Bisogna risalire tutto l’Adriatico e andare fino in fondo sulla cartina dell’Italia, tutto a destra, per arrivare a Trieste. Una volta che si approssima, dal mare, in treno, in autostrada Trieste appare come un’epifania: bellissima, diversa fin dal primo sguardo rispetto alle altre città italiane. Città di mare e di frontiera, ma anche di montagna, visto che il pietroso Carso sta lì, a un passo, quasi dentro la città. Trieste è l’opposto di qualunque altra città di mare e di frontiera del Mediterraneo. Se altrove questo tipo di luoghi sono disordinati e confusi, affollati e malmessi, Trieste a prima vista è invece ordinata e razionale, di certo non caotica.

Ecco dieci esperienze per scoprire o riscoprire la nobile bellezza del capoluogo del Friuli Venezia Giulia.
 

1. RESPIRARE UN'ATMOSFERA SPECIALE

Respirare il vento, crogiolarsi al sole con il riverbero del mare, ricercare la propria identità in mezzo a tante culture, percorrere i sentieri del Carso scoprendo doline ed antichi borghi, assaporare un buon ”nero” in un caffè storico o passeggiare tra palazzi di impronta asburgica. Trieste offre molte esperienze variegate, vuoi per la sua posizione di mare e di confine, vuoi per l'essere da sempre crocevia di mondi latini, tedeschi e slavi.

Sostenibilità e riqualificazione degli spazi urbani sono attualmente le due direttrici che guidano lo sviluppo della città. Cittadini e turisti possono montare in sella a una bici messa a disposizione dal nuovo servizio cittadino di bike sharing (mobilitasostenibile.comune.trieste.it) per raggiungere agevolmente i più bei luoghi di cultura ed arte disseminati nel centro cittadino (www.triestecultura.it). Utile anche la app TriesteMetro (www.triestemetro.eu), grazie a cui è possibile scoprire gli itinerari tematici ideati per i visitatori, da quello naturalistico a quello storico, da quello architettonico a quello scientifico. 

Così, con una bici o a piedi, è facile iniziare a scoprire le meraviglie del centro: mete imperdibili soprattutto per chi esplora Trieste per la prima volta sono i palazzi storici, la piazza Unità d'Italia, affacciata sul mare (in quest'articolo ne parliamo diffusamente), il castello, la Cattedrale di San Giusto.
 


Piazza Unità d'Italia - foto Marco Milani


Vista panoramica del Colle di San Giusto / foto Max Morelli - Liquidmedia.it​
 

2. SCOPRIRE SAN SPIRIDIONE E I LUOGHI APERTI PER VOI  
Era il grande porto dell’impero asburgico, Trieste. Tutti i popoli avevano cittadinanza, e ognuno portava tradizioni, sapori e credenze. Testimonianza di quell’epoca cosmopolita sono i tanti luoghi di culto di credi diversi che si possono incontrare per le vie della città, come S. Nicolò dei Greci, unica chiesa fronte mare della città, o il grande tempio a pianta greca di San Spiridione, casa della comunità serbo-ortodossa. I soci volontari di Aperti per Voi hanno adottato e tengono aperto il Museo della comunità greco-orientale “Costantino e Mafalda Pisani”, testimonianza della stagione di cosmopolitismo della città e riferimento di una comunità che oggi conta circa 600 persone (riva III Novembre 7, approfondimento su questa pagina, orari su www.apertipervoi.it).


 

3. SPERIMENTARE I CAFFÈ DI TRIESTE E IL CAFFÈ DI TRIESTE
Qual è la città dove si consuma più caffè in Italia? Forse Napoli... no, sbagliato: Trieste. Oltre 10 chili a testa con i 5 della media nazionale. Merito dell’antica tradizione asburgica che aveva fatto di Trieste il porto principale per ricevere le merci, soprattuto coloniali come il caffé. Da allora la città è il centro della torrefazione dei chicchi in Italia, con alcune delle maggiori aziende italiane. Ma il caffé bevanda a Trieste è legato intimamente ai caffé intesi come bar. Architettonicamente stupendi, ricchi di fascino e da sempre sede di incontri tra intellettuali. I nomi? Caffé Tommaseo, il più antico; Caffé degli specchi in piazza dell’Unità; Caffé Tergesteo e Caffé San Marco, in stile secessione.

 

4. ESPLORARE IL MOLO AUDACE E IL PORTO VECCHIO
Trieste è una città bella da guardare. Dall’alto, dal basso, dal mare: da ovunque la si guardi si rimarrebbe ore ad osservare i palazzi, la vita che scorre, le navi che entrano in porto, i tram che salgono a Opcina. Una prospettiva diversa, inaspettata, della città si gode dal fondo del molo Audace. In pieno centro città, davanti a piazza dell’Unità con le sue luci incastrate nel terreno, il molo audace è un braccio di pietra che per 246 metri entra nel mare, quasi che fosse un ponte sull’Adriatico. Una passerella da cui guardare il mare, ma su cui soffermarsi e ammirare il profilo della città da una prospettiva differente.

Da non perdere poi il Porto Vecchio, chicca di archeologia industriale, luogo intriso di storia, dove par ancora di sentire le gru al lavoro. Dopo esser caduto per anni in stato di abbandono, oggi, grazie ad un attento lavoro di recupero ed un importante progetto di riqualificazione, offre alla città e a quanti vogliono ripercorrere i suoi fasti ampi spazi per passeggiate, una ciclabile ed edifici completamente ristrutturati e riconvertiti tra i quali il Magazzino 26, polo museale e culturale, e la Centrale Idrodinamica.


Panoramica del Porto Vecchio / foto Max Morelli - Liquidmedia.it
 

E parlando di mare. In triestino si chiama Pedocin, che in italiano vuol dire “pidocchietto”, che a ben vedere non è certo un nome che ispiri per uno stabilimento balneare. Però oltre a essere comodo per chi non riesce a uscire dalla città per fare un bagno - si trova tra la Lanterna, il vecchio faro del porto e un terminal traghetti - è anche famoso per essere l’ultimo posto in Italia dove la spiaggia è rigorosamente separata tra uomini e donne. In mezzo c’è un muro alto e liscio, invalicabile come quello delle caserme dei Carabinieri. Anche in mare le zone di balneazione dei due sessi sono separate. Ma lì ci si può almeno vedere (Bagno marino La Lanterna, molo Fratelli Bandiera 3, ingresso a pagamento, aperto da giugno a metà settembre).
5. ENTRARE NEL TEATRO MIELA... 
A un passo dalla stazione Centrale, creato nel 1990 dalla cooperativa Bonaventura, il teatro Miela è uno spazio aperto dove quasi quotidianamente si tengono spettacoli teatrali, concerti, proiezioni cinematografiche, festival, esposizioni, incontri e tutto quanto fa cultura in una città dove la cultura è da sempre di casa (piazza Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi, www.miela.it).
6. ...E NEL MUSEO REVOLTELLA
Chi cerca l'arte non deve dimenticare anche il grande e ricco civico museo Revoltella che ospita la Galleria di Arte moderna della città. Nato per un lasciato alla città del barone Pasquale Revoltella, merita una visita sia per l’archittutura del palazzo e della villa, sia per le collezioni custodite all’interno: una carrellata dell’arte del XIX e XX secolo, da Renato Guttuso a Carlo Carrà, da De Chirico a Giorgio Morandi. In estate ha un bel caffé, aperto fino a tardi, dove rivivere l’atmosfera colta della Trieste che fu (via Armando Diaz, www.museorevoltella.it).

Il Museo Revoltella, Trieste - foto Archivio Comune
 
7. ESPLORARE L'IMMAGINARIO SCIENTIFICO
Un museo della Scienza interattivo e multimediale, un luogo vivo dove entrare in relazione con gli oggetti e gli ambienti, ecco cosa è l’Immaginario scientifico di Trieste. Così nella sezione Fenomena, al contrario degli altri musei, è vietato non toccare; mentre nel Kakedo si parla di nuove scoperte e attualità scientifica con immagini e musiche, e nel Cosmo, un planetario a cupola rigida, si possono vedere ben 1600 stelle. Il museo non è lontano dal castello di Miramare, perché anche l’occhio vuole la sua parte (c/o Magazzino 26 del Porto Vecchio; www.immaginarioscientifico.it).
8. RECARSI IN PELLEGRINAGGIO ALLA RISIERA DI SAN SABBA 
Era un grande complesso industriale la risiera di San Sabba. Come dice il nome qui si lavorava il riso. Dopo l’8 settembre 1943 venne utilizzata dai nazisti come campo di detenzione per i deportati destinati in Germania. Venivano reclusi qui prima di essere spediti a Mathausen e in altri campi di sterminio. Ma ben presto le Ss di stanza misero in funzione il forno crematorio e iniziarono a bruciarvi i corpi dei prigionieri, alla fine del conflitto oltre 3500, che le guardie carcerarie uccidevano nelle altre stanze. Oggi è un museo (a ingresso gratuito) che spiega quel che succedeva dentro le sue mura (via Giovanni Palatucci 5, www.risierasansabba.it).
9. DEGUSTARE I PRODOTTI TIPICI NELLE OSMIZE
Era il 1784 quando l’Imperatore Francesco Giuseppe emanò un editto con cui consentiva ai contadini la vendita a terzi dei prodotti che producevano. Chi voleva venderle doveva esporre una frasca, che segnalava ai viandanti quelli che a ben vedere erano precursori dell’agriturismo. Diffuse su tutte le montagne del Carso che circondano Trieste, le osmize sono luoghi informali, molto casalinghi dove vengono serviti pochi alimenti genuini e sempre quelli: tutti i possibili insaccati derivati dal maiale, vino del Carso, un poco di formaggio - purché proveniente da aziende agricole della regione - e uova sode. Anche se alcuni offrono anche verdure sott’olio e sott’aceto, olive e dolci.
 
10. PROVARE BICICLETTA, TREKKING E PRODOTTI TIPICI NEL CARSO
Il fascino di Trieste sta anche nell'esser incastonata tra l'Adriatico e il verde del Carso che la congiunge all'entroterra sloveno. Così, in pochi minuti, si può passare da piazza Unità all'altopiano circondati improvvisamente da una natura incontaminata. Sentieri per mountain bike, percorsi di trekking segnati dal Cai, piccoli paesi caratterizzati dalla tipica architettura carsica, agriturismi ed osmize: c'è tutto per una giornata o un weekend all'aria aperta. Sono molte le possibilità di ristoro tra vigneti, allevamenti, campi e cortili, con la sicurezza di degustare eccellenti prodotti a chilometro zero come vino, olio, salumi, formaggi, verdure ed erbe spontanee, miele. Piccole produzioni pluripremiate, tramandate sapientemente di generazione in generazione, frutto di un'intesa tra uomo e natura antica come il mondo.

Ma il Carso triestino incanta anche con le sue meraviglie sotterranee, tra cui straordinarie grotte scavate nei millenni da corsi d’acqua nelle viscere della terra, e con le sue pareti di roccia viva da conquistare per godere di panorami mozzafiato. 
 


Galleria naturale sulla Strada Costiera / foto Rachele Lombardi


“Jota” - zuppa corroborante tipicamente triestina / foto Matteo Vancheri - Mollusk​

INFORMAZIONI
- Siti web Discover Trieste, Trieste Cultura, Trieste Metro
- La nostra Guida Verde Trieste e il suo territorio, con itinerari, consigli pratici, classifiche, nuovi spunti per scoprire la città e i suoi dintorni.

(si ringrazia Tino Mantarro per il contributo al testo)