare l’imbocco della Val Cellina e tornare a sud. Prima del finale di giornata sulle pendenze del Piancavallo, godiamoci Maniago. La Bandiera Arancione del Touring Club Italiano certifica una cittadina da scoprire nel suo patrimonio architettonico (Piazza Italia, il Duomo, Palazzo Attimis e il Castello) e nel suo artigianato. Maniago è famosa nel mondo per i suoi oggetti da taglio, tradizione che risale al 1453. 
1. Codroipo e Passariano 

Nel cuore della piatta campagna friulana, appare come d’incanto uno scenario nelle sembianze di una fantastica quinta teatrale. Oltrepassati Bertiolo e Lonca si entra nel cuore del complesso di villa Manin, attorno alla quale si raccoglie il piccolo abitato di Passariano, nel comune di Codroipo. La splendida dimora fu costruita a partire dalla metà del Seicento, trasformando un edificio già esistente, dalla ricca e potente famiglia Manin, che espresse con Ludovico l’ultimo doge della Serenissima. Quando venne eletto, il 6 maggio 1789, si dice che a Venezia così commentassero la notizia: «I gà fato doxe un furlan. La Republica xe morta». Presso villa Manin l’Istituto Regionale per il Patrimonio Culturale promuove iniziative per la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, organizza mostre, eventi e concerti. 
 

2. Tolmezzo e dintorni 
Tolmezzo è il capoluogo della Carnia. Deve il ruolo alla posizione strategica nella conca alla confluenza di But e Tagliamento, dove si incrociano le strade per il Cadore, l’Austria e la pianura. La città ha origini romane e nel medioevo fu tra i possessi del patriarcato di Aquileia, dal quale durante il Trecento ottenne la concessione di uno statuto che definì la sua condizione di centro principale della Carnia. Negli ultimi decenni della signoria veneziana, alla metà del Settecento, diventò un centro industriale: Jacopo Linussio vi stabilì la propria attività di tessitura, esportando anche oltreoceano. Le tracce di un passato tanto vivace caratterizzano il Borgàt, il centro storico, con i suoi palazzi e le vie porticate. Da non perdere il Museo carnico delle Arti e Tradizioni Popolari, la migliore introduzione alla storia e alla cultura del popolo della Carnia.  
 
3. Val Tramontina 

Da Meduno, risalendo il torrente Meduna si supera la stretta di Racli, dove nel 1951 una diga ha formato il lago di Redona, o di Tramonti: è il primo dei tre grandi laghi artificiali della val Tramontina; gli altri due, riempiti nel 1964, sono quelli di Cà Selva e di Cà Zul. Povera di risorse economiche, spesso provata da terremoti (devastante quello del 1976), la valle ha visto molti dei suoi abitanti emigrare, (gli stagnini partivano per vendere o riparare oggetti in rame). In Val Tramontina al borgo si è da sempre preferita la Comunità. Sul territorio si contano addirittura 150 insediamenti sparsi. I più caratteristici sono quelli di Palcoda e di San Vincenzo, nel canal di Cuna. A Tramonti di Sotto, in riva sinistra, spicca la quattrocentesca chiesa di S. Maria Maggiore, antica pieve della valle. A Tramonti di Sopra, in riva destra, si trova la chiesa di S. Floriano, del Seicento. 
 

4. Maniago 

A pochi chilometri oltre Montereale Valcellina, Maniago è una Bandiera arancione del Touring Club Italiano. La città sorge tra i corsi del Cellina e del Colvera, nei pressi del Monte Jouf e dell’area dei magredi, la cosiddetta “steppa del Friuli”. Numerosi sono gli itinerari sia pedonali sia ciclabili per scoprire il territorio in maniera consapevole. Il cuore pulsante della città è piazza Italia, una delle più grandi del Friuli, dove si affacciano i principali edifici storici: il Duomo, il palazzo D’Attimis Maniago, la settecentesca chiesetta della Madonna e la fontana, realizzata a metà ‘800 e divenuta simbolo della città. Una piacevole passeggiata, unisce piazza Italia al Castello. La località è famosa per la produzione di coltelli e di ogni genere di oggetti da taglio, tradizione molto antica che risale al 1453 e attiva ancora oggi, testimoniata anche dal Museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie che sorge nell’edificio che ospitò la prima grande fabbrica di coltelli di Maniago. 
 

5. Piancavallo 

Sull’ampio e soleggiato altopiano di Piancavallo (m 1267), dominato dai 2250 m del monte Cavallo, si arriva da Aviano lungo una strada tortuosa e panoramica. Fino agli anni ’60 del Novecento c’erano solo le malghe e il rifugio Policreti. Oggi la località è un apprezzato polo turistico montano. D’inverno si scia costantemente e si può anche pattinare in uno stadio del ghiaccio. In estate molto vasta è l’offerta di passeggiate e sentieri escursionistici: dalle semplici camminate tra prati e boschi all’orienteering, dalle ferrate alle ascese in parete per i rocciatori, percorsi in mountain bike e a cavallo, fino a percorsi attrezzati sospesi su passerelle e corde in una meravigliosa faggeta. Per i più arditi, dal balcone della Castaldia (1108 m) si prende il volo sulla pianura in deltaplano o parapendio. Da Piancavallo una strada conduce verso Barcis e la Valcellina. 
 

MONDO TOURING
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