Alla scoperta dei terrazzamenti alpini/2 - In Lombardia, tra i vigneti della Valtellina
Questa è una delle sette pagine web dedicate a itinerari a piedi in Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta per esplorare questo straordinario paesaggio; per conoscere più da vicino il progetto e accedere alle altre pagine, basta cliccare su questo link.
Ecco l'itinerario da Ardenno a Chiuro per scoprire i vigneti terrazzati della Valtellina.
- Partenza: Ardenno
- Arrivo: Chiuro
- Durata: a tappe
- Lunghezza: km 52
- Dislivello: 950
- Quota minima: 290
- Quota massima: 730
- Difficoltà: facile
- Periodo consigliato: da marzo a novembre
Alla destra orografica del torrente Masino, che fornisce il nome alla Valmasino, valle attigua alla Val di Mello, inizia il percorso immerso nella storia, nella natura, nei prodotti tipici e, perché no, nella fatica antica e moderna. In p.zza Matteotti, incrocio tra la via che porta in Val Masino e la via Duca D’Aosta che porta verso il centro di Ardenno, la comodità di un parcheggio pubblico diventa il punto di partenza del tracciato. La via comunale Duca d’Aosta porta ad incrociare sulla sinistra la via Calchera che porta ai piedi del versante. Lungo questa via che sale leggermente s’intravedono i primi terrazzi, molti di questi ormai fagocitati dal bosco. Questo Comune è tra quelli che nel passato non ricadevano nell’area Docg: per questo è il territorio che più di altri ha perso superficie vitata (oltre il 70%). Lungo questa via si possono ammirare anche impianti di uliveti che hanno rimpiazzato i vigneti e hanno il compito di mantenere vivo il terrazzo. Arrivati all’incrocio con la via Cavour si prende quest’ultima e si sale tra i vecchi nuclei dai tetti in piode, per poi prendere la via Magiasca, che si percorre fino alla via Cavallari, da dove inizia la parte sentieristica del tracciato.

Il sentiero attraversa in verticale il pendio, tra vecchi terrazzi vitati e impianti a uliveti e frutta varia che, intersecando vecchi nuclei, raggiunge la contrada Gaggio posta a 550 metri. Si sale ancora per altri 150 metri di quota, si attraversa il torrente Gaggio e si entra nel territorio comunale di Buglio in Monte. La direzione del sentiero punta decisamente verso est e si attraversa l’abitato di Buglio, posto su una magnifica balconata che domina la piana della valle dell’Adda. Tra vecchi nuclei, prati e boschi si attraversa la “Val Primaverta” per entrare nel territorio di Berbenno in Valtellina.
Tra antichi maggenghi e boschi di castagno, dopo circa 2 km, si arriva al balcone della contrada Maroggia. Questa è una tipica e pregevole vecchia contrada, in parziale stato di abbandono, che dà il nome alla sottozona “Maroggia”. Si prosegue attraversando il torrente Vignone e dopo circa 200 m si giunge sul versante terrazzato di Monastero. Le superfici vitate aumentano e si inizia a respirare quell’aria fatta di fatiche antiche e attuali. Dopo la contrada dei Piasci si prosegue sempre verso est, tra piccoli vecchi nuclei, spazi coltivati a prati per giungere nel cuore dell’area terrazzata di Berbenno tra vigneti antichi, qualche nuovo impianto e ulivi. Sempre proseguendo ad est tra nuclei antichi, fontane, lavatoi si attraversa la parte vecchia della frazione di Regoledo e si prende la stradina detta Credee per iniziare il sentiero che porta al torrente Finale, dove appare la zona degli antichi “Mulini” che offrono uno spaccato di un passato non troppo lontano.
Il sentiero ci riporta dentro la vecchia contrada di Polaggia. Si prosegue verso Postalesio tra prati, nuovi vigneti, mirtilli e meleti e si attraversa il torrente Caldenno giungendo al piccolo borgo di Postalesio, per poi puntare verso Castione Andevenno. Appena sopra l’abitato di Postalesio si possono ammirare le piramidi di Postalesio.

Assieme al comune di Sondrio, Montagna in Valtellina e Poggiridenti, Castione rappresenta il cuore dell’area vitata valtellinese, dove si trovano le più note e conosciute aree produttive Sassella, Grumello e Inferno. Da Castione in avanti, fino a Poggiridenti, si è immersi e rapiti completamente dalla bellezza dei terrazzi e dove l’azione dell’uomo, per rubare alla roccia coltivi, è percepibile anche agli occhi del distratto. Terrazzi, vecchi mulini, incisioni rupestri, ponti sospesi, castelli medievali: nulla manca in questo tragitto immersi dentro queste tre aree a docg.
Nel comune di Castione e più precisamente nella località Vendolo è possibile visitare il “mulino della Rosina” recentemente restaurato e visitabile. Da Castione verso est si percorrono le frazioni fino a giungere alla località Grigioni e qui inizia il viaggio dentro quella che è ritenuta l’area più pregiata della produzione vitivinicola valtellinese: il Sassella. Terrazzi mozzafiato a strapiombo sulla valle proseguono senza sosta. Prima di giungere a Triasso, al confine tra i due comuni e all’incrocio tra via Grigioni e via Moroni, 200 metri ad ovest si può visitare il “Parco archeologico tra le vigne terrazzate”. La frazione di Triasso, già in comune di Sondrio, merita una visita perché qui il tempo sembra si sia fermato. Un borgo al servizio della viticoltura, circondato da castagneti secolari e che nel periodo di ottobre riprende vita durante la vendemmia.

La strada interpoderale della “Sassina” attraversa in diagonale la parte alta della denominazione Grumello. Il panorama dall’alto permette di vedere la chiesa di Sant’Antonio e il famoso Castel Grumello. La visita al castello permette di ammirare anche la parte bassa della denominazione Grumello a strapiombo sulla valle dell’Adda.
Proseguendo il cammino si arriva nel comune di Poggiridenti patria della denominazione Inferno, che si stende ai piedi del viaggiatore in tutta la sua verticalità. Il confine tra Poggiridenti e Tresivio non è percepibile perché i due Comuni si abbracciano ed è proprio sul confine dei due Comuni che appare in tutta la sua maestosità la “Santa Casa Lauretana”. Una chiesa che sembra quasi “stonare” per lo sfarzo e il fascino che emette.

PUNTI DI INTERESSE
1. Maroggia (Comune di Berbenno in Valtellina)
Il termine “Maroggia” suona come “mala roggia”, cioè cattivo corso d’acqua; il significato più probabile, però, è quello di “detriti”; non è da escludere neppure un’origine da “maròi”, che corrisponde all’antico francese “maronge” e significa ontano nero. È stata ipotizzata dall’Orsini, infine, un’origine ancora più antica, da “maru”, termine etrusco che significa signore o custode del tempio. La storia sacra parla di luoghi segnati in modo indelebile dalla veemente predicazione di san Benigno de' Medici (sec. XV), famoso per la sua voce angelica, la sua dottrina teologica, ma soprattutto per il suo fervore.
La natura mostra qui, soprattutto in autunno, scorci suggestivi, e riserva la sorpresa del famoso "Centòn", castagno piegato dall'età pluricentenaria (si dice che anche già il santo ebbe modo di godere della frescura all'ombra dei suoi vigorosi rami). L'attrattiva enologica, infine, è legata ad un vino prodotto in 25 ettari circa di terrazzamenti coltivati e reso particolarmente robusto dalla felice esposizione dei luoghi ("vinum firmum et dulce", cioè vino robusto e profumato viene già definito quello offerto al santo da Lorenzo de' Lupi), tanto da meritarsi la qualifica di vino docg.

2. Castagno secolare detto “Centòn” (località Piasci, Comune di Berbenno in Valtellina)
3. La Valle dei Mulini (Comune di Berbenno in Valtellina)
Attualmente risulta integro e funzionante un solo mulino, denominato “Della Ghelfa”, che il comune ha rilevato e restaurato qualche anno fa a fini didattico-culturali e che è stato utilizzato anche come location per il film per ragazzi “Denis del pane”. Tale struttura risulta agibile, funzionante, dotata di corrente elettrica ed interamente visitabile; spesso vi sono state gite di scolaresche, provenienti non solamente dagli istituti presenti sul territorio comunale.

5. Le piramidi di Postalesio
La prima azione erosiva è esercitata dall'acqua piovana che, cadendo, erode e sgretola il terreno costituto da detriti, lasciando integri soltanto i massi compatti. Si assiste così alla "nascita" di queste colonne sormontate da massi di diverse dimensioni. Questo processo è ancor oggi attivo: oltre alle piramidi principali, è possibile osservare anche nuove Piramidi in fase di formazione ed esempi di depositi morenici che preludono alla formazione di altre Piramidi. L'esistenza delle vallecole scavate tra le piramidi crea un particolare microclima che permette lo sviluppo di un fitto bosco con la presenza contemporanea di specie di climi freddi, tra cui larice, abete rosso, abete bianco, pino silvestre; accanto a specie che prediligono climi più caldi.
6. Il mulino della Rosina (Castione Andevenno)

7. Il parco archeologico tra le vigne terrazzate (loc. Ganda, Comune di Castione Andevenno)

8. Nuova passerella sul Mallero (Comune di Sondrio)
Lunga 145 metri per metri di larghezza, la passerella permette di scoprire, a piedi o in bicicletta, una zona estremamente suggestiva ma ancora poco conosciuta, situata tra la Via dei Terrazzamenti e la Strada del Vino, i due splendidi itinerari che caratterizzano la Media e la Bassa Valtellina.
9. Castel Grumello (Comune di Montagna in Valtellina)
Castel Grumello rappresenta un imperdibile esempio di castello “gemino”, composto da due corpi, uno militare e uno residenziale, circondati da mura. Il corpo militare, situato a oriente, svolgeva una funzione difensiva e di avvistamento, come testimoniano l’imponente torre a pianta quadrata e le fondamenta di una seconda torre. La vocazione residenziale del secondo edificio è confermata dalle pietre da costruzione sbozzate con maggior cura e dalla traccia di un camino presente in una sala.

10. Santa Casa Lauretana (Comune di Tresivio)
da giugno a settembre - aperto il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18
da ottobre a maggio - apertura a richiesta telefonando almeno 2 ore prima ai numeri 0342430118, 3404740388 - 3393089540.
11. Centro storico di Ponte in Valtellina
Il borgo di Ponte in Valtellina presenta ancora strade acciottolate (dette risc, in dialetto locale), chiese e corti da visitare. Una miniera e una fonte inesauribile di stimoli visuali, culturali, storici e architettonici. Passeggiando per le vie di Ponte si incontrano piccole corti, vecchi portoni, palazzi nobiliari semi abbandonati e vecchie case contadine. In un susseguirsi di antiche ricchezze, accanto ad antiche povertà. Numerosissime sono le case antiche e i palazzi che hanno conservato intatto l’aspetto originale senza subire significative modifiche esterne. Cosi come sono numerose le case contadine, dall’arte povera, ma dignitosa.
Il centro storico di Ponte in Valtellina non ha eguali in tutta la valle, qua e solo qua possiamo godere di un borgo montano di epoca medievale e rinascimentale ancora pressoché intatto.

12. Torre di Castionetto (Comune di Chiuro).

INFORMAZIONI
Sito web www.fondazionefojanini.it.
- La traccia del percorso descritto in formato GPX è scaricabile a questo link.