Antiche tradizioni di Pasqua da scoprire e gustosi prodotti tipici da assaggiare, scenari suggestivi in cui immergersi e bellezze artistiche da non perdere, anche qualche evento in vista dei weekend e dei ponti festivi. Ecco dieci borghi accoglienti da non perdere ad aprile!
1. CAMPO TURES (BZ) 
Tra le splendide cime del Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina sorge la vivace località di Campo Tures, ricca di attrattive storiche e naturalistiche. Presso il Centro visite del Parco è possibile avere informazioni su cime, rifugi, percorsi escursionistici nella vastissima area protetta transfrontaliera (il parco si salda infatti con il Nationalpark Hohe Tauern austriaco) ricca di foreste e ghiacciai. Da non perdere Castel Tures, uno dei castelli meglio conservati dell’Alto Adige, arroccato su una rupe che domina la valle a nord del paese.
Dall’8 al 10 aprileCampo Tures si aprono le porte del paradiso del formaggio. Per tre giorni si potranno degustare e acquistare formaggi di ogni tipo. Inoltre, l’arena dei fornelli, lo show gastronomico con giovani talenti delle scuole alberghiere e rinomati chef della regione che cucinano davanti al pubblico. Un elemento fisso della manifestazione sono i laboratori del gusto e anche per i più piccoli sono previste attività con cui potranno divertirsi. Il Festival del Formaggio a Campo Tures viene elencato tra i pionieri del suo genere ed è conosciuto e apprezzato anche fuori dai confini sudtirolesi. L’amore per il formaggio e le prelibatezze garantite fanno del festival un appuntamento da non mancare per conoscitori e amanti. Per l’occasione, in numerosi ristoranti della zona il menù verrà ampliato con le cosiddette “giornate delle specialità” e verranno serviti piatti a base di formaggio.
Info: scheda borgo sul sito di Bandiere Arancioni; scheda dell'evento. Scopri di più sui progetti di Campo Tures sulla nostra news dedicata.
Campo Tures, il castello / foto Area Vacanze Valli di Tures ed Aurina
2. CASTELLARO LAGUSELLO (frazione del Comune di Monzambano - MN)
Il piccolissimo borgo di Castellaro Lagusello, raccolto e silenzioso, è compreso all’interno dell’antica cinta muraria e si specchia su un suggestivo laghetto morenico a forma di cuore (il lagusello), oggi riserva naturale protetta. Il centro storico è caratterizzato da vicoletti pavimentati in pietra di fiume, su cui affacciano case costruite con i sassi a vista. Appena varcata la porta di ingresso si incontra la Torre Campanaria, visitabile da aprile ad ottobre durante il fine settimana ed i festivi: è il punto di osservazione migliore per godere del panorama delle Colline Moreniche e per fotografare il laghetto a forma di cuore; ospita una mostra fotografica permanente dedicata alla Riserva Naturale di Castellaro ed è sede di mostre d’arte contemporanea. Da assaggiare i vini DOC del territorio, tra cui il Garda DOC e il Garda Colli Mantovani DOC, ed i piatti tipici: i tortelli di zucca e i capunsèi.
Alla fine di aprile il borgo prende vita con la manifestazione "I Fiori di Castellaro", mostra mercato dedicata ai fiori caratterizzata da un ricco corollario di eventi: tavole rotonde, mostre fotografiche, esposizioni d'arte, visite guidate. L’evento è in programma dal 23 al 25 aprile.
Info: scheda borgo sul sito di Bandiere Arancioni; scheda dell'evento; scopri di più sulle novità del territorio di Monzambano.
Castellaro Lagusello, la torre campanaria
3. VARALLO (VC) 
Varallo è celebre per il suo Sacro Monte, grandioso complesso-santuario fondato nel ‘400 da Padre Bernardino Caimi e divenuto Patrimonio dell’UNESCO. L’abitato storico si snoda tra le ville ottocentesche, il complesso architettonico del Palazzo dei Musei, sede della ricca pinacoteca, e le testimonianze religiose, tra cui la monumentale chiesa della Madonna delle Grazie, con affreschi di Gaudenzio Ferrari, la chiesa di S. Marco e la collegiata di S. Gaudenzio. Caratteristico della località è il Salam d'la duja, salame conservato sotto strutto a base di carni magre scelte e conservato nella duja, un recipiente di terracotta.
Tra le manifestazioni a carattere religioso, da segnalare la processione “delle Sette Marie” che si svolge la domenica delle Palme, uno dei riti della Settimana Santa che coinvolge maggiormente i varallesi e tutta la Valsesia.  Grazie al progetto denominato “Treni storici per la Valsesia” si può raggiungere Varallo con splendidi treni d’epoca trainati da locomotive a vapore (partendo da Novara).  Un calendario di corse domenicali, ad aprile il 24, ognuna delle quali è tematizzata e abbinata a piccole degustazioni a bordo, visite guidate ed eventi nella località di Varallo.
Info: scheda borgo sul sito di Bandiere Arancioni; scheda dedicata al Sacro Monte; scopri di più sul Museo Ferroviario Valsesiano.
Varallo, il Sacro Monte / foto Comune di Varallo
4. DOLCEACQUA (IM)  
Dolceacqua è costituito da due bellissimi borghi, collegati da un antico ponte "a schiena d'asino": l’ottocentesco quartiere Borgo e quello antico chiamato Terra su cui domina il Castello dei Doria che si raggiunge fra pittoresche viuzze, cantine vinarie e tipiche botteghe artigianali. Monet rimase estasiato da questo borgo, a cui dedicò quattro opere, definendo l’antico ponte un “gioiello di leggerezza”. La fama del paese è legata anche alla produzione del “Rossese di Dolceacqua”, che quest’anno festeggia i 50 anni della DOC (la prima di tutta la Liguria).
Ad aprile i caratteristici carruggi di Dolceacqua diventano suggestivo scenario per “Carruggi in fiore”. Quest’anno la manifestazione si svolgerà dal 23 al 25 aprile, come di consueto la località sarà vestita a festa e completamente infiorata. Il tema del concorso floreale sarà proprio il “Rossese di Dolceacqua” per celebrare il prodotto tipico e l’importante anniversario.
Info: scheda borgo sul sito di Bandiere Arancioni; scopri di più sulla proposta turistica di Dolceacqua.
Dolceacqua / Foto Shutterstock
5. FONTANELLATO (PR) 
La ricchezza delle acque sorgive in questo territorio è all’origine del nome del borgo medievale, sovrastato dalla rocca Sanvitale, costruita dall’omonima famiglia nel XV secolo e residenza della stessa per ben cinque secoli. La rocca è uno degli esempi di fortilizi meglio conservati della regione, in cui l’architettura fortificata si associa alla funzione residenziale; circondata da un fossato, costituisce il baricentro della vita urbana e forma uno scenario di rara unità con la cornice di case porticate intorno.
Occorre visitare gli interni del castello: si segue una successione di sale con affreschi, collezioni d’armi, cimeli e arredi. La sala più preziosa è quella di Diana e Atteone, con l’omonimo affresco tratto dalle “Metamorfosi di Ovidio”, uno dei capolavori del Parmigianino. Una curiosità: nella rocca è visitabile l'unica camera ottica, ottocentesca, in funzione in Italia, all’interno della quale un sistema di specchi riflette l’immagine della piazza antistante su uno schermo. Poco lontano dal centro, il Labirinto della Masone, straordinario parco culturale con il più grande labirinto al mondo di bambù. Da non perdere una degustazione di Parmigiano Reggiano e di culatello accompagnati da una bella porzione di “torta fritta” e da un calice di buon lambrusco.
Domenica 17 aprile, attorno alla rocca Sanvitale, si svolgerà “Pasqua con il Mercatino dell'Antiquariato”, uno dei più importanti e qualificati mercati del nord Italia.
Info: scheda borgo sul sito di Bandiere Arancioni; scopri di più sul sito del Comune.
Fontanellato, Rocca Sanvitale / foto Francesco Turci (Concorso Fotografico Tci)
6. CANTIANO (PU) 
Cantiano è un piccolo paese di origine medievale, ricco di storia e di ambienti naturali di notevole bellezza, attraversato dall’antica Via Flaminia. Da vedere il centro storico e la via Fiorucci, suggestivo frammento dell’antico mondo medievale nel rione detto il “ghetto”. Il contesto naturalistico, con il Parco naturale Bosco di Tecchie e il massiccio del Monte Catria, offre infinite possibilità di svolgere escursioni a piedi, con il "Cavallo del Catria" e in bici. Tra i prodotti tipici, il pane di Chiaserna, la visciola e l’amarena di Cantiano, dalle quali derivano confetture, sciroppi, marmellate e l’esclusivo vino di visciola.
Da segnalare il Museo della Turba che ripercorre la storia di una comunità che, dal secolo di San Francesco, tramanda la tradizione del Venerdì Santo a Cantiano. Tra gli eventi più importanti e famosi della località, infatti, troviamo la Turba, sacra rappresentazione del Venerdì Santo dove religione, teatro e tradizione si amalgamano coinvolgendo l’intero paese in una enorme e suggestiva rappresentazione all'aperto. Negli anni la Turba ha conseguito importanti riconoscimenti, quali il Patrocinio del Ministero dei beni culturali e della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa; fa parte di EuroPassion, l'Associazione che raccoglie le più importanti e datate Sacre Rappresentazioni d'Europa.
Dopo due anni di fermo, la Turba tornerà per le vie del paese venerdì 15 aprile in una veste diversa, recuperando la sua impostazione originaria, quella processionale, così come documentata fin dal 1600. L’evento si svilupperà lungo le vie del centro storico: una sfilata di circa 200 personaggi in costume, divisi fra Antico e Nuovo Testamento, con il finale classico della fiaccolata ed il sollevamento delle croci. Sabato 30 aprile e domenica 1° maggio è in programma a Cantiano Fiera Cavalli (versione primaverile dell’evento, in aggiunta alle due consolidate domeniche centrali di ottobre): non solo fiera zootecnica, ma anche spettacolo ed intrattenimento con eventi, gare ed esibizioni.
Info: scheda borgo sul sito di Bandiere Arancioni; scopri di più sul sito del Comune; Scopri di più su Fiera Cavalli; Scopri di più sulla Processione della Turba
Cantiano, cavallo del Catria / foto Filippo Biagianti
 
7. CORINALDO (AN) 
Città medievale e rinascimentale, custodisce le mura tra le meglio conservate delle Marche, quasi un chilometro di fortificazioni intervallate da porte fortificate, bastioni, torri nonché un tratto di camminamento di ronda percorribile. Il centro storico è caratterizzato da vie strette che a ponente si dilatano diventando più ampie e regolari. Alcune hanno l’aspetto di vero monumento come la Piaggia detta anche “cento scale, che salgono fino alla sommità del colle. Città natale di Santa Maria Goretti, è possibile visitarne la casa natale e il Santuario diocesano a lei dedicato. Dai vigneti e oliveti dell’ondulata campagna circostante si producono il Verdicchio dei Castelli di Jesi e l’olio extravergine di oliva, ricavato prevalentemente dai cultivar Moraiolo, Leccino, Frantoio e Raggia.
Dal 23 al 25 aprile ritorna, dopo due anni di stop forzato, la Festa dei Folli, l'evento di primavera più pazzo che ci sia: spettacoli, concerti, mostre, mercatini e una serie di iniziative culturali dedicate a tutte le età. Non mancherà la Crazy Run, il 25 aprile nel pomeriggio, la pazza e colorata corsa attorno alle mura del borgo.
Info: scheda borgo sul sito di Bandiere Arancioni; scopri di più sulla Festa dei Folli.
Corinaldo, la Festa dei Folli
8. TROIA (FG)
Cittadina dall’illustre passato e crocevia di culture, Troia si affaccia sul Tavoliere sulle prime alture dei Monti Dauni. Il centro storico, da visitare a piedi, ha un impianto tipicamente medievale, con il corso Regina Margherita come direttrice principale sulla quale affacciano molti edifici di valore e dal quale partono numerose stradine laterali. Da degustare nelle enoteche, nei bar e nei ristoranti del paese il tipico vino DOC Nero di Troia.
Da segnalare la cattedrale romanica e in particolare il rosone che decora la facciata principale, unico al mondo, scandito da 11 colonnine. La più antica chiesa cittadina è quella di San Basilio ed è anche uno dei luoghi centrali degli appuntamenti tradizionali e suggestivi della Settimana Santa - molto sentita e festeggiata con un ricco calendario, tra cui segnaliamo la peculiare processione delle Catene che si svolge la mattina del Venerdì Santo - che culmina con la processione del Bacio la domenica di Pasqua.
Info: scheda borgo sul sito di Bandiere Arancioni.
Troia, la Cattedrale / foto Stefano Cibelli
9. BOVA (RC) 
Tra l’azzurro dello Jonio e il verde delle montagne dell’Aspromonte si incontra Bova, in posizione panoramica e suggestiva. Nel cuore dell’area della cultura grecanica, la cui identità e tradizioni vengono preservate e promosse dagli abitanti, Bova vanta una lunga storia di cui rimangono molte tracce lungo le vie del paese. Per conoscere i principali momenti della storia evolutiva della Calabria, tappa obbligata è il Museo di paleontologia e scienze naturali dell’Aspromonte. Meritano una visita anche la cattedrale, posta in posizione panoramica, e il Museo della lingua Greco-Calabra "Gerhard Rohlfs". Con gli ingredienti semplici ma dai sapori decisi della tradizione agro-pastorale, si gustano piatti prelibati da innaffiare con il vino tipico della zona, la IGT Palizzi. Tipica è la lestopitta, una frittella di farina e acqua, fritta nell’olio e mangiata calda.
Qui sono ancora vive antichissime tradizioni popolari, come in occasione della domenica delle Palme, quando si svolge un rito arcaico che prende origine dalla mitologia greca: la caratteristica festa delle “Pupazze” o delle “Persefoni”, sculture di figure femminili realizzate dagli abitanti del borgo con un asse di canna e foglie di ulivo e decorate con fiori e frutta, che vengono portate in una tradizionale processione lungo le vie del paese.
Info: scheda borgo sul sito di Bandiere Arancioni.
Bova / foto Mesiano Annunziato
10. OLIENA (NU)
Il centro storico della località è uno dei più caratteristici e interessanti dell’isola. Nei vicoli tortuosi e stretti si affacciano casette dai muri bianchi di calce con piccole corti, scalette esterne, archi e pergolati. La particolarità di Oliena inoltre è il gran numero di chiese (ben 11) che sorgono nell’abitato, tutte ben conservate. Molto interessanti sono anche le escursioni organizzate nei dintorni. Parlando di Oliena non si possono non citare i vini, densi e forti, apprezzati e cantati anche da D’Annunzio, che sono ricercati in tutta la Sardegna. Oliena è famosa anche per il suo artigianato artistico e in particolare per i pregiati gioielli in filigrana e per gli scialli di seta finemente ricamati.
Numerose le feste popolari che vengono organizzate, occasioni in cui viene sfoggiato il tradizionale costume femminile, come “S’Incontru”, la domenica di Pasqua, il caratteristico incontro, appunto, tra Gesù risorto e la Madonna, che rappresenta l’evento culminante della Settimana Santa di Oliena: un vero tripudio di rituali antichi molto sentiti dalla comunità locale.
Info: scheda borgo sul sito di Bandiere Arancioni.
Oliena, ragazze in costume tipico
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