Pur non essendone il capoluogo, è la città più grande e importante della contea d’Istria, porto commerciale e rilevante polo industriale, con i cantieri navali più grandi della Croazia. Città spesso trafficata e caotica, è ricca di monumenti di pregio, risalenti all’epoca romana e veneziana, che ne fanno un frequentato centro turistico. Cuore dell’animazione cittadina è la piazza del mercato, ombreggiata da frondosi ippocastani. Dopo il periodo illirico, intorno al 40 a.C. divenne colonia romana (chiamandosi Pietas Iulia, per breve tempo, in età augustea). Durante l’Impero romano d’Oriente fu accampamento per l’esercito bizantino in guerra contro i goti; come il resto dell’Istria conobbe il dominio dei franchi, dei patriarchi di Aquileia e, a partire dal 1330, quello di Venezia. Circondata da paludi malariche, fu stremata da epidemie e pestilenze, al punto che verso la metà del XVII secolo la sua popolazione era ridotta a sole 500 anime, mentre ne contava 5000 come colonia romana. Sopravvisse grazie a immigrazioni pianificate da Venezia, ma la sua vera rinascita ebbe luogo dal 1856 quando divenne il principale porto di guerra dell’Austria. Nel 1947, in un esodo dai toni più drammatici che altrove, lasciarono la città oltre 28000 dei circa 31000 abitanti italiani. Per avere un’idea del drammatico spopolamento basta confrontare le cifre ufficiali: nel 1931 Pola aveva 41439 abitanti, che nel 1948 si erano ridotti a 19595, con una grave crisi dell’economia e della cultura della città.