Tra Roma e la Toscana c’è un territorio dalle radici così profonde e marcate che può considerarsi quasi una ventunesima regione in bilico tra il mare e gli Appennini. Attraversare la Tuscia in camper è un’avventura tra aspri calanchi, quieti laghi vulcanici, montagne ammantate di boschi, campagne e litorali lunghi e sabbiosi. Solo a fatica i Romani riuscirono a mettere le mani su queste terre. Non c’è strada, contrada e cittadina che non conservi vestigia degli Etruschi, il “popolo del mare”. E l’unicità di queste terre ne fece il “regno” dei Farnese, una delle più potenti casate europee del Cinquecento.
 
Potete pensare a un viaggio on the road, ritagliato sulle vostre preferenze, cercando stimoli culturali, occasioni di sport ed escursionismo. Le atmosfere saranno rilassate e la cucina locale non tradirà buone forchette e gourmet. I laghi di Bolsena, Vico e Bracciano ci sembrano tre riferimenti per darvi un itinerario su cui variare a piacere. Abbiamo diviso il racconto di questo viaggio in libertà in due capitoli. Il primo dedicato a un tour del lago di Bolsena. Questa seconda parte si concentra invece su Viterbo e i dintorni dei laghi di Vico e Bracciano.
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COME ARRIVARE
Le principali vie d’accesso alla Tuscia sono la A1, che lambisce l’intero Viterbese da est; la A12 per raggiungere il Tirreno e accedere alla maremma laziale. Da Roma si può transitare sulla Cassia (la Sr2), forse l’asse privilegiato per l’intera area. Ma niente paura, una volta lasciate le autostrade vi aspettano tragitti che invogliano a una guida rilassata e piacevole.
 
VITERBO
La via più diretta per raggiungere il Lago di Vico passa per Viterbo, che si visita comodamente grazie alla facilità di trovare delle aree di sosta.
L’originario insediamento etrusco, rivelato dalla necropoli rupestre della vicina Castel d’Asso, finì sotto il dominio di Roma e ne conserva i resti, come gli edifici di età imperiale sfiorati dalla via Cassia.
Secondo la leggenda la fondazione di Viterbo è merito di Ercole, al quale sarebbe stato dedicato il tempio che sorgeva sul colle oggi occupato dalla Cattedrale di San Lorenzo. La città è di origine etrusca e i reperti archeologici che lo confermano - tratti di mura, fondazioni di ponti - affiorano qua e là tra le pietre del centro storico. La fortuna del luogo è data dal passaggio di una delle più importanti strade dell'antichità, la romana Cassia, che prenderà più tardi il nome di Francigena a motivo del passaggio dei viandanti d'Oltralpe sulla via per Roma. Il suo tratto cittadino è quella via San Pellegrino - nome rivelatore - che risale tortuosa uno dei quartieri di più autentica atmosfera medievale, con case e torri spesso uniti da arcate e sovrappassi. Da non perdere il palazzo dei Priori e altri edifici pubblici all'ombra della Torre dell'Orologio. Nel duecento, anche per la presenza di un celebre complesso termale, Viterbo diventa residenza abituale dei papi e sede di conclavi, caratteristica che la rende unica al mondo per storia e patrimonio artistico.
Dalla città si possono seguire due percorsi di avvicinamento al lago di Vico. Il più tortuoso segue la via Cimina, mentre il più agevole (ma meno panoramico) esce dall’abitato sulla Cassia e raggiunge le sponde passando per Vetralla. In entrambi i casi la meta è Ronciglione, dove fare base nel contesto della riserva regionale che tutela il bacino. Da qui si possono effettuare varie escursioni in bici, specie a sudovest, dove la strada corre lungo le rive.
La stessa Ronciglione, che sorge in collina a qualche chilometro dal lago vale una visita per la rocca medievale, la piazza del Comune con la Fontana Grande e alcune chiese di pregio. A Caprarola, che si trova a monte della sponda orientale, il parcheggio non è facile e conviene pertanto raggiungerla in pullman da Ronciglione. La principale attrazione è il sontuoso palazzo Farnese, tra i migliori esempi di architettura umanistica in italia: questa residenza fortificata, eretta a più riprese tra il XVI e il XVII secolo, è costituita da cinque ali che formano un pentagono al centro del quale si trova l’ampio cortile circolare.
Caprarola è la terza località del percorso insignita della Bandiera arancione del Touring Club Italiano, e la successiva si trova poco lontano. Sutri si raggiunge infatti da Ronciglione proseguendo brevemente in direzione di Roma e Monterosi sulla via Cimina e quindi deviando a destra per portarsi sulla Cassia.
Nel parco naturale regionale dell’Antichissima Città di Sutri – il più piccolo del Lazio, con una superficie di appena sette ettari – si concentrano testimonianze archeologiche e storiche di assoluta rilevanza, che includono una necropoli etrusca, un mitreo scavato nel tufo, un anfiteatro romano capace di 9000 persone, la settecentesca villa Savorelli con i giardini e la piccola chiesa rinascimentale di Santa Maria del Tempo. Proseguendo lungo la Cassia in direzione Roma, poco dopo Sutri si svolta a destra su una secondaria che in una decina di chilometri raggiunge il lago di Bracciano (qualche tortuosità e un tornante nell’ultimo tratto).
Ronciglione /thinkstock
IL LAGO DI BRACCIANO
Il terzo dei bacini vulcanici a nord di Roma e secondo del Lazio per superficie è assai frequentato dai residenti della capitale ed è servito da numerosi campeggi e alcune aree attrezzate. Qui il territorio pianeggiante invoglia all’uso delle due ruote, anche se il traffico automobilistico è maggiore rispetto alle tappe precedenti.
Nonostante il popolamento delle zone di molti romani, i borghi della riviera sono rimasti autentici. Se ne ha la dimostrazione giungendo a Trevignano Romano, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Dominato dalla Rocca Orsini e adagiato al centro della sponda settentrionale, presenta il centro antico articolato intorno alla piazza Vittorio Emanuele III, su cui affacciano il Palazzo Comunale e la torre dell’Orologio. La sede municipale ospita il Museo civico archeologico, ricco di repertori etruschi e romani. Da via Umberto I si svolta in via della Parrocchia e si sale verso la chiesa dell’Assunta: un breve sentiero che parte dal sagrato conduce alla sommità della rupe su cui sorge la rocca, e dalla quale si godono vedute di grande suggestione.
Il lago di Bracciano e la fascia circostante sono protetti da un parco regionale tra i più fruibili del Lazio, grazie a iniziative che facilitano l’approccio ai luoghi e all’ambiente naturale attraverso le escursioni tematiche proposte dal parco stesso.
Superato il piccolo borgo rurale di Vicarello, la strada costeggia il bacino per poi deviare in salita verso Bracciano, dove si immette nel cuore del centro storico. Furono anche qui gli Orsini a far costruire nella seconda metà del ‘400 il castello, che si presenta in ottimo stato di conservazione.
Si scende verso le sponde del lago per continuare fino ad Anguillara Sabazia. Il paese dista circa 10 chilometri, percorribili anche in bici poiché questo tratto del lungolago è meno frequentato. Giunti ad Anguillara, con un bel colpo d’occhio sul nucleo storico che si protende dal lago dall’alto di un piccolo promontorio, se ne visitano la collegiata dell’Assunta, il castello Orsini e la piazza del Comune. Nel borgo un labirinto di vicoli e piccoli slarghi offre opportunità di passeggiate, magari facendo tappa in uno dei ristoranti tipici. Durante la bella stagione è preferibile non avvicinarsi in camper o in auto all’area del molo nelle serate del venerdì e del sabato, quando il turismo pendolare da Roma si fa molto intenso.
Anguillara Sabazia /thinkstock
TUSCIA VITERBESE, SAPORI DI LAGO
Sui tre laghi e nel territorio che li comprende protagonista in tavola è il pesce d’acqua dolce. Tinche, coregoni e anguille entrano arricchiscono talvolta anche i primi asciutti e le minestre. Tanti sono i ristoranti in cui ritrovare sapori autentici e ricette tipiche, spesso in abbinamento con fagioli, broccoli e cime di rapa. La preparazione della carne risente invece dell’influenza della gastronomia maremmana e di quella romana, con l’agnello e la coratella, interiora ovine accompagnate con carciofi.
Capitolo a parte si deve aprire per il vino. Tante le Doc bianche, rosse e rosa tedi questi territori: Colli Etruschi Viterbesi, il Tarquinia, il Vignanello e naturalmente l’Est! Est!Est! di Montefiascone. A Gradoli si produce un Aleatico anche in versione liquorosa.
 
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